Settimana della 11 domenica dopo Pentecoste – mercoledì – San Bartolomeo
Forse ci sembra che le Scritture che leggiamo nei giorni della festa di un apostolo siano un po’ sempre le stesse. In effetti è un po’ vero, dal momento che le Scritture si rincorrono sempre un po’ quando il tema è il medesimo. Come possiamo pregare oggi?
La Parola di Dio per questo giorno
LETTURA Ap 21, 9b-14
Lettura del libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo
Nel giorno del Signore, l’angelo mi parlò: «Vieni, ti mostrerò la promessa sposa, la sposa dell’Agnello». L’angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scende dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio. Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di diaspro cristallino. È cinta da grandi e alte mura con dodici porte: sopra queste porte stanno dodici angeli e nomi scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d’Israele. A oriente tre porte, a settentrione tre porte, a mezzogiorno tre porte e a occidente tre porte. Le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello.
SALMO Sal 144 (145)
Benedetto il Signore, gloria del suo popolo.
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza. R
Facciano conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni. R
Giusto è il Signore in tutte le sue vie
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,
a quanti lo invocano con sincerità. R
EPISTOLA Ef 1, 3-14
Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini
Fratelli, benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato. In lui, mediante il suo sangue, abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe, secondo la ricchezza della sua grazia. Egli l’ha riversata in abbondanza su di noi con ogni sapienza e intelligenza, facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo la benevolenza che in lui si era proposto per il governo della pienezza dei tempi: ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra. In lui siamo stati fatti anche eredi, predestinati – secondo il progetto di colui che tutto opera secondo la sua volontà – a essere lode della sua gloria, noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo. In lui anche voi, dopo avere ascoltato la parola della verità, il Vangelo della vostra salvezza, e avere in esso creduto, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è caparra della nostra eredità, in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato a lode della sua gloria.
VANGELO Gv 1, 45-51
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Filippo trovò Natanaele e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaele gli disse: «Da Nàzarepuò venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Il Signore Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».
Vaangelo
Credo che possiamo concentrarci sul Vangelo e, quindi, sulla figura di San Bartolomeo. Chi è questo apostolo?
È un uomo di preghiera, è uno che sta “sotto l’albero dei fichi”, espressione tipica per dire l’atteggiamento di un uomo che scruta le Scritture, che si mette in atteggiamento di orazione costante con Dio. Bartolomeo è un uomo che conosce il mistero di Dio attraverso la rivelazione del Primo Testamento, attraverso la lettura attenta della Scrittura.
È un uomo che attende la rivelazione di Dio. Il Vangelo ci dice anche questo. È un uomo che attende la visita di Dio al suo popolo, è un uomo che, come altri, sperava nella venuta del Messia. È per questo che dialoga con altri su questo tema, si confronta con coloro che hanno la medesima intuizione. Non erano pochi, infatti, coloro che attendevano la venuta in Israele del Signore del mondo.
È un uomo di comunità, non è un credente isolato, ma è uno che parla con altri di quello che accade, della vita di tutti i giorni, di come Dio si rende presente nella storia. È un uomo che sa vivere in compagnia degli uomini di fede, un uomo che sa di non poter fare tutto da solo, sa di non poter credere da solo. Gli è necessaria la compagnia di altri uomini che, come lui, credono, soffrono, lottano, sperano…
È un uomo che si lascia coinvolgere: quando gli viene riferito che il Messia è davvero giunto, ecco che non esita ad andare e a verificare. Bartolomeo è un uomo che si lascia coinvolgere dagli altri ma non è un credulone, non è uno che fa le cose senza pensarci. Bartolomeo è un uomo di grandissima capacità spirituale. È per questo che entra nella compagnia degli apostoli. Sapendo che la fede non è mai un itinerario solitario, si lascia coinvolgere da chi già segue il Signore.
Bartolomeo è un uomo di missione. Sappiamo che egli evangelizzò l’India, dove rimase una piccola comunità cristiana che, persa la via delle Indie, venne riscoperta solo dopo moltissimi secoli di isolamento e solitudine.
Per noi
Siamo, ormai, verso la fine dell’estate. Il prossimo anno pastorale sarà tutto dedicato al tema della preghiera, come ci suggerisce di fare il nostro Vescovo. Credo proprio che questa figura spirituale sia davvero ottima per introdurci al tema che, tra pochi giorni, ci verrà presentato. Bartolomeo, immagine dell’orante di Dio, ci ricorda che anche noi siamo chiamati a fare questo: pregare. Anche a noi è chiesto di pregare molto, anche a noi è chiesto di pregare talvolta da soli, talvolta con la comunità dei credenti, di coloro che pregano. Anche a noi è chiesto di vivere le Scritture, di saperle possedere, di praticare le vie che esse ci propongono. È all’interno di esse che si svolge l’itinerario più vero e più profondo. Anche a noi è chiesto di non ritenerci mai soli. Se è vero che la preghiera del cristiano è personale, è altrettanto vero che non deve essere una preghiera solitaria. Se è vero che il cristiano prega anche da solo, è altrettanto vero che deve avere, poi, dei momenti in cui prega con altri, si interfaccia con altri, vive la fede con uomini e donne del proprio tempo, che sanno condividere quel dono di fede che è essenziale per progredire nel proprio cammino.
Così siamo spinti a chiederci:
- Quanto prego io? Come prego io?
- Anche adesso, alla fine dell’estate, come tengo viva la mia anima, la mia vicenda spirituale?
Anche sabato ci sarà chiesto di verificarci su questo tema guardando ad un’altra figura spirituale di assoluta importanza e grandezza. Chiediamo al Signore di donarci la sua luce, perché il nostro verificarci sia vero e il nostro desiderio di entrare in comunione con Dio sia sempre più forte.