Settimana della 12 domenica dopo Pentecoste – Venerdì
Vangelo
Lc 13, 6-9
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».
Il valore del tempo e della pazienza.
Credo sia una traccia per rileggere insieme queste due Scritture che la Parola del giorno ci dona, ma anche un invito a rileggere, ormai sul finire dell’estate, la nostra vita magari anche in qualche giorno di ferie.
Il valore del tempo e della pazienza sono attestati dalla predicazione del Signore con questa piccola parabola. Per Dio non esiste il fluire dei giorni, delle stagioni, degli anni. Egli è “fuori” dal tempo, perché è ogni tempo. Gesù, nel suo farsi uomo ed accettare la logica dell’incarnazione, accetta anche di entrare nella logica del tempo e di condividere con l’uomo il fluire degli istanti, degli anni, dei mesi, delle stagioni. In questo senso la logica della pazienza di Dio, che è la logica della misericordia, diventa anche la logica della pazienza di chi vede fluire il tempo, come ogni altro uomo. La breve parabola che egli racconta vuole essere un invito a sopportare le cose del tempo, ad avere pazienza per le cose della vita. Quando si ha la pazienza di aspettare, le cose cambiano e assumono una prospettiva del tutto diversa ed anzi unica.
Esdra
Esd 7, 1a. 6b-26
Lettura del libro di Esdra
In quei giorni. Dopo questi avvenimenti, sotto il regno di Artaserse, re di Persia, Esdra, partì da Babilonia. Egli era uno scriba esperto nella legge di Mosè, data dal Signore, Dio d’Israele. Poiché la mano del Signore, suo Dio, era su di lui, il re aveva esaudito ogni sua richiesta. Partirono per Gerusalemme alcuni Israeliti, sacerdoti, leviti, cantori, portieri e oblati, nel settimo anno del re Artaserse. Egli arrivò a Gerusalemme nel quinto mese: era l’anno settimo del re. Egli aveva fissato la partenza da Babilonia per il primo giorno del primo mese, e il primo del quinto mese arrivò a Gerusalemme, poiché la mano benevola del suo Dio era su di lui. Infatti Esdra si era dedicato con tutto il cuore a studiare la legge del Signore e a praticarla e a insegnare in Israele le leggi e le norme. [Questa è la copia del documento che il re Artaserse consegnò a Esdra, sacerdote, scriba ed esperto nei comandamenti del Signore e nelle leggi date a Israele: «Artaserse, re dei re, al sacerdote Esdra, scriba della legge del Dio del cielo, salute perfetta. Ora, io ordino che, nel mio regno, chiunque del popolo d’Israele, dei suoi sacerdoti e dei leviti vuole venire a Gerusalemme, venga pure con te; infatti da parte del re e dei suoi sette consiglieri tu sei inviato a fare inchiesta in Giudea e a Gerusalemme riguardo alla legge del tuo Dio che è nelle tue mani, e a portare l’argento e l’oro che il re e i suoi consiglieri inviano come offerta spontanea al Dio d’Israele che abita a Gerusalemme, e tutto l’argento e l’oro che troverai in tutta la provincia di Babilonia, insieme con le offerte spontanee che il popolo e i sacerdoti offriranno per il tempio del loro Dio a Gerusalemme. Perciò con questo argento ti prenderai cura di acquistare tori, arieti, agnelli, con le loro oblazioni e le loro libagioni, e li offrirai sull’altare del tempio del vostro Dio che è a Gerusalemme. Con il resto dell’argento e dell’oro farete quello che sembrerà bene fare a te e ai tuoi fratelli, secondo la volontà del vostro Dio. I vasi, che ti sono stati dati per il culto del tempio del tuo Dio, rendili al Dio di Gerusalemme. Il resto di quanto occorre per il tempio del tuo Dio, e che spetta a te procurare, lo procurerai a spese del tesoro del re. Io, il re Artaserse, ordino a tutti i tesorieri dell’Oltrefiume: Tutto ciò che Esdra, sacerdote e scriba della legge del Dio del cielo, vi domanderà, sia fatto integralmente, fino a cento talenti d’argento, cento kor di grano, cento badi vino, cento badi olio e sale a volontà. Quanto è prescritto dal Dio del cielo sia fatto con diligenza per il tempio del Dio del cielo, perché non venga l’ira sul regno del re e dei suoi figli. E vi comunichiamo che nessuno può imporre tasse, tributi o imposte a tutti i sacerdoti, leviti, cantori, portieri, oblati e inservienti di questo tempio. Quanto a te, Esdra, secondo la sapienza del tuo Dio, che tu possiedi, stabilisci magistrati e giudici che giudichino tutto il popolo dell’Oltrefiume, cioè tutti coloro che conoscono le leggi del tuo Dio, e voi dovrete istruire chi non le conosce. Contro chiunque non osserverà la legge del tuo Dio e la legge del re, si faccia con sollecitudine un processo e lo si punisca con la morte o una pena corporale o un’ammenda in denaro o il carcere».]
Così è nella logica della storia. Passano gli anni e un re, Dario, facendo seguito ad un predecessore che aveva vinto Israele, razziato le sue ricchezze, deportato i suoi uomini, concede la grazia di un ritorno. Anzi, come abbiamo sentito nella lettera che egli scrive ad Esdra, concede di riprendersi anche le cose che erano state portate a Gerusalemme, perché vengano investite in parte per offrire sacrifici sul riedificato altare di Gerusalemme, in parte per la casa di Dio stessa. È il tempo che cambia le cose. È il tempo che accende visioni diverse sulle cose. Così quegli ebrei che avevano avuto la pazienza di aspettare l’intervento di Dio nella storia, consapevoli che Dio non si dimentica mai del suo popolo, hanno potuto vedere cosa Dio è capace di fare per chi si fida di Lui e della sua Parola che è sempre una promessa. Finalmente la riedificazione di Gerusalemme e del suo tempio diventa una realtà. Una realtà che rende ragione di quanto era stato promesso alle generazioni antiche.
Per noi
E noi:
- Come viviamo il tempo?
- In che senso il tempo diventa, per noi, il mantenersi della promessa di Dio?
Certo per noi il tempo è importantissimo. Credo poi che l’esperienza della pandemia abbia sinceramente mutato il nostro modo di vedere e di percepire il tempo. Forse siamo diventati più capaci di dare valore al nostro tempo, forse abbiamo scoperto anche noi il valore della pazienza, che deve sempre guidare il nostro modo di vivere e di vedere la storia. Forse, nel tempo delle chiusure, abbiamo avuto perfino l’ansia di avere troppo tempo o magari non abbiamo visto l’ora di riprendere una vita considerata “normale”. Credo davvero che le riflessioni potrebbero essere molte… al di là di quanto abbiamo recentemente vissuto, credo opportuno che a tutti noi venga richiamato il valore della pazienza. Come Dio ha pazienza con noi ed attende i nostri cambiamenti di cuore, così anche noi siamo invitati ad avere pazienza con noi stessi e con gli altri. Quella pazienza che spesso ci manca, non è e non deve essere solamente il frutto di un esercizio, il risultato di un difficile apprendistato. La pazienza che siamo chiamati ad avere deve venire dalla fede, dalla costante meditazione sul modo con il quale Dio entra nella storia, si relaziona con l’uomo, accompagna l’esistenza di ciascuno.
Chiudiamo questa settimana che ci ha anche fatto contemplare l’eternità nella quale è stata assunta la Beata Vergine Maria, con l’impegno a saper vivere bene il nostro tempo e la nostra esperienza umana. Solo così sapremo “anticipare”, in un certo senso, l’eternità beata con Dio.