Settimana della penultima domenica dopo l’Epifania – lunedì
Per introdurci
Questa settimana è chiamata “della penultima” domenica dopo l’Epifania. Dopo aver contemplato la clemenza di Dio Padre, mentre ci dirigiamo verso la domenica del perdono, ormai vediamo vicina a noi la grande Quaresima. La Chiesa antica chiamava queste ultime due settimane “sessuagesima” e “quinquagesima”, per lasciare spazio alla “quadragesima” con l’inizio dell’itinerario verso la Pasqua. Anche noi cerchiamo di riscoprire questa progressiva attenzione al mistero pasquale predisponendoci già fin d’ora a questo itinerario. Oggi, poi, festeggiamo San Policarpo, grande martire dei primi secoli di vita della Chiesa.
La Parola di Dio per questo giorno
LETTURA Sap 15, 14 – 16, 3
Lettura del libro della Sapienza
Sono tutti stoltissimi e più miserabili di un piccolo bambino i nemici del tuo popolo, che lo hanno oppresso. Perché essi considerarono dèi anche tutti gli idoli delle nazioni, i quali non hanno né l’uso degli occhi per vedere, né narici per aspirare aria, né orecchie per udire, né dita delle mani per toccare, e i loro piedi non servono per camminare. Infatti li ha fabbricati un uomo, li ha plasmati uno che ha avuto il respiro in prestito. Ora nessun uomo può plasmare un dio a lui simile; essendo mortale, egli fabbrica una cosa morta con mani empie. Egli è sempre migliore degli oggetti che venera, rispetto ad essi egli ebbe la vita, ma quelli mai. Venerano anche gli animali più ripugnanti, che per stupidità, al paragone, risultano peggiori degli altri. Non sono tali da invaghirsene, come capita per il bell’aspetto di altri animali; furono persino esclusi dalla lode e dalla benedizione di Dio. Per questo furono giustamente puniti con esseri simili e torturati con una moltitudine di bestie. Invece di tale castigo, tu beneficasti il tuo popolo; per appagarne il forte appetito gli preparasti come cibo quaglie dal gusto insolito, perché quelli che desideravano cibo, a causa del ribrezzo per gli animali inviati contro di loro, perdessero anche l’istinto della fame, mentre questi, rimasti privi di cibo per un breve periodo, provassero un gusto insolito.
SALMO Sal 67 (68)
Sorgi, o Dio, a salvare il tuo popolo.
Sorga Dio e siano dispersi i suoi nemici
e fuggano davanti a lui quelli che lo odiano.
Come si dissolve il fumo, tu li dissolvi;
come si scioglie la cera di fronte al fuoco,
periscono i malvagi davanti a Dio. R
I giusti invece si rallegrano,
esultano davanti a Dio e cantano di gioia.
Cantate a Dio, inneggiate al suo nome,
appianate la strada a colui che cavalca le nubi:
Signore è il suo nome, esultate davanti a lui. R
Padre degli orfani e difensore delle vedove
è Dio nella sua santa dimora.
A chi è solo, Dio fa abitare una casa,
fa uscire con gioia i prigionieri. R
VANGELO Mc 10, 35-45
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco
In quel tempo. Si avvicinarono al Signore Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Vangelo
“Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo”. C’è, fin da subito, qualcosa che non va, nel dialogo tra il Signore e i figli di Zebedeo, lo si sente anche ad una prima superficiale lettura. C’è qualcosa che non va nella pretesa: “vogliamo”. Ma c’è qualcosa di ben peggiore nel contenuto: i due discepoli, anche se è ormai molto tempo che seguono il Signore, sembra che non abbiano capito bene. Dicono a Gesù quello che Gesù deve fare per loro! È davvero una cosa inaudita! Vorrebbero suggerire al Signore cosa è bene per loro, quasi che egli non lo sapesse. Vorrebbero dire loro al Signore come governare la storia, cosa proporre all’uomo. Se la partenza era già sbagliata, lo capiamo bene, il contenuto della richiesta è anche peggio!
“Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra”. Richiesta che cerca di ipotecare il futuro. Sembra davvero sconveniente. Gesù non replica come la situazione richiederebbe, non si sdegna perché i suoi discepoli, proprio quelli della prima ora, non hanno capito niente. Non nega il suo disappunto, che si percepisce, ma non dice nulla. Solo richiama come si arriva alla vita eterna. Non solo per quei due discepoli, ma anche per gli altri che si sdegnano e, in fondo, per ogni credente. La regola è sempre quella: “chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore”. Parole inequivocabili. Se uno mira alla vita eterna, se uno desidera arrivare alla pienezza dei giorni nella casa di Dio, altro non deve fare che dedicarsi al servizio umile, generoso, gratuito. La vita eterna ha questo comune denominatore. Il posto, perché evidentemente c’è anche una gerarchia di perfezioni nella vita eterna, è decisione di Dio.
Sapienza
Cambia il libro sapienziale che la Chiesa ci propone. Per questa settimana leggeremo il Libro della Sapienza. Il brano di oggi è un duro colpo all’idolatria. L’autore di questo passo ha ripreso molti passi del Primo Testamento. Anzitutto il Salmo, che ci insegna che ogni idolo è opera delle mani dell’uomo. Non ha occhi, orecchi, cuore. Eppure, come ben diceva il sapiente, moltissimi scelgono di idolatrare qualcosa, pervertendo la loro natura, che è quella di amare Dio che si fa conoscere attraverso i benefici della creazione. Veniva poi richiamato anche l’Esodo, ricordandoci che all’uomo idolatra è comunque dato il sostegno di Dio. Le quaglie che appaiono come sostegno del popolo di Israele, sono un segno della sua benevolenza, un segno del suo essere vicino ad ogni uomo e sostegno del cammino. Questa lettura è una ripresa di quella misericordia che abbiamo ascoltato nelle Scritture di ieri. Dio, anche all’uomo che si stacca da lui, propone comunque la sua vicinanza e il suo sostegno. Non esiste uomo che non possa dirsi cercato da Dio. Dio cerca tutti perché tutti, anche i più lontani, anche quelli più miseri, possano conoscere i benefici della sua presenza e del suo amore.
Per noi
Mentre iniziamo questa settimana, siamo allora invitati a toccare con mano i benefici di Dio che vengono donati a noi che, comunque, siamo peccatori, magari non abbiamo la spudoratezza dei figli di Zebedeo, ma, in fondo, anche noi spesso ci rivolgiamo a Dio chiedendo quello che è giusto nel nostro modo di vedere. Anche noi, talvolta, non ci interroghiamo su quale sia la volontà di Dio per noi. Ci sembra di avere già tutte le risposte e che non tocchi noi accettare quello che ci capita come segno della volontà di Dio, ma ci sembra doveroso dire a Dio quello che dovrebbe fare per noi. Evidentemente siamo anche noi privi di quella sapienza di cui ci parlava la Scrittura. Eppure Dio continua a farsi cibo per noi. Come nell’Esodo, Dio continua a farsi cibo per le nostre anime e chiama ciascuno di noi a prendersi quella parte di responsabilità che è il cammino che ci porta a conoscere la sua benevolenza, la sua presenza e il suo amore.
- Siamo pronti a prenderci questa responsabilità del cammino o preferiamo avere altre regole di vita ma non quella del servizio umile e generoso?