Mercoledì 22 marzo

Settimana della 4 domenica di quaresima – mercoledì 

La spiritualità di questo giorno di quaresima

Altri due detti del Signore in questa parte del discorso della montagna.

La Parola di questo giorno

GENESI 28, 10-22
Lettura del libro della Genesi

In quei giorni. Giacobbe partì da Bersabea e si diresse verso Carran. Capitò così in un luogo, dove passò la notte, perché il sole era tramontato; prese là una pietra, se la pose come guanciale e si coricò in quel luogo. Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco, gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa. Ecco, il Signore gli stava davanti e disse: «Io sono il Signore, il Dio di Abramo, tuo padre, e il Dio di Isacco. A te e alla tua discendenza darò la terra sulla quale sei coricato. La tua discendenza sarà innumerevole come la polvere della terra; perciò ti espanderai a occidente e a oriente, a settentrione e a mezzogiorno. E si diranno benedette, in te e nella tua discendenza, tutte le famiglie della terra. Ecco, io sono con te e ti proteggerò dovunque tu andrai; poi ti farò ritornare in questa terra, perché non ti abbandonerò senza aver fatto tutto quello che ti ho detto». Giacobbe si svegliò dal sonno e disse: «Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo». Ebbe timore e disse: «Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo». La mattina Giacobbe si alzò, prese la pietra che si era posta come guanciale, la eresse come una stele e versò olio sulla sua sommità. E chiamò quel luogo Betel, mentre prima di allora la città si chiamava Luz. Giacobbe fece questo voto: «Se Dio sarà con me e mi proteggerà in questo viaggio che sto facendo e mi darà pane da mangiare e vesti per coprirmi, se ritornerò sano e salvo alla casa di mio padre, il Signore sarà il mio Dio. Questa pietra, che io ho eretto come stele, sarà una casa di Dio; di quanto mi darai, io ti offrirò la decima».

SALMO Sal 118 (119), 105-112

A te cantiamo, Signore, davanti ai tuoi angeli.

Lampada per i miei passi è la tua parola,
luce sul mio cammino.
Ho giurato, e lo confermo,
di osservare i tuoi giusti giudizi. R

Sono tanto umiliato, Signore:
dammi vita secondo la tua parola.
Signore, gradisci le offerte delle mie labbra,
insegnami i tuoi giudizi. R

La mia vita è sempre in pericolo,
ma non dimentico la tua legge.
I malvagi mi hanno teso un tranello,
ma io non ho deviato dai tuoi precetti. R

Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti,
perché sono essi la gioia del mio cuore.
Ho piegato il mio cuore a compiere i tuoi decreti,
in eterno, senza fine. R

PROVERBI 24, 11-12
Lettura del libro dei Proverbi

Figlio mio, libera quelli che sono condotti alla morte e salva quelli che sono trascinati al supplizio. Se tu dicessi: «Io non lo sapevo», credi che non l’intenda colui che pesa i cuori? Colui che veglia sulla tua vita lo sa; egli renderà a ciascuno secondo le sue opere.

VANGELO Mt 7, 13-20
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano! Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete».

Il discorso della montagna

Parto dal primo detto. “Entrate per la porta stretta”. L’immagine è chiara per chi viveva nel tempo delle città murate, per chi passava per le porte abitualmente, magari anche più volte al giorno. Noi, in tutt’altra epoca, abbiamo altre esperienze. Tuttavia credo che l’immagine sia ancora molto eloquente. Essa ci ricorda anche in modo visibile che la strada della fede non assomiglia ad una strada in discesa e con larghi varchi di accesso alle varie tappe. Al contrario, è più simile ad una strada in salita e gli accessi sono proprio stretti, difficili da passare. Gesù ci dice chiaramente di passare per queste strade, di scegliere queste porte, di ricordarci che la vita di fede, al pari delle altre cose della vita, richiede scelta, impegno, decisione, grinta. Un detto molto forte, perché ci mette davanti più alle difficoltà del credere che alla bellezza del credere! Il che, detto francamente, è più un disincentivo alla fede che non un incentivo! Eppure la fede è così e a tutti è chiesto di scegliere la porta stretta, se non si vuole perdere il senso del proprio cammino e se si vuole raggiungere l’obiettivo finale: la santità. Il discorso della montagna mira a questo, mira a renderci santi! Capaci solamente di desiderare le cose di Dio e quelle che edificano tutta l’esistenza.

Il secondo detto: “Guardatevi dai falsi profeti… dai loro frutti potete riconoscerli…”. Il tema dei falsi profeti, ovvero di uomini che si spacciano per uomini di Dio ma non lo sono, è molto presente nella Scrittura, soprattutto nel Primo Testamento. Per falso profeta si intende chi viene nel nome del Signore, chi dice di agire a nome di Dio, ma proponendo cose che portano da tutt’altra parte. Tale proposta non è evidente, ma subdola. Ecco perché molti si lasciano irretire dai falsi profeti. I due detti, poi, sono correlati tra loro. Falso profeta è chi non invita a entrare per la porta stretta. Detto fuor di metafora falso profeta è l’uomo che pretende di essere un uomo di Dio ma che non edifica le coscienze, che non sprona al bene, che approva tutto, che giustifica tutto, che rende facile la vita di tutti per rendere facile la propria. Falso profeta è chi viene nel nome di Dio senza condurre a Dio. Falso profeta è chi dice all’uomo le cose che l’uomo vuole sentirsi dire e non quelle che Dio vuole dire agli uomini.

A questo secondo detto è posta come un’appendice: è la parte che riguarda gli alberi buoni e quelli cattivi. Parte che non sta tanto ad indicare come giudicare gli altri, come descrivere il comportamento degli altri, ma il proprio. Questa parte del Vangelo chiede che ciascuno sappia anzitutto verificare sé stesso e sappia poi giudicare gli altri, ovvero chi è profeta e chi no, chi viene nel nome di Dio e chi no. Il Vangelo propone una revisione di vita che si adatta benissimo a questo tempo quaresimale. Revisione che ci chiede di essere molto attenti a come viviamo, a come ci comportiamo, perché è da queste cose che si capisce la nostra identità. L’accento della predicazione del Signore è proprio sull’identità. Le cose che si pensano, che si dicono, che si fanno, non hanno tanto valore in sé, quanto piuttosto dicono chi siamo noi che compiamo queste cose, pensiamo in questo modo, diciamo alcune parole piuttosto che altre. Detto ancora altrimenti, il Signore ha a cuore che noi sappiamo fare la nostra analisi interiore, per capire se lo stiamo veramente seguendo o se la nostra sequela è una sequela solo a parole.

Il nostro cammino di fede

Il nostro cammino di fede trova anche oggi nutrimento grande. Credo che tutti siamo chiamati a chiederci, anzitutto, chi siamo noi che stiamo compiendo questo cammino di Quaresima. Mentre, ormai, siamo già nella seconda parte del cammino, nella seconda parte del nostro itinerario quaresimale, credo sia fondamentale chiederci:

  • Cosa sta cambiando in me? Cosa cresce in me che voglio essere assiduo al mio cammino spirituale?

Soprattutto credo che tutti dovremmo verificarci per capire se stiamo scegliendo una fede che sia anche porta stretta o se stiamo scegliendo porte larghe che, però, non portano da nessuna parte, se non lontano dal Signore. Credo che questa sia la tentazione contro la quale dobbiamo combattere più spesso.

Oppure credo che ci dovremmo tutti interrogare su quali sono i maestri di fede che ci stiamo scegliendo. Cerchiamo parole di conforto o parole che ci spronano? Cerchiamo solo le stesse parole di sempre o siamo in ascolto dei maestri che Dio mette sul nostro cammino per capire cosa stiamo scegliendo e dove vogliamo andare? Forse non cerchiamo nemmeno più di tanto maestri di fede. Forse ci lasciamo solamente andare a qualche lettura “sicura” che tranquillizzi la coscienza e che non ci permetta di spaziare… credo che la cosa non vada bene! Piuttosto cerchiamo di rimetterci alla scuola dello Spirito che ci indica i maestri di fede che possiamo seguire e che dobbiamo seguire, se non vogliamo fallire la meta. Cerchiamoci maestri dello Spirito che siano veramente tali, per giungere ad una meta sicura di felicità eterna.

Intenzioni di preghiera

Preghiamo per i maestri della fede, perché sappiano spronarci per entrare nella porta stretta e non ci tranquillizzino la coscienza e basta.

Preghiamo per noi, perché sappiamo scegliere la porta stretta che non ci attira, non ci aggrada, ma che è la via stessa che ha percorso Cristo.

Preghiamo perché nella prossima settimana santa sappiamo seguire Cristo umiliato e povero che sceglie la via strettissima della sofferenza e del dolore per redimere il mondo.

2023-04-01T17:02:18+02:00