Lunedì 19 luglio

Settimana della 8 domenica dopo Pentecoste – Lunedì

Questa settimana avremo la festa di Santa Maria Maddalena e quella di Santa Brigida, proclamata da San Giovanni Paolo II compatrona d’Europa, e, sabato, la memoria di San Charbel, un santo libanese di cui si va diffondendo il culto.  A parte queste due memorie, leggeremo soprattutto il capitolo 10 di Luca.

Vangelo

Lc 10, 8-12
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai settantadue discepoli: «Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».

Il capitolo 10 del Vangelo di San Luca ci farà rileggere la missione dei 72 discepoli. Testi molto belli che si legano tutti a quella parola che noi abbiamo ascoltato oggi: il compito del discepolo è quello di dire a tutti “è vicino a voi il regno di Dio!”. In effetti il Dio di Gesù Cristo è il Dio vicino, il Dio che si abbassa fino ad assumere la carne dell’uomo per donare a tutti la propria vita. Così deve fare il discepolo: egli deve andare di luogo in luogo, condividere la vita con chi vive in quel luogo, parlare a tutti del regno di Dio. È la missione della Chiesa, che noi vediamo diffusa in ogni luogo della terra dove ha assunto le caratteristiche di quel luogo, specie quelle culturali. Assumendo queste caratteristiche essa annuncia il Vangelo con gratuità e con amore, richiamando a tutti la Parola di Dio e la bellezza di servire il Signore. Il discepolo fa questo gratuitamente. Quando poi non viene accolto non se ne rammarica, “scuote la polvere dai calzari”. Non vuole essere un giudizio ma, piuttosto, un’azione simbolica sulla scia delle grandi azioni simboliche dei profeti. Il discepolo scuote anche la polvere dai suoi calzari per dire: il vostro rifiuto non permette a Dio di esprimere la sua vicinanza. Quando un uomo rifiuta in cuor suo la rivelazione del Signore, egli chiude la via della rivelazione all’amore di Dio. Dove c’è un cuore chiuso non ci può essere nessuna attenzione al bene. Per questo il discepolo se ne va da quel luogo non portando via niente, nemmeno la polvere che si è attaccata ai calzari. Tutto verrà rimesso nelle mani di Dio. A Lui spetta il giudizio.

1 Samuele

1Sam 1, 9-20
Lettura del primo libro di Samuele

In quei giorni. Anna si alzò, dopo aver mangiato e bevuto a Silo; in quel momento il sacerdote Eli stava seduto sul suo seggio davanti a uno stipite del tempio del Signore. Ella aveva l’animo amareggiato e si mise a pregare il Signore, piangendo dirottamente. Poi fece questo voto: «Signore degli eserciti, se vorrai considerare la miseria della sua schiava e ricordarti di me, se non dimenticherai la tua schiava e darai alla tua schiava un figlio maschio, io lo offrirò al Signore per tutti i giorni della sua vita e il rasoio non passerà sul suo capo». Mentre ella prolungava la preghiera davanti al Signore, Eli stava osservando la sua bocca. Anna pregava in cuor suo e si muovevano soltanto le labbra, ma la voce non si udiva; perciò Eli la ritenne ubriaca. Le disse Eli: «Fino a quando rimarrai ubriaca? Smaltisci il tuo vino!». Anna rispose: «No, mio signore; io sono una donna affranta e non ho bevuto né vino né altra bevanda inebriante, ma sto solo sfogando il mio cuore davanti al Signore. Non considerare la tua schiava una donna perversa, poiché finora mi ha fatto parlare l’eccesso del mio dolore e della mia angoscia». Allora Eli le rispose: «Va’ in pace e il Dio d’Israele ti conceda quello che gli hai chiesto ». Ella replicò: «Possa la tua serva trovare grazia ai tuoi occhi». Poi la donna se ne andò per la sua via, mangiò e il suo volto non fu più come prima. Il mattino dopo si alzarono e dopo essersi prostrati davanti al Signore, tornarono a casa a Rama. Elkanà si unì a sua moglie e il Signore si ricordò di lei. Così al finir dell’anno Anna concepì e partorì un figlio e lo chiamò Samuele, «perché – diceva – al Signore l’ho richiesto».

Il vero capolavoro è però la prima lettura. Il regno di Dio è vicino al sofferente. Potremmo riassumere così la prima lettura. Anna è una donna che soffre terribilmente per non avere avuto figli. Suo marito la ama, la rispetta, la serve in tutto, ma ella soffre per quel dolore che ogni donna che non riesce a diventare madre porta con sé. Questa donna non cerca consolazioni umane, ma fa del suo dolore una preghiera. Ella si reca al tempio di Dio, invoca il Signore, chiede il suo aiuto, chiede di essere ascoltata e avvalora la sua preghiera con il pianto. Eli, il vecchio sacerdote del tempio, la scambia per una donna ubriaca, ma quando ascolta il suo racconto e sente che le sue labbra si muovono silenziose per sfogare la sua angoscia davanti a Dio, egli la conforta con parole di pace, assicurando che Dio ha ascoltato la sua preghiera, Dio ha raccolto il suo dolore. Appunto, il regno di Dio è vicino a lei e da quella preghiera ascoltata, giungerà ad Anna una stagione di fecondità. Ella sarà la madre di Samuele, il grande profeta e giudice del popolo di Dio. È una pagina pre-evangelica, che mostra come Dio sia vicino al sofferente, al povero, all’addolorato, allo scartato, a colui che sembra dimenticato. In realtà Dio non dimentica nessuno e prende su di sé la condizione di tutti, per quanto difficile essa possa essere.

Per noi

È vicino a voi il regno di Dio”: potrebbe essere questa la preghiera da ripetere in questa giornata. Ognuno di noi può dirla, ognuno di noi può ripensare a questa parola che è profonda, bella, forte. Una parola che ci consola, perché ci sta dicendo che noi non siamo mai soli, non siamo mai dimenticati. Il nostro dolore, la preghiera che muove le nostre labbra, non cade mai nel vuoto: Dio la raccoglie, Dio la fa sua, Dio partecipa al nostro dolore e lo consola come lui solo sa fare. Credo che questa dovrebbe essere la convinzione di tutti: Dio ci è vicino. Il Vangelo, in ogni sua pagina, ci mostra la vicinanza di Dio che prende molti colori diversi, che assume molte sfumature diverse. Dio si fa vicino a tutti e il suo mistero accoglie il cuore di tutti. Noi dobbiamo essere sempre profondamente convinti di questa verità: se avremo la presenza di Dio e se crederemo nella sua consolazione, cosa dovremo temere? Viviamo così questa settimana, sentendo che il Signore ci è vicino e che il regno di Dio non è lontano da noi.

  • Sento viva questa presenza di Dio in me?
  • Sento che il Signore mi consola con tutte le sue forze?
  • Mi lascio convincere da questa consolazione invisibile eppure forte e reale?
2021-07-16T08:53:13+02:00