Sabato dopo l’Ascensione
La spiritualità di questo giorno
Rimanere nel Signore.
La Parola di questo giorno
LETTURA Ct 5, 9-14. 15c-d. 16c-d
Lettura del Cantico dei Cantici
Che cosa ha il tuo amato più di ogni altro, tu che sei bellissima tra le donne? Che cosa ha il tuo amato più di ogni altro, perché così ci scongiuri? L’amato mio è bianco e vermiglio, riconoscibile fra una miriade. Il suo capo è oro, oro puro, i suoi riccioli sono grappoli di palma, neri come il corvo. I suoi occhi sono come colombe su ruscelli d’acqua; i suoi denti si bagnano nel latte, si posano sui bordi. Le sue guance sono come aiuole di balsamo dove crescono piante aromatiche, le sue labbra sono gigli che stillano fluida mirra. Le sue mani sono anelli d’oro, incastonati di gemme di Tarsis. Il suo ventre è tutto d’avorio, tempestato di zaffiri. Il suo aspetto è quello del Libano, magnifico come i cedri. Questo è l’amato mio, questo l’amico mio, o figlie di Gerusalemme.
SALMO Sal 18 (19)
Della gloria di Dio risplende l’universo.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.
I cieli narrano la gloria di Dio,
l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il racconto
e la notte alla notte ne trasmette notizia. R
Senza linguaggio, senza parole,
senza che si oda la loro voce,
per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
e ai confini del mondo il loro messaggio. R
Là pose una tenda per il sole
che esce come sposo dalla stanza nuziale:
esulta come un prode che percorre la via. R
EPISTOLA 1Cor 15, 53-58
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, è necessario che questo corpo corruttibile si vesta d’incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta d’immortalità. Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d’incorruttibilità e questo corpo mortale d’immortalità, si compirà la parola della Scrittura: «La morte è stata inghiottita nella vittoria. Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?». Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la Legge. Siano rese grazie a Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo! Perciò, fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili, progredendo sempre più nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore.
VANGELO Gv 15, 1-8
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
Vangelo
Il cuore di questo giorno è facilmente e immediatamente riconoscibile dalle parole del Vangelo: noi tutti siamo invitati a “rimanere” nel Signore, cioè a dare spessore al nostro cammino di fede che, come tutti sappiamo, richiede fedeltà. Con un paragone molto noto, il Signore ci chiede di essere come un tralcio che rimane nella vite. Quando un tralcio viene staccato dalla vite, ecco che subito appassisce e muore. Solamente quando un tralcio viene curato, potato, si irrobustisce e si prepara a dare frutto. Così, ci dice il Signore, è proprio anche nella vita dei credenti. Solamente quando un credente, innestato in Cristo attraverso il Battesimo, continua a rimanere nella vite che è la Chiesa, può dare compimento alla sua vocazione e, grazie alla linfa vitale che è lo Spirito Santo, può giungere a quella visione del volto di Dio che è lo scopo della vita cristiana, come tutti i giorni di questa settimana ci hanno richiamato.
Corinti
Nell’ottica spirituale di questi giorni – siamo nella novena di Pentecoste – anche San Paolo ci aiuta e ci guida con la sua riflessione, che ci ha prospettato la risurrezione della carne come una necessità: “È necessario che questo corpo mortale si rivesta di immortalità”. In che senso la risurrezione è una necessità? Molto semplicemente: San Paolo ci ricorda il fine per il quale è stato creato il corpo. Ogni corpo è stato creato non per la morte, ma per l’incontro con Dio, ovvero per l’immortalità. Ecco in che senso “è necessario” che ogni uomo si diriga verso questa immortalità. Tutti siamo chiamati a vivere tenendo ben presente questa meta alla quale siamo chiamati, così che la vita si diriga realmente verso il Signore della gloria. Ancora una volta San Paolo si presentava a noi come un credente che non teme la morte! Se il salario del peccato è la morte, ma il peccato e la morte sono stati vinti da Cristo nella sua morte di Croce e nella sua risurrezione, cosa dovremmo temere? Ecco perché, fidandosi di Cristo, della sua parola e della sua promessa, San Paolo procede sicuro nel suo cammino, forte solamente di quella speranza che Cristo ha depositato nel suo cuore.
Cantico
La descrizione ridondante della bellezza dell’amato propostaci dal Cantico dei Cantici, testo con il quale facciamo sempre fatica a confrontarci, ci dice che anche noi dovremmo tutti essere attirati dalla bellezza di Cristo e dallo splendore del suo volto di risorto, per camminare più alacremente sulla via della salvezza.
Il nostro cammino di fede
Si conclude questa settimana che ci ha fatto celebrare la festa dell’Ascensione e che ci sta proiettando verso la Pentecoste. Potremmo riconsiderare tutti i giorni che abbiamo vissuto dal loro punto di vista spirituale e potremmo tutti chiederci:
- Come vedo la mia morte?
- Vivo e nutro quella speranza che il Signore risorto ha depositato nel mio cuore?
- Penso alla mia vita come ad una tenda da arrotolare in vista di un ultimo esodo che mi porterà alla casa del Padre?
- Lo Spirito di Dio, che è Spirito del Risorto, mi sta guidando verso questa meta spirituale altissima?
Se vogliamo continuare bene la nostra novena allo Spirito Santo, credo proprio che abbiamo tutti bisogno di vivere con attenzione i prossimi giorni, lasciandoci comunque plasmare da quella Parola di Dio che aiuta noi tutti a dirigerci con attenzione verso la vita eterna. Chiediamo a Maria questa grazia spirituale per la domenica che vivremo domani e, poi, per la prossima settimana di cammino.
Preghiera a Maria
Maria, aiutaci ad attendere con gioia la festa della Pentecoste. Ottieni per noi il dono dello Spirito Santo, che ci aiuta nel cammino della vita. Radunaci tutti sotto il tuo manto, nell’attesa dell’incontro vero, definitivo, reale con il Figlio tuo che ci ha donato la fede e che ci richiama continuamente a sé. Maria, aiutaci a custodire quella parola che rende certa la speranza nella quale camminiamo verso l’eternità.