Lunedì 22 aprile

Settimana della 4 domenica di Pasqua – Lunedì

La spiritualità di questa settimana

San Marco e le beate Caterina e Giuliana del Sacro Monte di Varese sono i santi che ricorderemo particolarmente in questi giorni che ci faranno leggere la continuazione degli Atti degli Apostoli come è previsto da questo tempo di Pasqua.

La Parola di questo giorno

LETTURA At 9, 31-43
Lettura degli Atti degli Apostoli

In quei giorni. La Chiesa era in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria: si consolidava e camminava nel timore del Signore e, con il conforto dello Spirito Santo, cresceva di numero. E avvenne che Pietro, mentre andava a far visita a tutti, si recò anche dai fedeli che abitavano a Lidda. Qui trovò un uomo di nome Enea, che da otto anni giaceva su una barella perché era paralitico. Pietro gli disse: «Enea, Gesù Cristo ti guarisce; àlzati e rifatti il letto». E subito si alzò. Lo videro tutti gli abitanti di Lidda e del Saron e si convertirono al Signore. A Giaffa c’era una discepola chiamata Tabità – nome che significa Gazzella – la quale abbondava in opere buone e faceva molte elemosine. Proprio in quei giorni ella si ammalò e morì. La lavarono e la posero in una stanza al piano superiore. E, poiché Lidda era vicina a Giaffa, i discepoli, udito che Pietro si trovava là, gli mandarono due uomini a invitarlo: «Non indugiare, vieni da noi!». Pietro allora si alzò e andò con loro. Appena arrivato, lo condussero al piano superiore e gli si fecero incontro tutte le vedove in pianto, che gli mostravano le tuniche e i mantelli che Gazzella confezionava quando era fra loro. Pietro fece uscire tutti e si inginocchiò a pregare; poi, rivolto al corpo, disse: «Tabità, àlzati!». Ed ella aprì gli occhi, vide Pietro e si mise a sedere. Egli le diede la mano e la fece alzare, poi chiamò i fedeli e le vedove e la presentò loro viva. La cosa fu risaputa in tutta Giaffa, e molti credettero nel Signore. Pietro rimase a Giaffa parecchi giorni, presso un certo Simone, conciatore di pelli.

SALMO Sal 21 (22)

A te la mia lode, Signore, nell’assemblea dei fratelli.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.

Lodate il Signore, voi suoi fedeli,
gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe.
Scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli.
I poveri mangeranno e saranno saziati,
loderanno il Signore quanti lo cercano;
il vostro cuore viva per sempre! R

Ricorderanno e torneranno al Signore
tutti i confini della terra;
davanti a te si prostreranno
tutte le famiglie dei popoli.

A lui solo si prostreranno
quanti dormono sotto terra,
davanti a lui si curveranno
quanti discendono nella polvere. R

Io vivrò per lui, lo servirà la mia discendenza.
Si parlerà del Signore alla generazione che viene;
annunceranno la sua giustizia;
al popolo che nascerà diranno:
«Ecco l’opera del Signore!». R

VANGELO Gv 6, 44-51
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo. Il Signore Gesù disse alla folla: «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

Atti

Un bellissimo ritratto di vita di una comunità cristiana “normale”, direi quasi di una parrocchia. Ecco cosa ci offrono gli Atti in questo giorno.

È normale che, in una comunità cristiana, ci siano dei malati ed è normale che ci siano persone che se ne prendono cura e fratelli, anche solo nella fede, che pregano per loro e chiedono la preghiera di altri, perché salga più forte a Dio l’intercessione.

È normale che, in una comunità cristiana, ci siano donne generose, che mettono a disposizione quello che sanno fare, fosse anche solo la capacità di cucire. È normale che ci siano persone che danno il poco che possono o il poco che sanno fare, ma arricchendo, in questo modo, la comunità cristiana che si avvale dei carismi di ciascuno.

Ed è anche normale che un Papa, il primo Papa, Pietro, si lasci guidare dalle richieste dei fedeli e che visiti le comunità cristiane dove agisce, in concreto, lo Spirito. Oggi parleremmo di “viaggi apostolici”, ma la sostanza rimane la stessa.

In questa vita normale si vede lo Spirito che agisce. Agisce su un malato, certo, in forma straordinaria risuscita un morto, agisce nel bene che si vede anche attraverso il ministero dei pastori.

Vangelo

Che cosa sostiene tutto questo? Quale forza tiene insieme i sani e i malati, i giovani e i vecchi, i laici e i presbiteri o, più in generale, i pastori della Chiesa? Solo la forza che viene dall’Eucarestia, come ci è stato detto nel Vangelo. La fede è un dono, un dono che può capire solo chi lo riceve e chi lo coltiva. Un dono che si rende sempre più forte grazie alla S. Messa celebrata con fede, un dono che si rende sempre più forte e sempre più intenso proprio grazie alla celebrazione eucaristica, che è il Sacramento che vede radunati tutti in atteggiamento di adorazione e di preghiera, in atteggiamento di unione reciproca e fraterna, in atteggiamento di pace e di solidarietà davanti a Dio.

Dio, che agisce nel cuore di ciascuno, rinsalda i legami, risana i malati infondendo loro nuova speranza e nuova gioia di vivere, rende certi dell’esito di vita eterna coloro che sono nell’ombra della morte. È l’Eucarestia la forza vitale di ogni comunità cristiana, è l’Eucarestia la forza vitale di ogni comunità nella quale si loda il nome di Dio.

Per noi e per il nostro cammino di fede

Credo che le realtà a cui hanno fatto riferimento le Scritture siano le medesime che sperimentiamo in molti, in tutte le comunità cristiane. Noi mettiamo la S. Messa al centro di ogni nostra attività pastorale e, in virtù della forza che viene da essa, vediamo crescere i nostri rapporti, vediamo rinsaldarsi le comunità cristiane, vediamo che tutte le generazioni possono trarre alimento e forza da quell’unico sacramento che è il sacramento della salvezza e della pace.

Così vediamo fiorire anche tra noi i diversi carismi e vediamo tante persone buone e generose che si danno da fare per mettere i talenti a disposizione gli uni degli altri, arricchendo, in questo modo, l’intera comunità cristiana. Credo che oggi tutti quanti dovremmo ringraziare profondamente il Signore per quello che vediamo. Ringraziamolo perché vediamo cosa nasce nel cuore di tanta gente generosa, per la donazione sincera che vediamo testimoniata da molti all’interno di una comunità come la nostra. Non solo ringraziamo, mettiamoci anche noi, qualora non lo fossimo già, a servizio del bene che si coltiva in una comunità cristiana. Dopo una lettura di questo genere credo che tutti dovremmo capire che siamo chiamati proprio a questo. Dove non ci fosse la forza, il tempo, la capacità di fare questo, cerchiamo di metterci al servizio degli altri almeno con la preghiera. Il Signore che vede nel segreto dei cuori ci ricompenserà.

Provocazioni dalla Parola

  • Ringrazio il Signore per il tanto bene che c’è intorno a me?
  • Cerco di darmi da fare anch’io, come posso, per coltivare i miei doni e i miei carismi?
  • Cerco di sostenere con la mia capacità di donazione la comunità di cui sono parte?
2024-04-18T17:40:49+02:00