Sabato 20 marzo

Settimana della quarta domenica di Quaresima – Sabato

Vangelo

Mt 19, 13-15
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Furono portati al Signore Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono. Gesù però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli». E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là.

Anche questa settimana cerchiamo di attingere luce dalla catechesi battesimale. Un’ ultima catechesi prima del grande sabato “in traditione symboli”, il sabato nel quale il catecumeno riceveva il Credo.

Il Vangelo ci mostra una immagine di tenerezza di Gesù con i bambini. Come probabilmente sapete, nella società di Gesù il bambino non contava poi molto e non era soggetto di diritti come, invece, è nella nostra società. Gesù si pone su un altro piano. Spesso i bambini sono stati soggetto delle sue predicazioni o oggetto delle sue premure e delle sue cure. Gesù indica nel bambino un soggetto di fede. Un bambino, per la sua semplicità, per la sua onestà, per la sua capacità di fiducia, è un esempio di come dovrebbe essere il credente. I bambini che Gesù accarezza e che addita come esempio sono un chiaro rimando alla loro capacità di comprendere i segreti del regno e di fidarsi di Dio. L’illuminazione del Battesimo è anche per loro. C’è voluto molto tempo e molte sono state le riflessioni prima che il Battesimo fosse concesso anche ai bambini. Dapprima furono solo gli adulti, coloro che potevano esprimere la loro fede, ad essere battezzati. Solo in un secondo momento si comprese che il dono della fede è anche per i bambini. Lasciamoci illuminare da questo Vangelo, perché anche a noi è chiesto di riscoprire il dono della fede per i più piccoli. “A chi è come loro appartiene il regno di Dio”, dice il Signore. Lasciamo che questa parola ci provochi e cerchiamo di riscoprire e di far riscoprire l’importanza del Battesimo per i bambini di oggi. Soprattutto, oggi, preghiamo per coloro a cui non è dato di rinascere nel fonte battesimale.

Tessalonicesi

1Ts 5, 12-23
Prima Lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi

Fratelli, vi preghiamo, di avere riguardo per quelli che faticano tra voi, che vi fanno da guida nel Signore e vi ammoniscono; trattateli con molto rispetto e amore, a motivo del loro lavoro. Vivete in pace tra voi. Vi esortiamo, fratelli: ammonite chi è indisciplinato, fate coraggio a chi è scoraggiato, sostenete chi è debole, siate magnanimi con tutti. Badate che nessuno renda male per male ad alcuno, ma cercate sempre il bene tra voi e con tutti. Siate sempre lieti, pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie: questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi. Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie. Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono. Astenetevi da ogni specie di male. Il Dio della pace vi santifichi interamente, e tutta la vostra persona, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo.

Il richiamo di San Paolo è per un altro genere di illuminazione. Il battezzato che è rinato nel fonte battesimale, deve poi essere in grado di consolare coloro che sono privi di consolazione; deve fare coraggio, proprio in vista della illuminazione che ha ricevuto al Sacro fonte, a coloro che sono scoraggiati; il cristiano illuminato dalla fede deve trovare anche il coraggio di ammonire i peccatori per richiamarli a quella Verità che deve illuminare tutto e tutti; soprattutto l’illuminazione del Battesimo deve spingere il battezzato, illuminato dalla Parola di Dio, a rendere sempre il bene, anche quando uno riceve del male. Chi vive in questo modo avrà sempre pace nel cuore. Quella pace che è già fonte di benedizione.

Ezechiele

Ez 11, 14-20
Lettura del profeta Ezechiele

In quei giorni. Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Figlio dell’uomo, gli abitanti di Gerusalemme vanno dicendo ai tuoi fratelli, ai deportati con te, a tutta la casa d’Israele: “Voi andate pure lontano dal Signore: a noi è stata data in possesso questa terra”. Di’ loro dunque: Dice il Signore Dio: Se li ho mandati lontano fra le nazioni, se li ho dispersi in terre straniere, nelle terre dove sono andati sarò per loro per poco tempo un santuario. Riferisci: Così dice il Signore Dio: Vi raccoglierò in mezzo alle genti e vi radunerò dalle terre in cui siete stati dispersi e vi darò la terra d’Israele. Essi vi entreranno e vi elimineranno tutti i suoi idoli e tutti i suoi abomini. Darò loro un cuore nuovo, uno spirito nuovo metterò dentro di loro. Toglierò dal loro petto il cuore di pietra, darò loro un cuore di carne, perché seguano le mie leggi, osservino le mie norme e le mettano in pratica: saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio».

Il profeta ci permetteva, invece, di ricordare che il popolo dei battezzati è un popolo senza confini. Già nel tempo antico i Profeti avevano capito e sostenevano che Dio trae per sé fedeli da ogni popolo, cultura, esperienza, lingua, estrazione. La Chiesa è formata da tutti costoro perché il Battesimo non conosce alcun limite, alcuna frontiera, alcun ostacolo. Il Vangelo è per tutti. La Chiesa è “cattolica” proprio per questo, cioè è universale. Non conosce alcun limite, non conosce alcun confine. Da qualsiasi popolo ella trae figli per Dio, secondo la permanente promessa del Signore, basata su ciò che i Profeti antichi già avevano detto. L’illuminazione che viene alla Chiesa da questa consapevolezza è davvero grande: la Chiesa sa di non parlare solo una lingua, o di interagire solo con una cultura, o di essere presente solo in una parte del mondo. Tutti coloro che risorgono nel fonte battesimale sono suoi figli perché Figli di Dio.

Esercizio per la revisione di vita quaresimale

  • Il Battesimo è per me un valore? Consiglio e sostengo il Battesimo dei bambini?
  • Quale opera tra quelle elencate da San Paolo vivo maggiormente?
  • Quale percepisco come più lontana?
  • So contemplare la cattolicità della Chiesa e so gioire per la sua dimensione di universalità?

Per la revisione della settimana

Abbiamo trascorso anche la quarta settimana di Quaresima. Questa settimana abbiamo cercato di recuperare il valore dell’illuminazione battesimale in tutti gli aspetti che la Parola di Dio ci ha permesso di illuminare.

Credo che sia giusto fare il nostro esame di coscienza settimanale:

  • Mi sento anch’io “illuminato”, cioè rischiarato, rasserenato, educato costantemente dalla mia fede?
  • Le storie bellissime della Genesi ci hanno permesso di capire che Dio è presente nell’umanità peccatrice di ciascuno?
  • L’“illuminazione” che abbiamo ricevuto nel fonte battesimale, educa anche noi ad una santità di vita che deve rimanere un punto di riferimento per tutta la vita?
  • San Giuseppe, con le sue virtù, con i suoi sguardi, con i suoi silenzi, con i suoi gesti, diventa, per me, un costante punto di riferimento, un modello da annoverare tra quelle “fondamenta” della fede che mi sostengono?

Prepariamoci alla quinta settimana di Quaresima, l’ultima prima di entrare in quella settimana autentica che segna l’apice del cammino.

Entriamo così nella seconda parte della Quaresima, sempre sorretti dallo Spirito di Dio che illumina e sostiene il cammino di chi si converte.

2021-03-11T22:25:18+01:00