Settimana della 11 domenica dopo Pentecoste – lunedì – Madonna Regina
La Madonna Regina e San Bartolomeo sono le due grandi feste di questa settimana, undicesima dopo la Pentecoste. Per il resto la liturgia ci farà leggere il secondo libro delle Cronache che è il testo proprio di questi giorni liturgici, unito, come sempre, alle parole di San Luca.
La Parola di Dio per questo giorno
LETTURA 2Cr 17, 1-6; 19, 4-11
Lettura del secondo libro delle Cronache
In quei giorni. Al posto di Asa divenne re suo figlio Giòsafat, che si fortificò contro Israele. Egli mise guarnigioni militari in tutte le fortezze di Giuda; nominò governatori per il territorio di Giuda e per le città di Èfraim occupate dal padre Asa. Il Signore fu con Giòsafat, perché egli camminò sulle vie seguite prima da suo padre e non ricercò i Baal, ma piuttosto ricercò il Dio di suo padre e ne seguì i comandi, senza imitare Israele. Il Signore consolidò il regno nelle mani di Giòsafae tutto Giuda gli portava offerte. Egli ebbe ricchezze e gloria in quantità. Il suo cuore divenne forte nel seguire il Signore; eliminò anche le alture e i pali sacri da Giuda. Giòsafarimase a Gerusalemme; poi si recò di nuovo fra il suo popolo, da Bersabea alle montagne di Èfraim, riportandolo al Signore, Dio dei loro padri. Egli stabilì giudici nel territorio, in tutte le fortezze di Giuda, città per città. Ai giudici egli raccomandò: «Guardate a quello che fate, perché non giudicate per gli uomini, ma per il Signore, il quale sarà con voi quando pronuncerete la sentenza. Ora il terrore del Signore sia con voi; nell’agire badate che nel Signore, nostro Dio, non c’è nessuna iniquità: egli non ha preferenze personali né accetta doni». Anche a Gerusalemme Giòsafacostituì alcuni leviti, sacerdoti e capifamiglia d’Israele, per il giudizio del Signore e le liti degli abitanti di Gerusalemme. Egli comandò loro: «Voi agirete nel timore del Signore, con fedeltà e con cuore integro. Su ogni causa che vi verrà presentata da parte dei vostri fratelli che abitano nelle loro città – si tratti di omicidio o di una questione che riguarda una legge o un comandamento o statuti o decreti – istruiteli, in modo che non si mettano in condizione di colpa davanti al Signore e il suo sdegno non si riversi su di voi e sui vostri fratelli. Agite così e non diventerete colpevoli. Ecco, Amaria, sommo sacerdote, sarà vostro capo in tutte le cose del Signore, mentre Zebadia, figlio di Ismaele, capo della casa di Giuda, in tutte le cose del re; in qualità di scribi sono a vostra disposizione i leviti. Coraggio, mettetevi al lavoro. E il Signore sia con chi è buono».
SALMO Sal 5
Signore, guidami con giustizia.
Tu hai in odio tutti i malfattori,
tu distruggi chi dice menzogne.
Sanguinari e ingannatori,
il Signore li detesta. R
Io, invece, per il tuo grande amore,
entro nella tua casa;
mi prostro verso il tuo tempio santo
nel tuo timore. R
Guidami, Signore, nella tua giustizia
a causa dei miei nemici;
spiana davanti a me la tua strada.
Gioiscano quanti in te si rifugiano,
esultino senza fine. R
Proteggili, perché in te si allietino
quanti amano il tuo nome,
poiché tu benedici il giusto, Signore,
come scudo lo circondi di benevolenza. R
VANGELO Lc 12, 1-3
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e il Signore Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze».
Cronache
La questione morale. Credo che il “succo” di questa pagina sia proprio questo, un forte richiamo alla questione morale. Lo abbiamo sentito nel ricordo dell’opera storica di Giosafat, che, come re, ebbe l’idea di istituire giudici che “giudicassero nel nome del Signore”. Giosafat, uomo di fede, ricorda che la giustizia amministrata dagli uomini deve, in qualche modo, richiamare la giustizia di Dio. Giusto, propriamente parlando, è solo il Signore. Ecco il perché di quel richiamo fortissimo all’integrità morale del giudice. Il giudice non deve giudicare secondo le apparenze, non deve lasciarsi corrompere ed esprimere giudizi viziati, non deve fare altro che riproporre la giustizia di Dio, interrogandosi lui stesso per primo su come proporre agli uomini ciò che Dio chiede. Il giudice deve essere un uomo di grandissima moralità. Da questo suo aspetto personale deriva ogni altra cosa.
Vangelo
Questo tema è ripreso da San Luca, che ricorda che l’uomo spirituale non ha nulla da temere e, per questo, non nasconde nulla, non vive di sotterfugi, di parole sussurrate, di accordi privati, di cose nascoste. L’uomo di Dio, il discepolo del Signore, vive di verità, non ha da temere che le cose vengano dette chiaramente, opera sempre perché tutto sia limpido, a partire dal suo sguardo sulle cose, sulla realtà, sugli uomini. Il discepolo del Signore sa che Dio è piena luce e, per questo, ama solo le cose che sono in piena luce. Il discepolo del Signore si comporta sempre in questo modo, perché ama Dio e vive le cose che vengono da Dio come una rivelazione di grazia.
Per noi
Chissà quante volte abbiamo sentito parlare della “questione morale”. Chissà quante volte l’abbiamo sentita nominare in diversi contesti: personali, ecclesiali, sociali, politici, economici… Ci sono state, nel nostro paese, intere stagioni politiche dedicate proprio alla questione morale. Forse è bene rimettere un certo ordine e lasciare che questa parola di Dio parli a ciascuno di noi.
Anzitutto ricordandoci che la questione morale è una domanda che noi dobbiamo porre a noi stessi circa la nostra morale, il nostro modo di vivere, comportarci, decidere delle cose… siamo noi i primi a doverci chiedere:
- Cosa è, per me, la questione morale?
- Come mi comporto io su questi argomenti?
Ricordando ciò che le Scritture ci hanno detto: la morale nasce dalla fede. Quando la vita di fede è intensa, anche la vita morale è attenta. Quando la vita di fede va in crisi, certo è difficile vivere i valori del Vangelo. Ci sono, poi, questioni molto complesse che il vivere sociale, le conquiste della tecnica, il mondo in cui viviamo, sottopongono alla nostra coscienza. Molto spesso l’approccio a queste questioni, spesso riguardanti la bioetica, cioè questioni essenziali sulla vita dell’uomo, è emotivo, irrazionale, incapace di discernimento. Il cristiano, proprio perché è un uomo che ha passione per la verità, affronta questi temi non per sentito dire, non in preda alle emozioni che, per natura loro, sono innumerevoli e mutevoli, ma partendo dalla Parola di Dio, che tutto rischiara con la sua luce e che tutto conduce verso la verità. Quando siamo di fronte a temi difficili, tutti noi credenti dovremmo iniziare a chiederci cosa ci dice Dio, la sua parola, la sua rivelazione, per poi lasciare che sia questa verità ad illuminare la reazione meno razionale, più emotiva, più immediata.
- È questo il nostro modo di procedere?
- Siamo convinti di questo tipo di approccio?
Lasciamo, come sempre, che la Parola di Dio ci illumini e ci guidi, solo così potremo recuperare quella radice profonda che è la fede, che ci aiuterà anche a comprendere le posizioni degli altri. Perché, come ci ha detto il Vangelo, il credente che si lascia illuminare dalla Parola di Dio, illumina, a sua volta, con la sua parola, tutti, sapendo discernere e orientare il pensiero di ciascuno.
Oggi invochiamo il nome di Maria con il titolo di Regina. Alla Madonna Regina chiediamo questa grazia, per essere davvero e tutti corresponsabili di quell’azione di grazia che rende vere le nostre vite.