Sabato 21 marzo

Settimana della terza domenica di Quaresima – sabato

Vangelo

Mc 6, 6b-13
Lettura del vangelo secondo Marco

In quel tempo. Il Signore Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando. Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.

Ricordando ancora che il sabato ha un ordinamento particolare di scritture, tutto volto a farci comprendere meglio il valore del Battesimo e a farci rivivere e recuperare la grazia battesimale, cerchiamo di comprendere il Vangelo di oggi.

Il cammino del battezzato è il cammino di chi evangelizza. Forse noi crediamo troppo spesso che questo debba essere solo un compito per la chiesa universale o per la chiesa istituzionale. Dimentichiamo che il compito di evangelizzare è per tutti i battezzati. Per vivere questo “munus”, per vivere questo compito, non occorre fare qualcosa di speciale, ma solamente dare testimonianza ai valori del Vangelo con la vita. Un consiglio espresso in maniera cristiana, una riflessione fatta con valori cristiani, una parola spesa per il bene, sono tutti esempi di evangelizzazione. Per evangelizzare non occorre, quindi, un titolo, uno studio, una cosa particolare. Occorre solo il desiderio di farlo e di contribuire, anche nel nostro piccolo, alla grande azione della chiesa!

Ezechiele

Ez 36, 16-17a. 22-28
Lettura del profeta Ezechiele

In quei giorni. Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Figlio dell’uomo, annuncia alla casa d’Israele: Così dice il Signore Dio: Io agisco non per riguardo a voi, casa d’Israele, ma per amore del mio nome santo, che voi avete profanato fra le nazioni presso le quali siete giunti. Santificherò il mio nome grande, profanato fra le nazioni, profanato da voi in mezzo a loro. Allora le nazioni sapranno che io sono il Signore – oracolo del Signore Dio –, quando mostrerò la mia santità in voi davanti ai loro occhi. Vi prenderò dalle nazioni, vi radunerò da ogni terra e vi condurrò sul vostro suolo. Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre impurità e da tutti i vostri idoli, vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo le mie leggi e vi farò osservare e mettere in pratica le mie norme. Abiterete nella terra che io diedi ai vostri padri; voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio».

Un altro importantissimo spunto ci è offerto dal profeta. Egli, parlando al popolo di Israele, richiama l’attenzione sullo “spirito nuovo” che Dio mette nel cuore di coloro che credono. Questo dovrebbe essere proprio lo spirito di tutti noi battezzati. Noi tutti abbiamo già quel dono dello Spirito che ci abilita a dare testimonianza della fede che abbiamo e ad essere, come diceva il profeta, un segno tra tutte le nazioni. Questo Spirito che ci è già stato dato al Battesimo e che è stato confermato nella Santa Cresima, ha bisogno però di essere costantemente nutrito. La preghiera del battezzato è ciò che rinnova il possesso dello Spirito che lo abilita poi alla testimonianza. In questi giorni di quaresima tutti dovremmo rendere più forte la nostra preghiera per rinnovare, in ciascuno di noi, questa grazia battesimale.

Corinti

2Cor 6, 14b – 7, 1
Seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Fratelli, quale rapporto può esservi fra giustizia e iniquità, o quale comunione fra luce e tenebre? Quale intesa fra Cristo e Bèliar, o quale collaborazione fra credente e non credente? Quale accordo fra tempio di Dio e idoli? Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come Dio stesso ha detto: «Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo. Perciò uscite di mezzo a loro e separatevi, dice il Signore, non toccate nulla d’impuro. E io vi accoglierò e sarò per voi un padre e voi sarete per me figli e figlie, dice il Signore onnipotente». In possesso dunque di queste promesse, carissimi, purifichiamoci da ogni macchia della carne e dello spirito, portando a compimento la santificazione, nel timore di Dio.

Un ulteriore cardine del Battesimo ci è proposto da San Paolo. Il battezzato non è uno che vive in paradiso! Per questo deve sempre fare i conti con le dimensioni più materiali dell’esistenza. In questo senso il battezzato è chiamato a verificare bene la sua esistenza, è chiamato a fare i conti con tutte quelle realtà che compongono i suoi giorni ed è chiamato ad operare una scelta: eleggere ciò che è conforme alla sua vocazione battesimale per tralasciare qualsiasi cosa che non lo porti a vivere in pienezza la sua fede e il suo battesimo. Ecco il richiamo quaresimale allo spirito di conversione e alla ricerca di ciò che favorisce la fede. Atteggiamento che tutti noi dobbiamo assumere se vogliamo far risplendere la luce del nostro battesimo.

In preghiera

Aiutaci, Signore, a far risplendere sempre il nostro battesimo. Sii tu aiuto e guida sicura perché ciascuno di noi possa essere coerente con la sua vocazione battesimale!

Esame di coscienza

  • Come è andata questa terza settimana di quaresima?
  • Come vivo il richiamo alle scelte secondo la fede?
  • Mi sento partecipe dell’opera di evangelizzazione della Madre chiesa?
2020-03-14T12:14:08+01:00