Settimana della 6 domenica di Avvento – martedì – feria prenatalizia 3
La spiritualità di Avvento per questo giorno
La preghiera per i tempi in cui tutto va bene. Oggi mi pare che le Scritture ci educhino a questa differente forma di preghiera, presente in tutti i testi.
La Parola di Dio per questo giorno
RUT 2, 4-18
Lettura del libro di Rut
In quei giorni. Booz arrivava da Betlemme. Egli disse ai mietitori: «Il Signore sia con voi!». Ed essi gli risposero: «Ti benedica il Signore!». Booz disse al sovrintendente dei mietitori: «Di chi è questa giovane?». Il sovrintendente dei mietitori rispose: «È una giovane moabita, quella tornata con Noemi dai campi di Moab. Ha detto di voler spigolare e raccogliere tra i covoni dietro ai mietitori. È venuta ed è rimasta in piedi da stamattina fino ad ora. Solo adesso si è un poco seduta in casa». Allora Booz disse a Rut: «Ascolta, figlia mia, non andare a spigolare in un altro campo. Non allontanarti di qui e sta’ insieme alle mie serve. Tieni d’occhio il campo dove mietono e cammina dietro a loro. Ho lasciato detto ai servi di non molestarti. Quando avrai sete, va’ a bere dagli orci ciò che i servi hanno attinto». Allora Rusi prostrò con la faccia a terra e gli disse: «Io sono una straniera: perché sono entrata nelle tue grazie e tu ti interessi di me?». Booz le rispose: «Mi è stato riferito quanto hai fatto per tua suocera dopo la morte di tuo marito, e come hai abbandonato tuo padre, tua madre e la tua patria per venire presso gente che prima non conoscevi. Il Signore ti ripaghi questa tua buona azione e sia davvero piena per te la ricompensa da parte del Signore, Dio d’Israele, sotto le cui ali sei venuta a rifugiarti». Ella soggiunse: «Possa rimanere nelle tue grazie, mio signore! Poiché tu mi hai consolato e hai parlato al cuore della tua serva, benché io non sia neppure come una delle tue schiave». Poi, al momento del pasto, Booz le disse: «Avvicìnati, mangia un po’ di pane e intingi il boccone nell’aceto». Ella si mise a sedere accanto ai mietitori. Booz le offrì del grano abbrustolito; lei ne mangiò a sazietà e ne avanzò. Poi si alzò per tornare a spigolare e Booz diede quest’ordine ai suoi servi: «Lasciatela spigolare anche fra i covoni e non fatele del male. Anzi fate cadere apposta per lei spighe dai mannelli; lasciatele lì, perché le raccolga, e non sgridatela». Così Rut spigolò in quel campo fino alla sera. Batté quello che aveva raccolto e ne venne fuori quasi un’efa di orzo. Se lo caricò addosso e rientrò in città. Sua suocera vide ciò che aveva spigolato. Rut tirò fuori quanto le era rimasto del pasto e glielo diede.
SALMO Sal 102 (103)
Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Non è in lite per sempre,
non rimane adirato in eterno.
Non ci tratta secondo i nostri peccati
e non ci ripaga secondo le nostre colpe. R
Quanto il cielo è alto sulla terra,
così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono;
quanto dista l’oriente dall’occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe.
Come è tenero un padre verso i figli,
così il Signore è tenero verso quelli che lo temono. R
Ma l’amore del Signore è da sempre,
per sempre su quelli che lo temono,
e la sua giustizia per i figli dei figli,
per quelli che custodiscono la sua alleanza
e ricordano i suoi precetti per osservarli. R
ESTER 5, 1-8
Lettura del libro di Ester
Il terzo giorno, quando ebbe finito di pregare, Ester si tolse gli abiti servili e si rivestì di quelli sontuosi. Fattasi splendida, invocò quel Dio che su tutti veglia e tutti salva, e prese con sé due ancelle. Su di una si appoggiava con apparente mollezza, mentre l’altra la seguiva sollevando il manto di lei. Era rosea nel fiore della sua bellezza: il suo viso era lieto, come ispirato a benevolenza, ma il suo cuore era oppresso dalla paura. Attraversate tutte le porte, si fermò davanti al re. Egli stava seduto sul suo trono regale e rivestiva i suoi ornamenti ufficiali: era tutto splendente di oro e di pietre preziose e aveva un aspetto che incuteva paura. Alzato il viso, che la sua maestà rendeva fiammeggiante, al culmine della collera la guardò. La regina cadde a terra, in un attimo di svenimento, mutò colore e si curvò sulla testa dell’ancella che l’accompagnava. Dio volse a dolcezza l’animo del re: ansioso, balzò dal trono, la prese tra le braccia, fino a quando ella non si fu rialzata, e la confortava con parole rassicuranti, dicendole: «Che c’è, Ester? Io sono tuo fratello; coraggio, tu non morirai, perché il nostro decreto è solo per la gente comune. Avvicìnati!». Alzato lo scettro d’oro, lo posò sul collo di lei, la baciò e le disse: «Parlami!». Gli disse: «Ti ho visto, signore, come un angelo di Dio e il mio cuore è rimasto sconvolto per timore della tua gloria: tu sei ammirevole, signore, e il tuo volto è pieno d’incanto». Mentre parlava, cadde svenuta; il re si turbò e tutti i suoi servi cercavano di rincuorarla. Allora il re le disse: «Che cosa vuoi, Ester, e qual è la tua richiesta? Fosse pure metà del mio regno, sarà tua». Ester rispose: «Oggi è un giorno speciale per me: se così piace al re, venga egli con Amàn al banchetto che oggi io darò». Disse il re: «Fate venire presto Amàn, per compiere quello che Ester ha detto». E ambedue vennero al banchetto di cui aveva parlato Ester. Mentre si beveva, il re rivolto a Ester disse: «Che cosa c’è, regina Ester? Ti sarà concesso tutto quello che chiedi». Rispose: «Ecco la mia domanda e la mia richiesta: se ho trovato grazia davanti al re, venga anche domani con Amàn al banchetto che io darò per loro, e domani farò come ho fatto oggi».
VANGELO Lc 1, 39-46
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore».
Rut
La prima preghiera di un uomo a cui tutto va bene è quella di Booz. È un signorotto di Betlemme. È un uomo che lavora e che dà da lavorare. Vivendo del lavoro dei campi, è un uomo che sta gioendo per la mietitura. Questa è la sua ricchezza. Così egli saluta chi lavora per lui: “Il Signore sia con voi!”. Saluto rituale, quasi liturgico, per noi poco adatto a chi sta girando nei campi a vedere come procede il lavoro della mietitura. Saluto ricambiato: “Ti benedica il Signore!”. Sono parole che nascono nel cuore di uomini di fede che vivono in un contesto di fede diffusa. Saluti che dicono come si prega, nella gioia, quando tutto va bene. La preghiera di questi uomini è la preghiera di chi ringrazia Dio per quello che sta avvenendo, per il bene che c’è nella vita, nella società, nel mondo. Una preghiera che non rimane confinata nelle parole, ma si trasforma in gesti. Ecco i gesti di benevolenza che vengono fatti a Rut, riconoscendo quello che lei sta facendo per sua suocera. Booz, riconoscendo che se a lui tutto va bene è perché così Dio vuole, si appresta a fare del bene a coloro che Dio ha messo sul suo cammino.
Ester
La preghiera di Ester che si sentiva povera, sola, afflitta, è stata ascoltata. Ella ne ha la certezza grazie ad una visione. Visione che la turba, la lascia quasi tramortita, la fa svenire. Ella sa che quella visione sta parlando a lei, sta dicendo a lei che Dio l’ha ascoltata. Per questo la sua preghiera diventa ancora più perseverante. Ella sa che la sorte sta cambiando, si sta volgendo a suo favore per l’intervento di Dio. È per questo che ringrazia Dio e che si dispone a servirlo secondo il piano che Dio stesso le ha messo nel cuore.
Vangelo
Le protagoniste della preghiera di quando tutto va bene, sono però Maria ed Elisabetta, le donne forti del Vangelo. Maria ha appena ricevuto l’annunciazione. Ha appena scoperto che Elisabetta, sua parente, attende un figlio. Ed ecco che ella si precipita da lei. Corre nella regione montuosa della Giudea, perché vuole, a tutti i costi, parlare con l’anziana parente di quello che sta succedendo in lei, di quello che sta avvenendo nelle loro vite. La preghiera di quando tutto va bene diventa preghiera di lode, di ringraziamento a Dio, di consegna ancora più decisa e più forte nelle sue mani.
La preghiera di quando tutto va bene è la preghiera di chi invoca lo Spirito Santo, che sta riempiendo le vite di Elisabetta e di Maria. Il loro stesso incontro avviene sotto la sua protezione e autorità. La preghiera di quando tutto va bene non fa montare in superbia se si riconosce che tutto quello che sta capitando è frutto dello Spirito di Dio che opera nel cuore delle persone.
La preghiera di quando tutto va bene è una preghiera che si trasforma in benedizione: “Benedetta tu tra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo”. Quando tutto va bene lo Spirito di Dio aiuta a riconoscere che tutto quello che sta avvenendo è sotto la protezione, la guida dello Spirito Santo. Quando si va di bene in meglio si diventa capaci di riconoscere ciò che lo Spirito di Dio opera.
La preghiera di quando tutto va bene diventa lode: “L’anima mia magnifica il Signore!”. È l’inizio del Magnificat, la preghiera di Maria, la preghiera più dolce e più bella. La preghiera di chi sa capire che Dio, sempre, opera per il bene delle persone e sa vedere, nei piccoli segni della vita quotidiana, i segni della sua presenza. Maria li vede nella sua casa, nella casa di Elisabetta, nel popolo di Israele a cui questo segno rimanda. Quando si va di bene in meglio succede tutto questo.
Pregare quando tutto va bene
Quando si va di bene in meglio, quando non ci sono cose che turbano e rattristano la vita, è più facile dimenticarsi di Dio e credere che tutto ciò che sta andando bene, in fondo, sia frutto del proprio lavoro, delle proprie capacità, della propria costanza. Quando si va di bene in meglio, la prima cosa da fare è non dimenticarsi di Dio.
Quando si va di bene in meglio occorre chiedere la grazia della perseveranza, perché i passi di fede che si compiono siano custoditi da Dio e portino a Dio solo.
Quando si va di bene in meglio occorre chiedere che la grazia della consolazione che si sperimenta diventi lode gratuita a Dio e permetta di continuare a magnificare il suo santo nome.
Quando si va di bene in meglio occorre avere la capacità di benedire gli altri per essere benedetti. Quando tutto va bene bisogna saper lodare Dio per il bene e il bello che si vede nelle altre persone. Quando si va di bene in meglio occorre fare l’esperienza del Magnificat, la preghiera di lode di chi si sente sorretto da Dio in ogni cosa e in ogni momento.
Quando si va di bene in meglio la lode deve venire più spontanea, chiedendo a Dio quell’aumento di fede senza il quale la vita perde sapore e spessore.
Quando si va di bene in meglio, ricordiamoci di inginocchiarci davanti a Dio! È lui la fonte di ogni grazia, serenità, pace.