Lunedì 23 novembre

Settimana della 2 domenica di Avvento – Lunedì

In questa seconda settimana di Avvento abbiamo detto vogliamo attingere sapienza da quella revisione di vita che chiamiamo esame di coscienza in vista della confessione. Prepareremo così già fin d’ora la nostra confessione di Natale, rimettendoci nelle mani di Dio che è fedele.

Vangelo

Mt 11, 16-24
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”. È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie». Allora si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».

La sapienza del perdono.

C’è una sapienza propria del perdonare e anche del chiedere perdono. La sapienza propria del perdonare è di Dio ed è quella attestata dal Vangelo.

È la sapienza di Dio che dona segni e richiami perché ciascuno si possa convertire. In questo senso Gesù rilegge l’opera di Giovanni il Battista. Egli è venuto come richiamo per tutti, la sua predicazione è stata una voce che ha inteso richiamare l’uomo alla conversione. Così fa Dio che richiama tutti, anche le città più lontane da Israele, all’incontro con Lui. Eppure, dice Gesù, capita che i più vicini, quelli che meglio potrebbero accogliere la Parola di Dio che si rivela e il richiamo di Dio all’emendazione della vita, sono proprio coloro che stanno più lontano dal Signore e dai suoi richiami paterni.

La sapienza di Dio è quella di chi richiama alla conversione anche con i segni. Gesù sta parlando dei suoi miracoli, di quelli che ha compiuto in mezzo ad un “popolo dalla dura cervice”. Il rimando non è, però, solo a quei miracoli, ma anche e soprattutto ai segni che la vita di ciascuno ha per dirigersi all’incontro con Dio. La sapienza di Dio dona a ciascuno i segni che la persona può intuire perché fungano da richiamo al suo amore e alla sua benevolenza.

La sapienza di Dio che invita alla conversione e a fare tesoro del perdono di Dio è anche la sapienza di chi richiama il valore del giudizio universale. Non per avere paura di quel giorno, ma per ricordare a tutti che c’è una meta per il “pellegrinaggio terreno” di ogni uomo. La meta è l’incontro con Dio che, nel giudizio finale, svelerà la sua infinita misericordia.

Geremia

2, 1-2a; 3, 1-5
Lettura del profeta Geremia

In quei giorni. Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Va’ e grida agli orecchi di Gerusalemme: Così dice il Signore: Se un uomo ripudia la moglie ed ella si allontana da lui per appartenere a un altro, tornerà il primo ancora da lei? Quella terra non sarebbe tutta contaminata? E tu, che ti sei prostituita con molti amanti, osi tornare da me? Oracolo del Signore. Alza gli occhi sui colli e osserva: dove non sei stata disonorata? Tu sedevi sulle vie aspettandoli, come fa l’Arabo nel deserto. Così hai contaminato la terra con la tua impudicizia e perversità. Per questo sono state fermate le piogge e gli acquazzoni di primavera non sono venuti. Sfrontatezza di prostituta è la tua, non vuoi arrossire. E ora gridi verso di me: “Padre mio, amico della mia giovinezza tu sei! Manterrà egli il rancore per sempre? Conserverà in eterno la sua ira?”. Così parli, ma intanto commetti tutto il male che puoi».

Di fronte alla sapienza del perdono di Dio, l’uomo non reagisce sempre con sapienza. Anzi, dice il profeta Geremia, l’uomo, a volte, reagisce con sfrontatezza. La sfrontatezza di chi si crogiola nel proprio peccato. La sfrontatezza di chi non si lascia richiamare al bene. La sfrontatezza di chi non mette mai mano alla propria coscienza, anzi, si convince sempre più della bontà e della giustizia della propria vita, senza accorgersi di quei segni che il Signore dona per richiamare che si sta camminando su una via contraria a quella di Dio. L’insipienza dell’uomo consiste nella perseveranza nel peccato, perché, come il profeta annunciava, il peccato produce l’assuefazione della coscienza. Più un uomo dimora nel peccato, più si rende sordo ai richiami di Dio, più fatica a comprendere la via della giustizia e della verità e più rimane lontano da quel Dio che, nel suo amore, richiama alla verità e all’abbandono fiducioso nelle sue mani.

Zaccaria

Zc 1, 1-6
Lettura del profeta Zaccaria

Nell’ottavo mese dell’anno secondo di Dario, fu rivolta questa parola del Signore al profeta Zaccaria, figlio di Berechia, figlio di Iddo: «Il Signore si è molto sdegnato contro i vostri padri. Tu dunque riferirai loro: Così dice il Signore degli eserciti: Tornate a me – oracolo del Signore degli eserciti – e io tornerò a voi, dice il Signore degli eserciti. Non siate come i vostri padri, ai quali i profeti di un tempo andavano gridando: “Dice il Signore degli eserciti: Tornate indietro dal vostro cammino perverso e dalle vostre opere malvagie”. Ma essi non vollero ascoltare e non mi prestarono attenzione, oracolo del Signore. Dove sono i vostri padri? I profeti forse vivranno sempre? Le parole e le leggi che io avevo comunicato ai miei servi, i profeti, non si sono forse adempiute per i padri vostri? Essi sono tornati e hanno detto: “Quanto il Signore degli eserciti ci aveva minacciato a causa dei nostri traviamenti e delle nostre colpe, l’ha eseguito sopra di noi”».

Zaccaria, con tutta la forza dei profeti, insegnava, ancora una volta, che il perdono, la conversione, consistono in una grazia: la grazia del ritorno a Dio. Grazia da chiedere e da implorare, perché il ritorno a Dio non è solo frutto della volontà, della propria decisione, del proprio pensiero. Il ritorno è una grazia da chiedere a Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze. Senza questa grazia non ci può essere e non ci sarà mai vera capacità di rimettersi nelle mani di Dio.

La Sapienza ci invita a:

  • sentirci chiamati alla grazia del perdono;
  • discernere i segni particolari che Dio dona alla nostra coscienza per ottenere il suo perdono e la sua misericordia;
  • invocare la grazia della revisione di vita e del perdono come dono particolare di questa settimana.

Provocazioni di sapienza

  • Come intendo preparare la mia revisione di vita, partendo da un tempo ancora remoto rispetto al Natale?
  • Ho la buona abitudine di fare l’esame di coscienza?
  • Come posso scrutare la mia coscienza perché sia sempre e sempre più profondamente capace di comprendere il senso del peccato e della giustizia di Dio?

Preghiera alla Sapienza

Signore Gesù, tu che sei venuto a rivelare la forza del perdono del Padre, illumina il mio cuore e la mia mente, perché io sappia sempre essere disposto a compiere passi di autentica conversione. Amen

2020-11-23T00:10:38+01:00