Martedì 23 agosto

Settimana della 11 domenica dopo Pentecoste – martedì 

La Parola di Dio per questo giorno

LETTURA 2Cr 28, 16-18a. 19-25
Lettura del secondo libro delle Cronache

In quel tempo il re Acaz mandò a chiedere aiuto al re d’Assiria. Gli Edomiti erano venuti ancora una volta e avevano sconfitto Giuda e fatto prigionieri. Anche i Filistei si erano sparsi per le città della Sefela e del Negheb di Giuda. Questo accadde perché il Signore aveva umiliato Giuda a causa di Acaz, re d’Israele, che aveva permesso ogni licenza in Giuda ed era stato infedele al Signore. Tiglat-Pilèser, re d’Assiria, venne contro di lui e lo oppresse anziché sostenerlo. Acaz spogliò il tempio del Signore, il palazzo del re e dei prìncipi e consegnò tutto all’Assiria, ma non ne ricevette alcun aiuto. Anche quando si trovava alle strette, continuava a essere infedele al Signore: così era il re Acaz. Sacrificò agli dèi di Damasco, che lo avevano sconfitto, dicendo: «Poiché gli dèi dei re di Aram portano a loro aiuto, io sacrificherò a essi e mi aiuteranno». In realtà, essi provocarono la sua caduta e quella di tutto Israele. Acaz radunò gli arredi del tempio di Dio e li fece a pezzi; chiuse le porte del tempio di Dio, mentre eresse altari in tutti i crocicchi di Gerusalemme. In tutte le città di Giuda eresse alture per bruciare incenso ad altri dèi, provocando così lo sdegno del Signore, Dio dei suoi padri.

SALMO Sal 78 (79)

Non imputare a noi, Signore,
le colpe dei nostri padri.

O Dio, hanno profanato il tuo santo tempio.
Hanno abbandonato i cadaveri dei tuoi servi
in pasto agli uccelli del cielo,
la carne dei tuoi fedeli agli animali selvatici. R

Siamo divenuti il disprezzo dei nostri vicini,
lo scherno e la derisione di chi ci sta intorno.
Fino a quando sarai adirato, Signore: per sempre?
Arderà come fuoco la tua gelosia? R

Riversa il tuo sdegno sulle genti che non ti riconoscono
e sui regni che non invocano il tuo nome,
perché hanno divorato Giacobbe,
hanno devastato la sua dimora. R

Aiutaci, o Dio, nostra salvezza,
per la gloria del tuo nome;
liberaci e perdona i nostri peccati
a motivo del tuo nome. R

Perché le genti dovrebbero dire:
«Dov’è il loro Dio?».
Si conosca tra le genti, sotto i nostri occhi,
la vendetta per il sangue versato dei tuoi servi. R

VANGELO Lc 12, 4-7
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!».

Cronache

Possiamo rileggere la lettura delle Cronache sulla falsariga della lettura di ieri. Abbiamo sentito del Re Acaz. È un re immorale, un re che abbandona la fede, un re che si allontana da Dio. Per questo le Cronache ci hanno detto che egli non solo andò in rovina come persona, ma portò alla rovina tutto Israele. L’immoralità del re si riversò sul popolo ed ecco che accade quello che era prevedibile: l’allontanamento dal Signore e l’avvicinamento a dei stranieri portano alla rovina. Era molto bella la descrizione per cui si oppone la chiusura del tempio all’erezione di altari per gli dei pagani ai crocicchi delle strade. Una descrizione non solo di ciò che accadde, ma di ciò che accade sempre quando si abbandona il Signore: ci si attacca a qualsiasi cosa pur di avere dei punti di riferimento. Un tempo gli dei pagani erano statue, oggi potremmo dire una serie infinita di realtà della vita dell’uomo: il lavoro, i soldi, la bellezza, il mito della perenne giovinezza… Quando si abbandona il Signore l’anima si abbandona a qualsiasi cosa che possa diventare punto di riferimento per una coscienza. Il modello è sempre lo stesso, le realtà a cui si giunge possono essere diverse.

Vangelo

Con grande forza il Signore parlava all’uomo di fede, al credente. Se è vero che capita così nel mondo, se è vero che capita così nella storia, se è vero che può accadere questo in moltissimi campi, il credente reagisce in modo diverso. A chi vuole spegnere la fede, a chi vuole chiudere la porta al mistero di Dio, a chi viene anche con minacce o, al contrario, con lusinghe per distogliere una coscienza da Dio, il credente risponde allo stesso modo, sempre. Ovvero ricordandosi di “Colui che ha il potere di gettare nella Geenna”. La predicazione di Gesù non è certo una minaccia, ma semplicemente il tentativo di dire che se un uomo, se una donna hanno fede, ciò che a loro viene richiesto è di ricordarsi della vita eterna. Quando la fede è minacciata, il credente si rifugia nel pensiero della vita eterna, non certo per fuggire alle cose del tempo, ma per ricordare a sé stesso perché crede, perché vive in un certo modo, perché si obbliga ad un dato comportamento. Chi ha il pensiero della vita eterna diventa capace di affrontare qualsiasi cosa e non si lascia distrarre da nessuna negatività. L’uomo di fede sa molto bene che tutto ciò che dovrà anche sopportare o ciò di cui sarà privato, lo avvicina sempre più alla vita in Dio. Questo basta a chi ha fede per sopportare qualsiasi difficoltà che l’uomo può proporre o imporre.

Non solo. Il credente sa sempre che Dio accompagna. Dio non lascia soli. Dio non dimentica. Come non dimentica anche il passero, metro di paragone per indicare le cose piccole della creazione. Se Dio non si dimentica nemmeno di loro, Dio non si dimentica di curare la realtà più piccola e insignificante della creazione, cosa non farà per l’uomo? Uomo pensato, in Dio, come vertice, come apice, come centro di tutta quanta la creazione.

Per noi

  • Noi come reagiamo quando la fede è minacciata?
  • Abbiamo la fermezza di fede che è stata insegnata da Gesù al credente?
  • Ci perdiamo in altre vie?

Credo che tutti, mentre rileggevamo le Cronache, abbiamo intuito che qualcosa del genere avviene anche nel nostro tempo. Infatti anche oggi moltissimi uomini influenti cercano di distogliere dalla fede molte coscienze. Di fatto, per altro, ci riescono. Sono moltissimi coloro che si allontanano dalla fede a causa del comportamento maldestro di molti. Sono moltissimi quelli che, per diverso genere di cose, portano molti alla perdizione. Noi come reagiamo? Spesso stiamo zitti, spesso ci lasciamo traviare, spesso son proprio le anime dei credenti a cadere nelle differenti forme di lusinghe che ci vengono proposte. Non dovrebbe essere questo il nostro modo di fare, il modo di agire che ci riguarda e che ci compete. Noi dovremmo, piuttosto, reagire come il Vangelo ci ha indicato, ovvero rimanendo saldi in quella professione di fede che ci deve orientare verso la vita eterna. È questa la meta verso la quale siamo diretti. Se abbiamo davvero fede non dobbiamo lasciarci distogliere da nessun tipo di lusinga. Per fare questo, però, occorre il dono spirituale della fermezza. Suggerirei di chiedere questo dono preciso, nella preghiera di oggi, perché possiamo anche noi resistere a tutte quelle forme di assalti che possono invadere anche il nostro cuore. Al Signore, che sempre ci attira a sé, affidiamo il nostro cammino, perché possiamo davvero cercare di resistere agli attacchi che subiamo a causa della nostra fede. Piuttosto sia il nostro esempio a parlare.

2022-08-20T09:00:40+02:00