Martedì 22 febbraio

Settimana della penultima domenica dopo l’Epifania – martedì 

La Parola di Dio per questo giorno

LETTURA Sap 17, 1-2. 5-7. 20 – 18, 1a. 3-4
Lettura del libro della Sapienza

I tuoi giudizi sono grandi e difficili da spiegare; per questo le anime senza istruzione si sono ingannate. Infatti gli ingiusti, avendo preteso di dominare il popolo santo, prigionieri delle tenebre e incatenati a una lunga notte, chiusi sotto i loro tetti, giacevano esclusi dalla provvidenza eterna. Nessun fuoco, per quanto intenso, riusciva a far luce, neppure le luci più splendenti degli astri riuscivano a rischiarare dall’alto quella notte cupa. Appariva loro solo una massa di fuoco, improvvisa, tremenda; atterriti da quella fugace visione, credevano ancora peggiori le cose che vedevano. Fallivano i ritrovati della magia, e il vanto della loro saggezza era svergognato. Soltanto su di loro si stendeva una notte profonda, immagine della tenebra che li avrebbe avvolti; ma essi erano a se stessi più gravosi delle tenebre. Per i tuoi santi invece c’era una luce grandissima. Desti loro una colonna di fuoco, come guida di un viaggio sconosciuto e sole inoffensivo per un glorioso migrare in terra straniera. Meritavano di essere privati della luce e imprigionati nelle tenebre quelli che avevano tenuto chiusi in carcere i tuoi figli, per mezzo dei quali la luce incorruttibile della legge doveva essere concessa al mondo.

SALMO Sal 104 (105)

Proclamate fra i popoli le opere del Signore.

Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere.
A lui cantate, a lui inneggiate,
meditate tutte le sue meraviglie.
Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore. R

Li fece uscire con argento e oro;
nelle tribù nessuno vacillava.
Distese una nube per proteggerli
e un fuoco per illuminarli di notte. R

Ha fatto uscire il suo popolo con esultanza,
i suoi eletti con canti di gioia.
Ha dato loro le terre delle nazioni
e hanno ereditato il frutto della fatica dei popoli,
perché osservassero i suoi decreti
e custodissero le sue leggi. R

VANGELO Mc 10, 46b-52
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco

In quel tempo. Mentre il Signore Gesù partiva da Gerico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

Vangelo

“Coraggio! Alzati ti chiama!” ma chi è che avrà detto queste parole? Sembrano parole poco sapienti. Come si fa a dire a un cieco che ha continuato a chiamare a voce alta il nome di Gesù perché si accorgesse di lui, di avere coraggio? Non ne aveva già dimostrato abbastanza? Non aveva forse gridato per ottenere quello che aveva da chiedere nel più profondo del cuore e cioè la vista? Eppure io credo che questa persona che si è fatta vicina al cieco di Gerico abbia detto una parola piena di sapienza. È vero: a Bartimeo non mancava il coraggio. Le aveva tentate proprio tutte. Ma una cosa è urlare sperando che qualcuno ti noti, altra cosa è, poi, il presentarsi al cospetto di chi hai cercato. Chissà cosa è passato nella mente di Bartimeo, lui che non aveva mai visto Gesù, lui che aveva solo ascoltato la sua voce! Chissà che paura avrà avuto nel fare quei passi che lo hanno portato alla sua presenza. Magari si sarà chiesto cosa il Signore gli avrebbe detto, o, magari, si sarà chiesto come approcciarlo. Ottenuta quell’udienza singolare, adesso occorreva dare corpo a quell’incontro. Tutto, però, deve essere passato di colpo all’udire la voce del Signore: “cosa vuoi che io faccia per te?”. Il Figlio di Dio non solo era lì per lui, non solo lo ascoltava, ma, addirittura chiedeva cosa poteva fare per lui. Come vedete questo brano di Vangelo è la continuazione di quello di ieri: Gesù che ha richiamato la “regola del servizio”, ancora una volta dà, per primo, l’esempio.

Non solo, ecco la lode: “la tua fede ti ha salvato”. Quest’uomo viene lodato per il suo coraggio. La fede che è diventata grido è stata premiata da Dio. Il coraggio di quest’uomo è di esempio per altri.

Sapienza

Stupenda la prima lettura. Il sapiente rileggeva i fatti dell’Esodo. Con grandissima finezza, ci spiegava che ci sono due modi per rileggere quei fatti. C’è il modo umano, per cui si vedono dei segni, ma questi segni non danno nessuna luce. Ci sono uomini che si affannano, cercano una luce per la loro vita, ma non trovano ciò che cercano perché non hanno fede, sono lontani dalla luce del Signore e non capiscono che ciò che accade è volontà di Dio. Ci sono, al contrario, uomini di fede per i quali tutto è luminoso. La loro fede permette di interpretare questi eventi con una luce diversa, per la quale ogni cosa acquista il suo senso. Oltre a rileggere l’epopea dell’Esodo, il brano del sapiente si addice perfettamente al Vangelo. Anche Bartimeo è un uomo che, pur essendo nelle tenebre, capisce che il passaggio di Gesù, quel giorno, non è casuale per lui, ma è un segno della presenza di Dio nella sua vita, ed ottiene ciò che ha nel cuore. Molti avranno partecipato all’evento ma, non avendo la stessa fede di Bartimeo, pur vedendo benissimo, non hanno colto ciò che il cieco ha colto.

Per noi

La meditazione oggi ci chiede di verificarci bene su alcune cose:

  • Come reagiamo noi di fronte alle opere di Dio?
  • Sappiamo dare un giudizio di fede alle cose della nostra storia?

In realtà credo che la lettura con gli occhi della fede di ogni cosa che avviene, sia un problema anche per noi. Molto spesso facciamo anche noi molta fatica a dare una lettura giusta di ciò che capita, perché non facciamo come fa Maria, che è capace di trattenere nel cuore le cose che capitano per illuminarle con la grazia di Dio. Spesso siamo frettolosi, diamo un giudizio immediato, non comprendiamo che, per essere interpretate bene, le cose devono anche sedimentare, decantare… soprattutto, poi, non rileggiamo le cose che capitano alla luce della Parola di Dio, ma ci fermiamo agli aspetti più esteriori e superficiali degli accadimenti.

Credo che la grazia da chiedere al Signore sia questa: chiediamo la grazia della calma, chiediamo la grazia di appassionarci alla Parola di Dio, chiediamo la grazia di comprendere poco per volta il segreto delle cose che sono parte della nostra storia. Solo così potremo essere certi che il Signore accompagna da vicino la nostra esperienza di vita.

2022-02-22T10:24:13+01:00