Settimana della 6° domenica di Avvento – venerdì – feria prenatalizia 6
La spiritualità di Avvento per questo giorno
Viviamo oggi l’ultima feria prenatalizia e siamo ormai nell’imminenza della solennità del Natale. Oggi, lasciandoci guidare soprattutto dalle parole di Rut, viviamo una preghiera di ringraziamento.
La Parola di Dio per questo giorno
RUT 4, 8-22
Lettura del libro di Rut
In quei giorni. Colui che aveva il diritto di riscatto rispose a Booz: «Acquista tu il mio diritto di riscatto». E si tolse il sandalo. Allora Booz disse agli anziani e a tutta la gente: «Voi siete oggi testimoni che io ho acquistato tutto quanto apparteneva a Elimèlec, a Chilion e a Maclon dalle mani di Noemi, e che ho preso anche in moglie Rut, la moabita, già moglie di Maclon, per mantenere il nome del defunto sulla sua eredità, e perché il nome del defunto non scompaia tra i suoi fratelli e alla porta della sua città. Voi ne siete oggi testimoni». Tutta la gente che si trovava presso la porta rispose: «Ne siamo testimoni». Gli anziani aggiunsero: «Il Signore renda la donna, che entra in casa tua, come Rachele e Lia, le due donne che edificarono la casa d’Israele. Procùrati ricchezza in Èfrata, fatti un nome in Betlemme! La tua casa sia come la casa di Peres, che Tamar partorì a Giuda, grazie alla posterità che il Signore ti darà da questa giovane!». Così Booz prese in moglie Rut. Egli si unì a lei e il Signore le accordò di concepire: ella partorì un figlio. E le donne dicevano a Noemi: «Benedetto il Signore, il quale oggi non ti ha fatto mancare uno che esercitasse il diritto di riscatto. Il suo nome sarà ricordato in Israele! Egli sarà il tuo consolatore e il sostegno della tua vecchiaia, perché lo ha partorito tua nuora, che ti ama e che vale per te più di sette figli». Noemi prese il bambino, se lo pose in grembo e gli fece da nutrice. Le vicine gli cercavano un nome e dicevano: «È nato un figlio a Noemi!». E lo chiamarono Obed. Egli fu il padre di Iesse, padre di Davide. Questa è la discendenza di Peres: Peres generò Chesron, Chesron generò Ram, Ram generò Amminadàb, Amminadàb generò Nacson, Nacson generò Salmon, Salmon generò Booz, Booz generò Obed, Obed generò Iesse e Iesse generò Davide.
SALMO Sal 77 (78)
Osanna alla casa di Davide.
Ascolta, popolo mio, la mia legge,
porgi l’orecchio alle parole della mia bocca.
Aprirò la mia bocca con una parabola,
rievocherò gli enigmi dei tempi antichi. R
Ciò che abbiamo udito e conosciuto
e i nostri padri ci hanno raccontato
non lo terremo nascosto ai nostri figli,
raccontando alla generazione futura
le azioni gloriose e potenti del Signore
e le meraviglie che egli ha compiuto. R
Il Signore scelse la tribù di Giuda,
il monte Sion che egli ama.
Costruì il suo tempio alto come il cielo,
e come la terra, fondata per sempre. R
Egli scelse Davide suo servo
e lo prese dagli ovili delle pecore.
Lo allontanò dalle pecore madri
per farne il pastore di Giacobbe, suo popolo,
d’Israele, sua eredità. R
ESTER 9, 1. 20-32
Lettura del libro di Ester
In quei giorni. Il dodicesimo mese, il tredici del mese di Adar, le lettere scritte dal re erano giunte. Mardocheo scrisse queste cose su un libro e lo mandò ai Giudei che vivevano nel regno di Artaserse vicini e lontani, per stabilire questi giorni come festivi, da celebrare il quattordici e il quindici del mese di Adar. In quei giorni infatti i Giudei ebbero tregua dai loro nemici, e quello fu il mese, Adar, nel quale essi passarono dal pianto alla gioia e dal dolore a un giorno di festa; perciò esso deve essere considerato tutto quanto come un periodo di giorni festivi, di nozze ed esultanza, in cui si inviano doni agli amici e ai poveri. I Giudei approvarono il racconto che aveva scritto loro Mardocheo: come Amàn, figlio di Amadàta, il Macèdone, li aveva combattuti, come egli aveva emesso il decreto e aveva tirato le sorti per farli scomparire e come egli era andato dal re dicendogli di impiccare Mardocheo; ma tutti i mali che egli aveva cercato di far cadere sopra i Giudei erano venuti sopra di lui, ed era stato impiccato lui e i suoi figli. Perciò quei giorni furono chiamati Purìm a motivo delle sorti, poiché nella loro lingua esse sono chiamate Purìm, e a motivo delle parole di questa lettera, che ricordava tutto quello che avevano sofferto e che era loro capitato. Mardocheo stabilì e i Giudei approvarono per sé, per i loro discendenti e per quelli che si fossero uniti a loro, che non si sarebbero comportati in modo diverso: questi giorni dovevano essere un memoriale da osservare di generazione in generazione, in ogni città, famiglia e provincia. Questi giorni dei Purìm saranno celebrati in ogni tempo, e il loro ricordo non sia lasciato cadere dai loro discendenti. La regina Ester, figlia di Aminadàb, e Mardocheo, il Giudeo, scrissero tutto quello che avevano fatto e confermarono la lettera dei Purìm. Mardocheo e la regina Ester stabilirono per sé privatamente di digiunare; imposero allora la loro volontà contro la loro salute. Ester lo stabilì con un ordine che fu scritto come memoriale.
VANGELO Lc 2, 1-5
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Rut
Anche oggi la preghiera del primo testo biblico è una “berakah”, una preghiera in forma di benedizione.
“Benedetto il Signore, il quale oggi non ti ha fatto mancare uno che esercitasse per te il diritto di riscatto”. La preghiera di ringraziamento prende voce dagli amici, dai vicini, dai parenti di Rut, i quali considerano la situazione che si è creata una vera benedizione di Dio. Egli è intervenuto per cambiare la situazione di Rut, di Noemi e della loro famiglia. Utilizzando le parole che abbiamo ascoltato nel libro di Ester potremmo dire che anche in questo caso “è mutata la sorte”. La sorte di due donne sole, la sorte di due vedove che erano solo destinate a finire la loro esistenza in solitudine e povertà diventa la sorte di chi si apre ad un nuovo futuro. Soprattutto la sorte di Rut diventa la sorte di una donna che, non avendo ancora avuto figli, finalmente può desiderare una maternità. Cosa che avviene, dando così origine alla casa di Davide, il casato nel quale prenderà forma umana anche il Signore Gesù. Dio tiene in mano le sorti di tutti. È questa la prima consapevolezza della preghiera di ringraziamento.
“Egli sarà il tuo consolatore, perché te lo ha partorito tua nuora, che ti ama e che vale per te più che sette figli”. La preghiera prosegue e riguarda direttamente il bambino che nascerà. Di per sé il piccolo non ha niente a che fare con la vita di Noemi, perché, naturalmente, ella non è sua nonna! Per disposizione del diritto del tempo, però, quel bambino è percepito come discendenza del primo defunto marito di Rut, e, quindi, del figlio di Noemi. Ecco perché Obed è considerato nipote di Noemi. Al di là di questi cavilli del diritto ebraico, rimane vera la parola che la Scrittura ci consegna. “Egli sarà il tuo consolatore”. Un bambino che nasce è sempre segno di consolazione. A maggior ragione quel bambino sarà segno di consolazione per come è andata la vicenda storica. Consolazione umana: quel bambino sarà vicino alla sua famiglia e sarà il sostegno di tutti quando diventeranno vecchi. Consolazione per l’avvenire: la sua discendenza sarà segno della benedizione di Dio. La preghiera di Rut, di Noemi, dei loro parenti, dei loro vicini è preghiera di ringraziamento perché Dio fa tutto questo, perché suscita un consolatore nelle loro vicende. Due donne che sembravano essere due poverine, due sfortunate, si trovano al centro di una storia che verrà ricordata nei secoli, perché sono all’origine della famiglia di Davide. La preghiera di ringraziamento sa riconoscere che Dio interviene sempre come consolatore nella storia degli uomini. Questo è il suo primo compito! Dio consola chi si affida a lui con tutto il cuore, chi lo invoca con una preghiera di ringraziamento per i benefici ricevuti.
Ester
Non ci sono preghiere finali nel testo di Ester, eppure, a ben vedere, c’è un rito che diventa festa per Israele. Il libro di Ester è l’origine della festa di Purim, una festa solenne di Israele, una festa con un rituale molto preciso. Anche il rito è preghiera. Il rito dà forma alla preghiera, sostiene i sentimenti degli uomini che diventano preghiere dinnanzi a Dio. Ancora oggi, in Israele, è celebrata questa festa, come da tutti gli Ebrei osservanti nel mondo. La festa delle sorti mutate, ricorda a tutti che tutto è nelle mani di Dio. È per questo che occorre ringraziare il Signore per i benefici che si ricevono. Dunque anche il libro di Ester, pur senza mettere nessuna preghiera in bocca ai suoi protagonisti, ci aiuta a ricordare che anche il rito è preghiera. Preghiera di affidamento al Padre.
Vangelo
Anche il Vangelo non contiene nessuna preghiera. Eppure salendo a Betlemme, Giuseppe avrà rivissuto molti pensieri della sua vita, del suo passato. Ricordi della sua famiglia, di quello che era avvenuto nella sua vita, che sono diventati ringraziamento. Passando di fianco a Gerusalemme Maria, Giuseppe, che erano esperti oranti, avranno detto qualche salmo, avranno pregato Dio anche per quella fine di gravidanza che ormai era imminente. Non ci sono riportate parole, ma sappiamo che i due oranti avranno pregato ringraziando Dio anche per quel loro viaggio verso la città natale di Giuseppe, piccolo villaggio che diventerà luogo nel quale la grandezza di Dio tocca la terra.
Pregare ringraziando
Così noi tutti siamo invitati a pregare ringraziando Dio.
Vive una preghiera di ringraziamento vera e sincera chi non si dimentica dei benefici ricevuti da Dio. Vive una preghiera di ringraziamento vera e sincera chi, in umiltà, sa tornare davanti a Dio per offrire la propria lode a colui che tiene in mano le sorti degli uomini.
Vive una preghiera di ringraziamento autentica e sincera chi non si dimentica dei benefici ricevuti, chi sa dare a Dio la giusta lode per quello che accade, chi sa rimettersi sempre nelle mani di Dio da cui proviene ogni bene.
Vive una preghiera di ringraziamento sincera chi utilizza i salmi di lode e fa delle preghiere dei salmisti la propria voce per lodare Dio da cui proviene ogni grazia in cielo e in terra.
Vive una preghiera di ringraziamento vera e sincera chi sa che Dio offre sempre e costantemente la sua consolazione. Dio è il grande consolatore dell’uomo. Questa è la grande preghiera che si eleva dal cuore di chi sa rimettersi nelle mani dell’Altissimo.
Oggi cerchiamo di vivere una preghiera di ringraziamento così, perché ormai siamo davvero in procinto di celebrare la festa del Dio con noi, del “sole che sorge” per consolare le genti, della “luce che brilla” per consolare chi è nell’ombra della morte.
Maria Santissima interceda per noi perché sappiamo celebrare le nostre lodi di ringraziamento a Dio.