Vigilia di Natale – al mattino
La spiritualità della vigilia
L’attesa. L’attesa ultima, l’attesa finale è il contenuto proprio di questa ultima celebrazione prima che, con le messe vigiliari della sera, entriamo nella spiritualità del Natale.
La Parola di Dio per questo giorno
EPISTOLA Eb 10, 37-39
Lettera agli Ebrei
Fratelli, ancora un poco, un poco appena, e colui che deve venire, verrà e non tarderà. Il mio giusto per fede vivrà; ma se cede, non porrò in lui il mio amore. Noi però non siamo di quelli che cedono, per la propria rovina, ma uomini di fede per la salvezza della nostra anima.
SALMO Sal 88 (89)
Canterò in eterno l’amore del Signore.
«Ho stretto un’alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirò per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherò il tuo trono». R
«Egli mi invocherà: “Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza”.
Gli conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele». R
Beato il popolo che ti sa acclamare:
camminerà, Signore, alla luce del tuo volto;
esulta tutto il giorno nel tuo nome,
si esalta nella tua giustizia. R
VANGELO Mt 1, 18-25
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
Così fu generato il Signore Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù.
Ebrei
Il tono della spiritualità di questo giorno ci è dato dalla lettera agli Ebrei. “Ancora un poco, un poco appena…”. Il riferimento è al giorno di oggi, giorno di vigilia. Tra poche ore, potremmo dire, inizia il Natale, nel quale ci immergeremo a partire dalle S. Messe vigiliari. L’autore della lettera agli Ebrei, tuttavia, intende farci pensare all’incontro personale che avremo con Cristo. Sarà il giorno della nostra morte che, secondo la spiritualità cristiana, non è giorno in cui finisce l’esperienza terrena, ma è giorno in cui si rinasce al cielo. La fine della vita è rinascita nella gloria. Infine, ci dice ancora il testo sacro, tutta la storia, tutto il tempo, tutti i secoli anelano a quell’incontro con Dio che avverrà nel giorno in cui Dio metterà fine al tempo.
Come vive il credente tutto questo?
Con senso di attesa. Egli sa che queste cose avverranno e, in cuor suo, non dubita della bellezza, della gioia, della grazia che circondano e abbracciano questo incontro.
Con senso di fiducia. Il credente sa anche che questo incontro è, da sempre, sotto lo sguardo della misericordia di Dio, a cui nulla sfugge.
Con costanza. Il credente continua ad andare avanti, continua a credere, costi quello che costi. “Noi non siamo di quelli che cedono”. Questa è la nostra identità. L’identità di persone che costruiscono la propria spiritualità sulla perseveranza, senza smarrimenti, senza venir meno nonostante le cose che capitano. Sappiamo, come abbiamo detto l’altro giorno, che il Signore è il nostro consolatore.
Una donna afflitta che prega così: “Il Signore usi bontà con voi, come con quelli che sono morti e con me! Il Signore conceda a ciascuna di trovare tranquillità in casa di un marito!”. Noemi, anche se dice: “la mano del Signore è contro di me”, è una donna che sa che Dio usa benevolenza con coloro che ama. Noemi sa che Dio accompagna la vicenda dei giorni, sa che come le è stato vicino nei giorni della gioventù, nei giorni del sogno, nei giorni della progettazione della vita, le è vicino anche in questi giorni, i giorni del lutto, del dolore, della sofferenza, della solitudine. Ella sa che queste realtà della vita accompagnano i giorni dell’uomo, riconosce che quello che le è capitato avviene comunque sotto la volontà di Dio, professa la sua fede nella presenza di Dio che accompagna i suoi giorni, nonostante tutto. La preghiera di Noemi è una preghiera bellissima, forte, appassionata, la preghiera di una donna che si rimette nelle mani di Dio per quanto riguarda il suo futuro, la preghiera di una donna che sa anche avere un’intenzione per gli altri, per le nuore che l’accompagnano. Una preghiera che parafrasa le parole del Padre nostro: “sia fatta la tua volontà”.
Vivere la vigilia
Si sa che la vigilia è piena di cose da fare. Ci sono case dove ci si dà da fare per creare spazio per gli ospiti da accogliere. C’è chi sposta tavoli, racimola sedie, sposta mobili per rendere la casa accogliente per quegli amici e quei parenti che la popoleranno nei prossimi giorni.
Ci sono ancora case dove (per fortuna!) ci si trova insieme in cucina per preparare quello che occorrerà nei prossimi giorni. Ho in mente alcune famiglie che oggi, semplicemente, metteranno attorno al tavolo della cucina genitori e figli per preparare i ravioli. Perché Natale è anche questo: musica, sapori, colori…
Ci sono case dove però regnerà la solitudine, dove sono più i posti vuoti che quelli che si riempiranno. Ci sono case che non hanno segni natalizi, perché ci si sposterà per il pranzo, per la cena, ma, poi, si ritornerà nella propria solitudine. E ci sono anche case dove non ci sono segni natalizi perché si pensa che non ne vale più la pena, ci sono case nelle quali si rimarrà soli anche nel giorno di Natale, ci sono case nelle quali non entrerà il segno della consolazione di Dio.
Ci sono anche case, ahimè, che avranno molti segni di festa, dove si terranno pranzi e cene, ma dove il Natale non sarà altro che un’occasione per fare festa, per brindare, ma senza Dio!
Proporrei di passare davanti al presepio almeno 5 minuti di preghiera. Parlando con Dio, intercedendo per tutti, soprattutto per chi non ha fede. Credo che questo sia il modo migliore per vivere la spiritualità della vigilia.