Martedì 19 luglio

Settimana della 6 domenica dopo Pentecoste – martedì 

La Parola di Dio per questo giorno

LETTURA Gs 2, 1-15
Lettura del libro di Giosuè

In quei giorni. Giosuè, figlio di Nun, di nascosto inviò da Sittìm due spie, ingiungendo: «Andate, osservate il territorio e Gerico». Essi andarono ed entrarono in casa di una prostituta di nome Raab. Lì dormirono. Fu riferito al re di Gerico: «Guarda che alcuni degli Israeliti sono venuti qui, questa notte, per esplorare il territorio». Allora il re di Gerico mandò a dire a Raab: «Fa’ uscire gli uomini che sono venuti da te e sono entrati in casa tua, perché sono venuti a esplorare tutto il territorio». Allora la donna prese i due uomini e, dopo averli nascosti, rispose: «Sì, sono venuti da me quegli uomini, ma non sapevo di dove fossero. All’imbrunire, quando stava per chiudersi la porta della città, uscirono e non so dove siano andati. Inseguiteli, presto! Li raggiungerete di certo». Ella invece li aveva fatti salire sulla terrazza e li aveva nascosti fra gli steli di lino che teneva lì ammucchiati. Quelli li inseguirono sulla strada del Giordano, fino ai guadi, e si chiuse la porta della città, dopo che furono usciti gli inseguitori. Quegli uomini non si erano ancora coricati quando la donna salì da loro sulla terrazza, e disse loro: «So che il Signore vi ha consegnato la terra. Ci è piombato addosso il terrore di voi e davanti a voi tremano tutti gli abitanti della regione, poiché udimmo che il Signore ha prosciugato le acque del Mar Rosso davanti a voi, quando usciste dall’Egitto, e quanto avete fatto ai due re amorrei oltre il Giordano, Sicon e Og, da voi votati allo sterminio. Quando l’udimmo, il nostro cuore venne meno e nessuno ha più coraggio dinanzi a voi, perché il Signore, vostro Dio, è Dio lassù in cielo e quaggiù sulla terra. Ora giuratemi per il Signore che, come io ho usato benevolenza con voi, così anche voi userete benevolenza con la casa di mio padre; datemi dunque un segno sicuro che lascerete in vita mio padre, mia madre, i miei fratelli, le mie sorelle e quanto loro appartiene e risparmierete le nostre vite dalla morte». Quegli uomini le dissero: «Siamo disposti a morire al vostro posto, purché voi non riveliate questo nostro accordo; quando poi il Signore ci consegnerà la terra, ti tratteremo con benevolenza e lealtà». Allora ella li fece scendere con una corda dalla finestra, dal momento che la sua casa era addossata alla parete delle mura, e là ella abitava.

SALMO Sal 135 (136)

Lodate il Dio del cielo, il suo amore è per sempre.

Divise il Mar Rosso in due parti,
perché il suo amore è per sempre.
In mezzo fece passare Israele,
perché il suo amore è per sempre.
Guidò il suo popolo nel deserto,
perché il suo amore è per sempre. R

Uccise sovrani potenti,
perché il suo amore è per sempre.
Sicon, re degli Amorrei,
perché il suo amore è per sempre.
Og, re di Basan,
perché il suo amore è per sempre. R

Diede in eredità la loro terra,
perché il suo amore è per sempre.
In eredità a Israele suo servo,
perché il suo amore è per sempre.
Nella nostra umiliazione si è ricordato di noi,
perché il suo amore è per sempre. R

VANGELO Lc 8, 40-42a. 49-56
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Al suo ritorno, il Signore Gesù fu accolto dalla folla, perché tutti erano in attesa di lui. Ed ecco, venne un uomo di nome Giàiro, che era capo della sinagoga: si gettò ai piedi di Gesù e lo pregava di recarsi a casa sua, perché l’unica figlia che aveva, di circa dodici anni, stava per morire. Stava ancora parlando, quando arrivò uno dalla casa del capo della sinagoga e disse: «Tua figlia è morta, non disturbare più il maestro». Ma Gesù, avendo udito, rispose: «Non temere, soltanto abbi fede e sarà salvata». Giunto alla casa, non permise a nessuno di entrare con lui, fuorché a Pietro, Giovanni e Giacomo e al padre e alla madre della fanciulla. Tutti piangevano e facevano il lamento su di lei. Gesù disse: «Non piangete. Non è morta, ma dorme». Essi lo deridevano, sapendo bene che era morta; ma egli le prese la mano e disse ad alta voce: «Fanciulla, àlzati!». La vita ritornò in lei e si alzò all’istante. Egli ordinò di darle da mangiare. I genitori ne furono sbalorditi, ma egli ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che era accaduto.

Giosuè

Figuriamoci che fiume di parole, invece che questa storia succinta, doveva aver circondato gli eventi che sono narrati nel libro di Giosuè!

Già una storia di spie lascia ben poco da immaginare. Perché di spie si tratta, di uomini che vanno a vedere prima di conquistare, di uomini mandati per esplorare. Pivelli rispetto alle nostre storie di spie ma, comunque, già all’origine dei popoli, l’arte era in uso!

Poi uomini che entrano in casa di una prostituta. Non c’è poi molto da immaginare. Non c’è poi molto da capire. Si sa bene quale fiume di parole avrà invaso il racconto mondano della vicenda. D’altronde potere e sesso sono spesso uniti, come si vede, già dall’origine dei giorni! Non che il nostro mondo abbia proprio scoperto una novità!

Storia di menzogne e depistaggi. Anche qui nulla di nuovo sotto il sole. Questa donna è molto abile nel depistare gli inseguitori, così che, mentre gli uomini spie sono di fatto da lei, le guardie di Gerico si rivolgono per cercarle altrove.

Insomma, tutti gli ingredienti di una storia moderna di spionaggio, potere, depistaggi, sesso. Roba da far impallidire certe nostre storie!

C’è, tuttavia, un però che conta! In mezzo a queste storie, in mezzo alle menzogne, Raab, la prostituta in questione, cita Dio. Sembrerebbe che nessuno possa essere più lontano di lei dalla fede. Eppure questa donna intuisce ciò che succederà alla perfezione. “Il Signore, vostro Dio, è Dio lassù in cielo e quaggiù sulla terra. Una donna, che non appartiene ad Israele, che è a tutti gli effetti una “nemica”, intuisce perfettamente che il Dio degli ebrei è il vero Dio e cerca, in qualche modo, di accaparrarsene l’amicizia, il favore, custodendo gli uomini che fanno parte del popolo che Dio si è scelto. Una trama bellissima, quella di questa lettura, che ci ricorda che ci sono uomini e donne, apparentemente lontani da Dio, che hanno un senso di fede molto più profondo e molto più forte di quello di tanti uomini e donne che si dicono credenti.

Vangelo

È la stessa trama narrativa del Vangelo. Abbiamo un uomo: Giairo. Appartiene ad Israele. È il capo della sinagoga ma è soprattutto un papà che scrive la sua personale storia di santificazione solamente servendo la sua famiglia e volendo essere vicino a quella figlia che aveva accolto come dono prezioso e che la malattia gli stava portando via. Anzi, ormai è già troppo tardi perché, come gli viene riferito, sua figlia è morta.

Eppure quest’uomo si fida di Gesù. Si fida di un uomo di cui conosce solo la fama, di un uomo che gli sta dicendo che sua figlia “non è morta, ma dorme”, cosa che provoca lo sdegno o l’ilarità dei presenti. Come negare l’evidenza? Con quale coraggio dire una cosa del genere mentre tutto dice il contrario, mentre c’è già una madre disperata perché ha visto morire la figlia e un padre che non era presente solo perché stava cercando di giocare un’ultima carta? Eppure quell’uomo che chiede discrezione, dice il vero. Quell’uomo che prende, con infinita tenerezza, in disparte quel padre e quella madre disperati, dimostra che la ragazza solo dormiva. Lui, autore della vita, la richiama all’esistenza, tra lo stupore generale di tutti. In primis dei genitori che rimasero, dice il testo, “sbalorditi”. Nel giro di pochi istanti passarono dal perdere una figlia al riaverla, dalla morte del cuore alla vita ritrovata. Come la prostituta Raab. Come lei tuti e due due che non conoscevano il Dio di Israele, se non per “sentito dire”,  l’una perchè non ebrea, l’altro solo nella mente ma non nel cuore. Ora ecco che hanno una conoscenza personale, vera, profonda, significativa. la loro preghiera è stata ascoltata ed esaudita.

Per noi

Il punto è proprio questo anche per noi: passare da una conoscenza superficiale, quasi per “sentito dire” ad una conoscenza personale. Talvolta noi siamo come Raab. Abbiamo sentito dire le grandi opere di Dio, le abbiamo lette nella Scrittura, abbiamo meditato diversi testi. Eppure rimaniamo lontani, il cuore è davvero da un’altra parte. Siamo superficiali nel credere e ci lasciamo abbattere per piccole cose, o crediamo a qualsiasi cosa che ci viene proposta. Il testo sacro ci sta dicendo, invece, che la fede nasce solo dove diventa incontro personale, dove non ci si ferma alla superficialità delle cose, dove non bastano i “per sentito dire”. Una fede così è quella che rende santi. Una fede così è quella che sposta le montagne. Una fede così è quella che cambia la vita. Come averla? Come ottenerla? I testi sacri sono molto chiari. Vivendo! Vivendo le cose che capitano. Come una guerra – Israele contro Gerico – come una malattia, come la morte. Tutte cose che, come vedete bene, fanno parte della vita dell’uomo da sempre e per sempre. Anche noi viviamo queste cose. Ci sono modi diversi per affrontarle, pensieri diversi nel regolarsi su queste cose. Anche noi siamo in preda a tante cose diverse. Ecco, dal modo con il quale noi vivremo le realtà della vita, potremo capire se abbiamo vera fede oppure no. Dal modo con cui affronteremo queste cose si capirà se noi siamo davvero credenti ed amici di Dio oppure no! Chiediamo, insieme, questa grazia al Signore, perché impariamo davvero a non fermarci mai alla superficialità delle cose, ma sappiamo rendere l’incontro con Dio sempre più personale. Rileggiamo bene queste pagine così ricche, così dense, così profonde. La nostra fede si accrescerà.

2022-07-19T07:37:39+02:00