Martedì 23 aprile

Settimana della 4 domenica di Pasqua – martedì

La spiritualità di questa settimana

Esiti di vita e di fede diversi di fronte ai problemi della vita. Le due letture ci mostrano proprio questo: due possibili esiti di vita diversi rispetto alle domande di fede che si hanno nel cuore.

La Parola di questo giorno

LETTURA At 10, 1-23a
Lettura degli Atti degli Apostoli

In quei giorni. Vi era a Cesarèa un uomo di nome Cornelio, centurione della coorte detta Italica. Era religioso e timorato di Dio con tutta la sua famiglia; faceva molte elemosine al popolo e pregava sempre Dio. Un giorno, verso le tre del pomeriggio, vide chiaramente in visione un angelo di Dio venirgli incontro e chiamarlo: «Cornelio!». Egli lo guardò e preso da timore disse: «Che c’è, Signore?». Gli rispose: «Le tue preghiere e le tue elemosine sono salite dinanzi a Dio ed egli si è ricordato di te. Ora manda degli uomini a Giaffa e fa’ venire un certo Simone, detto Pietro. Egli è ospite presso un tale Simone, conciatore di pelli, che abita vicino al mare». Quando l’angelo che gli parlava se ne fu andato, Cornelio chiamò due dei suoi servitori e un soldato, uomo religioso, che era ai suoi ordini; spiegò loro ogni cosa e li mandò a Giaffa. Il giorno dopo, mentre quelli erano in cammino e si avvicinavano alla città, Pietro, verso mezzogiorno, salì sulla terrazza a pregare. Gli venne fame e voleva prendere cibo. Mentre glielo preparavano, fu rapito in estasi: vide il cielo aperto e un oggetto che scendeva, simile a una grande tovaglia, calata a terra per i quattro capi. In essa c’era ogni sorta di quadrupedi, rettili della terra e uccelli del cielo. Allora risuonò una voce che gli diceva: «Coraggio, Pietro, uccidi e mangia!». Ma Pietro rispose: «Non sia mai, Signore, perché io non ho mai mangiato nulla di profano o di impuro». E la voce di nuovo a lui: «Ciò che Dio ha purificato, tu non chiamarlo profano». Questo accadde per tre volte; poi d’un tratto quell’oggetto fu risollevato nel cielo. Mentre Pietro si domandava perplesso, tra sé e sé, che cosa significasse ciò che aveva visto, ecco gli uomini inviati da Cornelio: dopo aver domandato della casa di Simone, si presentarono all’ingresso, chiamarono e chiesero se Simone, detto Pietro, fosse ospite lì. Pietro stava ancora ripensando alla visione, quando lo Spirito gli disse: «Ecco, tre uomini ti cercano; àlzati, scendi e va’ con loro senza esitare, perché sono io che li ho mandati». Pietro scese incontro a quegli uomini e disse: «Eccomi, sono io quello che cercate. Qual è il motivo per cui siete venuti?». Risposero: «Il centurione Cornelio, uomo giusto e timorato di Dio, stimato da tutta la nazione dei Giudei, ha ricevuto da un angelo santo l’ordine di farti venire in casa sua per ascoltare ciò che hai da dirgli». Pietro allora li fece entrare e li ospitò.

SALMO Sal 86 (87)

Popoli tutti, lodate il Signore, alleluia.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.

Sui monti santi egli l’ha fondata;
il Signore ama le porte di Sion
più di tutte le dimore di Giacobbe.
Di te si dicono cose gloriose, città di Dio! R

Iscriverò Raab e Babilonia
fra quelli che mi riconoscono;
ecco Filistea, Tiro ed Etiopia: là costui è nato.
Si dirà di Sion: «L’uno e l’altro in essa sono nati
e lui, l’Altissimo, la mantiene salda». R

Il Signore registrerà nel libro dei popoli:
«Là costui è nato».
E danzando canteranno:
«Sono in te tutte le mie sorgenti». R

VANGELO Gv 6, 60-69
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo. Molti dei discepoli del Signore Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

Atti

Il primo esito è quello di Cornelio, un pagano, un centurione. Eppure, un uomo timorato di Dio, diceva il testo. Già questo dovrebbe farci riflettere e ricordarci che possono esserci molti uomini seriamente “timorati di Dio”, cioè di fede, ovunque, anche dove sembra non esserci fede. In secondo luogo, quest’uomo è un uomo che si lascia interrogare dalle cose che sente nella sua coscienza. Così, quando ha questa visione di cui ci ha parlato il testo, Cornelio non esita ad andare avanti, ad indagare. È un uomo che ha a cuore un solo desiderio: cercare il Signore attraverso i modi in cui si manifesta. È un uomo che pensa, è un uomo che sa andare nel profondo, è un uomo che sa rimettersi in cammino, nonostante le cose difficili del tempo o le cose difficili che accadono nella coscienza. È l’esito buono degli uomini che non sono superficiali; è l’esito di vita buono di coloro che sanno ancora prestare fede alle ispirazioni del cuore; è l’esito buono di tutti coloro che riescono a vivere momenti di fede intensa e reale.

Vangelo

Accanto a questo esito ne è possibile, però, un altro. L’esito di chi si chiude, di fronte alla difficoltà del credere, l’esito di chi, specie nei momenti di dubbio, di incomprensione, di domanda, preferisce chiudere il rapporto con la coscienza e con Dio e dedicarsi ad altro. Già Gesù ha sperimentato che questa possibilità c’è sempre, se è vero, come leggiamo, che appena egli accenna a realtà più complesse molti se ne vanno, non vogliono più stare con lui, lo abbandonano. È l’esito possibile della vita di chi vive in modo superficiale, di chi ha paura a scendere dentro se stesso per interrogarsi, l’esito di vita di chi non sa mai come comportarsi di fronte alle grandi domande dell’esistenza. Invece di lasciarsi prendere per mano proprio dal Signore che ha istituito l’Eucarestia, come sentivamo ieri, come forza per i viandanti e per i peccatori, preferisce chiudere ogni rapporto con Dio.

Per noi e per il nostro cammino di fede

Noi da che parte stiamo?

Perché, sinceramente parlando, conosco molta più gente che se ne è andata, in un momento di crisi e di dubbio, rispetto a quelli che sono rimasti. Conosco molta più gente che ha preferito non farsi domande rispetto a chi, invece, ha saputo ed ha voluto scendere nel profondo di sé stessa. Conosco molta più gente che non ha più voluto avere nessuna forma di celebrazione, nessun rapporto con i sacramenti, rispetto a quelli che, invece, hanno intensificato la loro presenza, la loro preghiera, la loro attenzione.

Sono certo che è così anche nella vita di tutti voi. A dircelo sono le esperienze che facciamo a partire dalle nostre famiglie, dove vediamo bene che i giovani si bloccano di fronte a realtà anche minime e lasciano perdere ogni cammino.

Spesso ci domandiamo perché tutto questo? La risposta del Vangelo mi pare chiara. Quando uno preferisce altro, quando uno non si interroga più e non interroga più la fede, soprattutto quando uno smette di parlare con Dio, Dio si ritira. Non si impone, non obbliga, non reclama, tantomeno maledice o si arrabbia. Semplicemente lascia fare. Un’anima ha, dunque, la possibilità di andare lontano dal Signore. Un’anima ha la possibilità di essere chiusa in sé stessa e di abbandonare il rapporto con Dio, certo, impoverendosi, perché quando si chiude un dialogo si diventa sempre più poveri.

Cosa fare? In questi casi non c’è altra ricetta spirituale che quella di San Pietro, che consiste nel dirsi: se io lascio il Signore, se me ne vado, quale altra risorsa avrò? Chi mi aiuterà? Credo che sia proprio questa la posizione che dovremmo vivere quando siamo in momenti di questo genere e consigliare ad altri, quando vediamo uomini o donne camminare incerti sulle vie della fede. Raccomandiamo l’Eucarestia come rimedio, raccomandiamo l’Eucarestia come sostegno! Troveremo dei fratelli perché Dio parlerà ai loro cuori.

Provocazioni dalla Parola

  • Quale esperienza ho io in questo campo?
  • L’Eucarestia mi aiuta?
  • Come vivo la vicinanza a chi è in crisi di fede?
2024-04-18T17:46:02+02:00