Venerdì 24 Gennaio

Venerdì della seconda settimana dopo l’Epifania

Meditiamo insieme le Scritture.

Siracide

Sir 44, 1; 47, 2. 8-11
Lettura del libro del Siracide

Facciamo ora l’elogio di uomini illustri, dei padri nostri nelle loro generazioni. Come dal sacrificio di comunione si preleva il grasso, così Davide fu scelto tra i figli d’Israele.
In ogni sua opera celebrò il Santo, l’Altissimo, con parole di lode; cantò inni a lui con tutto il suo cuore e amò colui che lo aveva creato. Introdusse musici davanti all’altare e con i loro suoni rese dolci le melodie. Ogni giorno essi eseguono le loro musiche. Conferì splendore alle feste, abbellì i giorni festivi fino alla perfezione, facendo lodare il nome santo del Signore ed echeggiare fin dal mattino il santuario. Il Signore perdonò i suoi peccati, innalzò la sua potenza per sempre, gli concesse un’alleanza regale e un trono di gloria in Israele.

Davide è il centro del medaglione che ci viene proposto oggi. Certamente fu un uomo di fede molto profonda: sua l’innovazione di cantare i salmi. Pare che lui stesso ne abbia composti molti e che iniziò proprio lui a salmodiare con la cetra i canti di Dio che, poi, sono diventati una tradizione. Certamente è sua anche la riforma del calendario liturgico di Israele e l’introduzione di nuove feste ebraiche. Certamente, poi, fu politico molto astuto, in grado di fare del regno di Israele una delle potenze in ascesa nel suo tempo, in grado di stare al tavolo dei grandi di quell’epoca. Non viene però ricordato il peccato di Davide, non viene menzionato il suo amore per le belle donne e il suo invaghirsi di molte, non viene detto nulla del suo cuore diviso tra molte di esse e il suo staccarsi progressivo dal Signore, proprio a causa di queste donne. Come dire, il ricordo che rimane nel tempo ha cancellato qualsiasi bruttura di Davide e ha tenuto solo il bello del suo comportamento, del suo esempio. Davide che, in vita, ha molto creduto nel perdono di Dio e che ha insegnato che Dio non tiene mai conto del male fatto a chi, mosso da retta intenzione, si pente delle proprie colpe, viene ripagato con la stessa moneta: la storia si ricorda solo del bene da lui fatto e non più del male da lui non evitato!

Vangelo

Mc 4, 10b. 21-23
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva a quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!».

Per questo Davide è la figura di credente indicata anche da Gesù nel Vangelo, è la lampada che viene messa sul lucerniere per fare luce a tutti coloro che sono nella casa, è il richiamo forte, per tutti coloro che desiderano vivere una proposta spirituale forte. Così come, in realtà, dovrebbe essere ogni credente. Quello che si dice dei grandi personaggi della storia di Israele, vale per ogni uomo. Gesù invita ogni credente ad essere grande! Gesù invita ogni credente a trovare la sua dimensione di affidamento a Dio per essere grande nella fede, grande ai suoi occhi. Ognuno che ascolta la parola di Dio e diviene campo fertile per essa, come dicevamo ieri, è una lampada che viene messa sul lucerniere. Ciascuno nel suo essere peccatore, come Davide, perché ogni peccatore perdonato diviene lampada che brucia e che arde per la gloria di Dio.

Per Noi

  • Siamo lampade che ardono e risplendono per la propria fede?

In un tempo come il nostro, nel quale spesso ci lamentiamo per la mancanza di testimoni di fede, oppure per la debolezza della fede stessa, noi siamo invitati ad essere lampade non per quello che facciamo, ma perché uomini e donne di fede. Come Davide. Noi, probabilmente, non ricordiamo tutte le sue imprese o, forse, la generazione che viene dopo di noi, non le avrà mai nemmeno lette. Eppure comprendiamo bene il suo esempio di fede. Sappiamo bene che egli è figura di ogni credente. Ecco, così dobbiamo essere noi. Figure di credenti in grado di dare quella buona testimonianza che illumina le coscienze. Seguendo l’esempio di Samuele, il profeta che non si lascia corrompere da nessuno, o quello di Davide, il cui peccato viene rimesso nelle mani di Dio, noi saremo come lampade che ardono e che risplendono per la loro bellezza.

Chiediamo al Signore questa grazia, invochiamo già fin d’ora l’intercessione di San Paolo, che ricorderemo domani, per essere sempre e dovunque, testimoni della fede che salva.

2020-01-18T09:05:11+01:00