Settimana della 3 domenica dopo il martirio – mercoledì – San Matteo
Il tema del giorno
San Matteo
La Parola di Dio per questo giorno
LETTURA At 1, 12-14
Lettura degli Atti degli Apostoli
Dopo che Gesù fu assunto in cielo, gli apostoli ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in giorno di sabato. Entrati in città, salirono nella stanza al piano superiore, dove erano soliti riunirsi: vi erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo figlio di Alfeo, Simone lo Zelota e Giuda figlio di Giacomo. Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui.
SALMO Sal 18 (19)
Risuona in tutto il mondo la parola di salvezza.
I cieli narrano la gloria di Dio,
l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il racconto
e la notte alla notte ne trasmette notizia. R
Senza linguaggio, senza parole,
senza che si oda la loro voce,
per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
e ai confini del mondo il loro messaggio. R
EPISTOLA Ef 1, 3-14
Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini
Fratelli, benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato. In lui, mediante il suo sangue, abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe, secondo la ricchezza della sua grazia. Egli l’ha riversata in abbondanza su di noi con ogni sapienza e intelligenza, facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo la benevolenza che in lui si era proposto per il governo della pienezza dei tempi: ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra. In lui siamo stati fatti anche eredi, predestinati – secondo il progetto di colui che tutto opera secondo la sua volontà – a essere lode della sua gloria, noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo. In lui anche voi, dopo avere ascoltato la parola della verità, il Vangelo della vostra salvezza, e avere in esso creduto, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è caparra della nostra eredità, in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato a lode della sua gloria.
VANGELO Mt 9, 9-17
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Andando via, il Signore Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori». Allora gli si avvicinarono i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».
Vangelo
Tutti conosciamo bene la storia di San Matteo e, soprattutto, la sua chiamata. La chiamata di un uomo comune, la chiamata di un uomo lontano dalle cose della fede come comunemente venivano intese nel suo tempo. La chiamata di un uomo che si lascia sorprendere. La chiamata di un uomo che sa accogliere una parola che lo riguarda e che, come segno di questa accoglienza, cambia vita e inizia un cammino nuovo. Un cammino che avviene tutto nel segno dell’accoglienza. Anzitutto l’accoglienza del maestro, che viene ospitato nella casa. Accoglienza di una nuova legge di vita: “misericordia io voglio e non sacrifici”. Legge nuova di vita che Matteo apprende subito mettendosi alla scuola di Gesù maestro. Matteo impara cosa sia la misericordia di Dio non perché legge o studia, ma perché la sente riversata su di sé. Il suo cammino di sequela che inizia, il suo cammino di apostolo che segue il Signore, il suo cammino di evangelista perfezioneranno ciò che Matteo sente fin dal primissimo istante di incontro con il Signore. Matteo apprende da Gesù stesso ad avere quello sguardo di misericordia sugli uomini, sul creato, sulle cose che cambierà tutta la sua vita. Quello sguardo di misericordia che diventerà occasione di profondissima conversione: un esattore delle tasse, abituato ad “esigere” dagli altri, diventerà un “dispensatore” di beni eterni.
Matteo imparerà così anche l’altra “legge” che il Signore promulga: “vino nuovo in otri nuovi”. Matteo non aggiusta la sua vita, non dà un ritocco a qualche aspetto che è bene cambiare, non opera un restauro: cambia proprio tutto. Dev’essere stato un uomo di grande coraggio se la grazia di Dio ha poi operato in lui questa verità. Un uomo che, certo, si è lasciato illuminare dalla grazia di Dio, ma che ha anche avuto una forte dose di amore per la novità, se ha fatto quello che ha fatto. Incurante di tutto quello che di lui si sarà detto. Incurante del giudizio che, altri, hanno certamente espresso su di lui. Matteo ci dice che il coraggio della sua storia di santità è stato quello di cambiare totalmente. Non tanto abitudini o modi di fare, ma visione di fede, idea di Dio. Questo è quello che ha permesso, poi, a San Matteo di cambiare la vita.
Coraggio che spesso manca a noi che, quando sentiamo parlare di conversione, al più tentiamo di mettere a posto un aspetto della nostra esistenza, sperando che, poi, non ci costi molto. Matteo ci dice che la conversione non è questo! La conversione è davvero un mettere tutta la vita a disposizione di Dio; è un guardare la vita con gli occhi di Dio; è un mettersi dentro una dinamica nuova nella quale si riemerge, poi, con un’adesione totalmente nuova alle cose di sempre. Relazioni, lavoro, affetti… tutto viene rinnovato da questa nuova visione che si inaugura quando realmente si incontra Cristo.
Intenzioni di preghiera
Seguendo San Matteo facciamo nascere intenzioni di preghiera.
- Preghiamo per imparare a convertirci. Lo diciamo, ma poi non ci crediamo! La conversione non è un atteggiamento che deve riguardare alcuni tempi come la Quaresima o poco più! La conversione dovrebbe essere un atteggiamento permanente del cristiano e, dunque, dovrebbe riguardare anche questo giorno. Sarebbe bello se noi potessimo domandarci quale conversione del cuore portare a compimento oggi. Ecco una prima intenzione di preghiera per la quale vi invito a pregare.
- Preghiamo per imparare a cambiare vita. Forse tutti abbiamo bisogno di capire che la conversione che il Signore chiede da noi è un modo diverso di vivere, non un’aggiustatina, magari indolore, di qualche aspetto della vita. Noi rischiamo di avere una vita nella quale i protagonisti siamo comunque noi. Cristo, al massimo, è un corollario! La conversione è più forte, incisiva, ci chiede di andare più a fondo… forse abbiamo tanti richiami di papa Francesco che ci aiutano a capire che la conversione del cuore è qualcosa di altro genere… chiediamo insieme questa grazia per non limitarci a qualche operazione superficiale.
- Preghiamo per non avere paura a mettere vino nuovo in otri nuovi! Non esistono età della vita adatte alla conversione ed età nelle quali non si può più cambiare. Tutte le età della vita sono buone per una conversione! Chiediamo la grazia di capire cosa possiamo fare noi, se vogliamo davvero fare in modo che la nostra vita assomigli sempre più a qualcosa di nuovo che apre a nuove possibilità e a nuove realtà.
All’intercessione di San Matteo affidiamo, poi, tutte le persone stanche, tutte le persone che dicono di non farcela, tutti coloro che si sentono esauriti, tutti coloro che non hanno più le forze per andare avanti. Chiediamo al Signore di fare in modo che nessuno si senta disperato, ma tutti avvertano quella grazia di Dio che apre a nuove possibilità e a nuovi orizzonti.