Settimana della 3 domenica dopo l’Epifania – martedì – San Francesco di Sales
La spiritualità di questi giorni
La fede come granello di senape
La Parola di questo giorno
LETTURA Sir 44, 1; 48, 1-14
Lettura del libro del Siracide
Facciamo ora l’elogio di uomini illustri, dei padri nostri nelle loro generazioni. Sorse Elia profeta, come un fuoco; la sua parola bruciava come fiaccola. Egli fece venire su di loro la carestia e con zelo li ridusse a pochi. Per la parola del Signore chiuse il cielo e così fece scendere per tre volte il fuoco. Come ti rendesti glorioso, Elia, con i tuoi prodigi! E chi può vantarsi di esserti uguale? Tu hai fatto sorgere un defunto dalla morte e dagl’inferi, per la parola dell’Altissimo; tu hai fatto precipitare re nella perdizione, e uomini gloriosi dal loro letto. Tu sul Sinai hai ascoltato parole di rimprovero, sull’Oreb sentenze di condanna. Hai unto re per la vendetta e profeti come tuoi successori. Tu sei stato assunto in un turbine di fuoco, su un carro di cavalli di fuoco; tu sei stato designato a rimproverare i tempi futuri, per placare l’ira prima che divampi, per ricondurre il cuore del padre verso il figlio e ristabilire le tribù di Giacobbe. Beati coloro che ti hanno visto e si sono addormentati nell’amore, perché è certo che anche noi vivremo. Appena Elia fu avvolto dal turbine, Eliseo fu ripieno del suo spirito; nei suoi giorni non tremò davanti a nessun principe e nessuno riuscì a dominarlo. Nulla fu troppo grande per lui, e nel sepolcro il suo corpo profetizzò. Nella sua vita compì prodigi, e dopo la morte meravigliose furono le sue opere.
SALMO Sal 77 (78)
Splendido tu sei, o Signore.
Peccarono ancora
e non ebbero fede nelle sue meraviglie.
Allora consumò in un soffio i loro giorni
e i loro anni nel terrore.
Quando li uccideva, lo cercavano
e tornavano a rivolgersi a Dio. R
Ricordavano che Dio è la loro roccia
e Dio, l’Altissimo, il loro redentore;
lo lusingavano con la loro bocca,
ma gli mentivano con la lingua:
il loro cuore non era costante verso di lui
e non erano fedeli alla sua alleanza. R
Ma lui, misericordioso, perdonava la colpa,
invece di distruggere.
Molte volte trattenne la sua ira
e non scatenò il suo furore;
ricordava che essi sono di carne,
un soffio che va e non ritorna. R
VANGELO Mc 4, 26-34
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
L’atteggiamento di sapienza
Il riferimento è, ovviamente, al Vangelo. Gesù sa bene che il granello di senape è il più piccolo dei semi: lo ha visto molte volte, lo ha toccato molte volte. Sa bene che il suo arbusto è però abbastanza grande da donare ombra e da offrire rifugio agli uccelli del cielo. Come Gesù sa bene che il seme, qualsiasi seme, deve essere piantato e morire nel terreno se deve produrre frutto. Gesù prende ad esempio queste realtà della vita quotidiana per dire che è così per ogni cosa della vita, fede compresa. Anche la fede è come un piccolo seme, ma quando cresce, dona refrigerio a coloro che la professano come anche a chi si rivolge loro. La fede è guida, consolazione, forza degli uomini di fede ma anche di coloro che ricevono la testimonianza di tutti costoro. Anzi Gesù dice che è la vita di ciascuno ad essere come un piccolo seme. La vita di tutti è assolutamente importante, non ve ne è una simile. Il bene, il bello, che può portare ogni persona è un autentico “unicum”. Solo quella persona è portatrice di quel tesoro che testimonia. Non ve ne è altro uguale.
Così è stato per Elia. La sua vita è stata poca cosa, realtà nascosta, vita perseguitata dal re e dalla regina. Eppure l’esempio di fede di quest’uomo è stato unico. Il primo profeta a fare gli stessi miracoli che farà poi il Cristo: risuscitare un morto, moltiplicare il cibo. Se Elia ha fatto tutte queste cose è stato per merito della sua fede. Una fede granitica, indefessa, capace di sperare oltre ogni speranza. Elia si è attaccato al Signore soprattutto nel momento della solitudine, del pericolo, della prova, ed è risultato vittorioso proprio per questo motivo: è rimasto saldo nella professione della sua fede come vedendo l’invisibile. La sua perseveranza è stata premiata e lodata. Questa sua fede e la sapienza di vita da lui professate sono state anche ciò che ha permesso ad Elia di non sperimentare la morte, ma di entrare nella gloria di Dio “rapito” su un carro di fuoco. Immagine della vita eterna alla quale Elia è stato associato per dono di Dio, dopo la lunga battaglia della vita. Vita piccola, quella di Elia, eppure abbagliante.
Fede granitica, quella di Elia, tanto da diventare esempio per tutti.
Il nostro cammino di fede
Anche le nostre vite sono piccole. Anche le nostre esistenze sono piccole. Magari nessuno le noterà, dirà qualcosa di noi, scriverà qualcosa su di noi. Eppure la nostra vita, per piccola che sia, è vita che sarà luminosa se anche noi cercheremo di vivere questa sapienza, se anche noi, curando la nostra piccola fede, renderemo grandi i nostri giorni.
Così come la nostra fede. Essa è davvero piccolo seme. C’è moltissima gente che ha una vita di fede più profonda della nostra. Eppure la nostra piccola testimonianza ha il suo senso, ha tutta la sua importanza. Non farà notizia, ma per coloro a cui giungerà la nostra piccola testimonianza, sarà cosa preziosa. Così come la nostra vita. Non farà notizia, ma per coloro che condividono la vita con noi, la nostra esistenza sarà importante, significativa, bella.
Così come noi possiamo dire del santo che festeggiamo oggi: San Francesco di Sales. Anche la sua vita non ha avuto onori di cronaca così eccezionali. Eppure la sua testimonianza di fede ha fatto del bene a tutti coloro che l’hanno ricevuta. La sua fama di santità ha edificato la vita di molti. Il suo operato per una vita di fede che fosse anche una vita ordinata è passato alla storia.
Vera sapienza è, dunque, il considerare grandi queste cose e lasciarsi istruire da esse. Vera sapienza è anche cogliere la testimonianza di fede che ciascuno lascia e saperla valorizzare.
Intenzioni di preghiera
Anche oggi possiamo rileggere le tre grandi intenzioni di preghiera del mese con queste letture. Certamente moltissimi uomini non illustri, piccoli, semplici, ci hanno insegnato cosa significa lavorare per la pace. Così come nelle nostre famiglie, l’esempio di persone piccole quasi insignificanti, vale però molto per noi. Sono questi esempi che hanno edificato la nostra vita. Così come l’unità dei cristiani, prima ancora che dai blasonati teologi, è portata avanti da persone umili e semplici, che sanno accogliere e valorizzare il patrimonio di fede degli altri. Accogliamo queste testimonianze. Accoglieremo quei piccoli semi che vengono gettati qua e là per il mondo, fruttificano, e diventano come alberi che, con la loro ombra, sanno ristorare altri. Un vero segno di benedizione e di presenza del mistero di Dio tra noi.