Giovedì 21ottobre

Settimana dopo la dedicazione – Giovedì

Vangelo

Lc 10, 1b-12
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Il Signore Gesù designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».

Anche oggi vorrei tentare di rileggere le due Scritture nel loro insieme. Il Vangelo, anzitutto, ci offre la meditazione sull’opera dei missionari. Quali opere sono chiamati a compiere?

La prima opera è la preghiera per le vocazioni: “pregate il padrone della messe perché mandi operai nella sua messe”. Il discepolo sa bene che, anche quando lui stesso si è reso disponibile all’opera della predicazione del Vangelo, non per questo è esente dalla preghiera perché nuove persone giungano a dare una mano alla missione. Il discepolo cerca collaboratori.

Andate come agnelli in mezzo ai lupi, non prendete…”. Il discepolo va consapevole di quest’altra opera: la sua missione è troppo grande e i suoi mezzi troppo piccoli, limitati, umili. Il discepolo è consapevole di tutto questo e si rimette nelle mani di Dio.

Pace a questa casa”. Ancora il discepolo sa di essere un uomo di pace e sa che la sua opera deve essere un’opera di pace. Sempre augura la pace nel suo cammino, ovunque si trovi.

“Restate in quella casa mangiando e bevendo”. Il discepolo compie anche questa opera: egli sa che è chiamato alla condivisione e alla relazione. Per questo si presta a compiere queste due opere con animo sereno e sollevato.

Curate i malati”. Il discepolo sa che è suo compito anche compiere quest’opera: essere vicino a coloro che sono nella sofferenza. Egli non risolverà ogni situazione, ma illuminerà ogni situazione con la luce che viene dalla fede e con la vicinanza del mistero di Dio stesso.

Scuotete la polvere dai vostri calzari”. Il discepolo compie, infine, quest’opera. Egli non prende parte alla vita di chi non vuole convertirsi. Quando ha fatto ogni cosa che gli era possibile fare in ordine all’annuncio, se ne va se vede che la sua parola e la sua azione vengono rifiutate. Il discepolo in questa maniera cerca di provocare ad un risveglio delle coscienze tutti coloro che sono ancora lontano da Dio.

Apocalisse

Ap 1, 10; 3, 1-6
Lettura del libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo

Nel giorno del Signore udii una voce potente che diceva: «All’angelo della Chiesa che è a Sardi scrivi: “Così parla Colui che possiede i sette spiriti di Dio e le sette stelle. Conosco le tue opere; ti si crede vivo, e sei morto. Sii vigilante, rinvigorisci ciò che rimane e sta per morire, perché non ho trovato perfette le tue opere davanti al mio Dio. Ricorda dunque come hai ricevuto e ascoltato la Parola, custodiscila e convèrtiti perché, se non sarai vigilante, verrò come un ladro, senza che tu sappia a che ora io verrò da te. Tuttavia a Sardi vi sono alcuni che non hanno macchiato le loro vesti; essi cammineranno con me in vesti bianche, perché ne sono degni. Il vincitore sarà vestito di bianche vesti; non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma lo riconoscerò davanti al Padre mio e davanti ai suoi angeli. Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese”».

Vanno nella medesima direzione le parole alla Chiesa di Sardi: “conosco le tue opere: ti si crede vivo e sei morto”. Come si vede l’attenzione di San Giovanni per questa Chiesa esprime tutta l’attenzione possibile alle opere dei credenti. Ci sono persone che operano, forse anche troppo. Ripetono le opere dei discepoli che Gesù aveva raccomandato ma, probabilmente, lo fanno senz’anima. Queste opere che dovrebbero parlare di vita, parlano, invece, di morte. Sono opere che dicono esteriormente una cosa, ma manca quella motivazione interiore che le rende davvero opere sante. Ecco il perché di questa parola che sembra molto dura perché vuole spronare alla fede e alla libertà. San Giovanni, in questo modo, vive anche quell’ultima opera che il Signore aveva raccomandato, cercando di essere lui stesso, per tutti i suoi uditori o lettori, motivo di sprone per la causa del Vangelo.

Per noi

Noi non siamo certo una Chiesa senza opere, non siamo persone senza opere. Il cristianesimo delle nostre terre è un cristianesimo molto vivo, vivace, attento alle necessità degli altri, capace di suscitare altre opere in coloro che guardano anche solo dall’esterno. A Milano siamo così! Ma davvero le nostre opere sono vitali? O sono semplicemente opere che riempiono il tempo, placano la coscienza, mettono a tacere quella voce interiore che ci sprona, in qualche modo, a compiere il bene? Certo, il rischio di un cristianesimo molto attivo ma che sfocia nell’attivismo e non nella operosità della fede, c’è anche per noi.

Oggi credo che la grazia fondamentale da chiedere a Dio sia proprio quella di avere uno spirito di operosità forte, ma mai lontano da quella professione di fede che rende, invece, vitali tutte le cose. Chiediamo al Signore di tenerci lontani da quell’attivismo che non genera altro che confusione, fatica, stanchezza.

Forse così la nostra Chiesa non meriterà il rimprovero di quelli di Sardi!

2021-10-09T10:31:24+02:00