Settimana della 1 domenica di Avvento – sabato
La spiritualità di Avvento per questo giorno
Dedicarsi con maggiore impegno alla fede. È l’invito della lettera agli Ebrei che ho premesso all’inizio della settimana, così che tutti, ora, possiamo capire che i diversi atteggiamenti spirituali che abbiamo seguito giorno dopo giorno non sono stati altro che un dare corpo a quello che, in sintesi, abbiamo annunciato.
La Parola di Dio per questo giorno
LETTURA Ger 2, 1-2a. 30-32
Lettura del profeta Geremia
In quei giorni. Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Va’ e grida agli orecchi di Gerusalemme: Così dice il Signore: Invano ho colpito i vostri figli: non hanno imparato la lezione. La vostra spada ha divorato i vostri profeti come un leone distruttore. Voi di questa generazione, fate attenzione alla parola del Signore! Sono forse divenuto un deserto per Israele o una terra dov’è sempre notte? Perché il mio popolo dice: “Siamo liberi, non verremo più da te”? Dimentica forse una vergine i suoi ornamenti, una sposa la sua cintura? Eppure il mio popolo mi ha dimenticato da giorni innumerevoli».
SALMO Sal 129 (130)
Presso di te, Signore, e la redenzione d’Israele.
Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia supplica. R
Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi ti può resistere?
Ma con te è il perdono:
così avremo il tuo timore. R
Io spero, Signore.
Spera l’anima mia, attendo la sua parola.
L’anima mia è rivolta al Signore
più che le sentinelle all’aurora. R
Più che le sentinelle l’aurora,
Israele attenda il Signore,
perché con il Signore è la misericordia
e grande è con lui la redenzione. R
EPISTOLA Eb 1, 13 – 2, 4
Lettera agli Ebrei
Fratelli, a quale degli angeli Dio ha mai detto: «Siedi alla mia destra, finché io non abbia messo i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi?». Non sono forse tutti spiriti incaricati di un ministero, inviati a servire coloro che erediteranno la salvezza? Per questo bisogna che ci dedichiamo con maggiore impegno alle cose che abbiamo ascoltato, per non andare fuori rotta. Se, infatti, la parola trasmessa per mezzo degli angeli si è dimostrata salda, e ogni trasgressione e disobbedienza ha ricevuto giusta punizione, come potremo noi scampare se avremo trascurato una salvezza così grande? Essa cominciò a essere annunciata dal Signore, e fu confermata a noi da coloro che l’avevano ascoltata, mentre Dio ne dava testimonianza con segni e prodigi e miracoli d’ogni genere e doni dello Spirito Santo, distribuiti secondo la sua volontà.
VANGELO Mt 10, 1-6
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Il Signore Gesù, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì. Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piùttosto alle pecore perdute della casa d’Israele».
Ebrei
Parto proprio dalla lettera agli Ebrei per la nostra meditazione quotidiana. Subito trasformerei in invito la parola apostolica. Noi siamo invitati, in questo tempo di Avvento del quale abbiamo già interamente percorso la prima settimana, a dedicarci con maggiore impegno alla fede. Il richiamo è più che mai urgente perché siamo noi credenti di oggi che, spesso, non ci dedichiamo alla fede, anzi, trascuriamo il dono spirituale che è dentro di noi. Credo, quindi, che ci dobbiamo tutti sentire invitati da questa parola di Dio a vivere bene questo tempo per non perdere il dono spirituale che è dentro di noi. Vorrei poi che percepissimo l’invito con una fortissima urgenza. Senza capire che siamo invitati a mettere sempre mano alla nostra fede, non potremo vivere nessun cammino spirituale significativo. Oggi dovrebbe nascere da noi tutti la lode a Dio per l’invito che riceviamo.
Geremia
Il profeta anche oggi ci stupisce con le sue immagini molto concrete che parlano da sé. Una donna giovane, quando è nell’età di cercare un marito, cura molto il suo aspetto. Non esita a mettere in campo tutta la sua arte per diventare seducente, ammirabile, piacevole. Così come una giovane donna fa tutto questo e non si dimentica di curare il suo aspetto, il popolo di Israele avrebbe dovuto cercare di piacere a Dio. Invece, constata il profeta con profondissima amarezza, il popolo tutto “si è dimenticato di Dio”. Ad un popolo che si dimentica di Dio non può accadere nulla di piacevole. Quando si dimentica la sorgente, non può esserci che aridità. Il credente che dimentica la sua sorgente, rende il suo cuore arido e secco.
Vangelo
Il Vangelo, in perfetta circolarità con la pagina ascoltata in apertura della settimana, ci ha fatto rileggere di nuovo i nomi degli apostoli ma anche il motivo della loro missione. Essi devono rivolgersi alle “pecore perdute della casa di Israele”, cioè a quegli uomini che sono stati dimentichi di Dio, come ci diceva il profeta. Vorrei che tutti percepissimo la differenza tra le parole del profeta e quelle del Signore. Mentre l’immagine del profeta è anche una dura accusa, una critica forte al popolo di Dio, la parola del Signore, al contrario, è pacifica, benevola, attenta, misericordiosa. Il Signore richiama alla fede e manda gli apostoli perché chi si è perso possa sentire la voce di Dio che richiama all’alleanza. Una parola molto tenera e piena di attenzione al cammino degli uomini. Una parola che diventa anche fonte di speranza, perché è già chiaro che se l’uomo rimette profonda attenzione al proprio cammino, il Signore si lascia incontrare dai cuori che lo ricercano.
Il nostro cammino alla luce di queste immagini
La settimana si chiude, per noi, con un richiamo molto bello. Anche se siamo proprio noi come quelle giovani donne che si dimenticano di curare il loro aspetto – per stare all’immagine del profeta – ovvero anche se siamo noi quelli che si dimenticano di mettere mano alla fede, di curare il proprio cammino di fede, sentiamoci tutti invitati da Dio a tornare da Lui. Credo che questo sia il modo migliore di chiudere questa settimana e di cominciare la seconda. Un invito è sempre qualcosa che dovrebbe farci piacere. Il Signore ci invita a fare di più, a curare meglio la nostra fede, man mano che trascorre l’Avvento ma anche, in modo più generale, man mano che la nostra vita trascorre e si avvia alla sua fine. Non trascuriamo questo invito, non dimentichiamo di seguirlo, di farlo nostro, di apprezzare quello che il Signore ci dona per riportarci a sé.
Intenzioni di preghiera
Preghiamo anzitutto per noi, perché impariamo a non trascurare gli inviti della Parola di Dio. Credo che questa sia l’intenzione più bella ed anche più forte con la quale possiamo guidare la preghiera di questo giorno e con la quale possiamo chiudere questa prima settimana.
Ripensiamo alle immagini della settimana: la sentinella; il ramo di mandorlo, la caldaia, la città fortificata; l’amore del primo innamoramento; le cisterne screpolate; l’idolo; la giovane fanciulla che cura la sua immagine. Alla fine della settimana, riprendendo in maniera sintetica queste affermazioni, proviamo a ripensare a quale si addice maggiormente a noi. Preghiamo per noi perché il linguaggio delle immagini ci faccia comprendere cosa lo Spirito ci sta dicendo.
Preghiamo per noi, perché lo slogan di questa prima settimana di dedicarci con maggior impegno alla fede, non si chiuda con oggi ma ci sproni a vivere bene il resto del tempo dell’attesa della venuta del Signore.