Settimana della 3 domenica di Pasqua – Sabato
Vangelo
Gv 6, 30-35
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. La folla disse al Signore Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».
La liturgia di questo sabato ha al centro ancora il discorso sull’Eucarestia che diviene ancora più esplicito nelle parole di Gesù. “Chi mangia di questo pane non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!”. Parole così chiare ed esplicite che non possono fare altro che aumentare il desiderio del discepolo: “Signore dacci sempre di questo pane!”. È un desiderio sincero, è un desiderio vero, è il desiderio del discepolo che sta imparando ad entrare nella logica di Gesù. Desiderio di chi si sente fragile, povero, solo. Per questo non esita a chiedere. Solo chi chiede di questo pane lo ottiene. È il pane “sostanziale” dell’Eucarestia, il “pane di ogni giorno” come ci dice il nostro Vescovo, il pane che, ogni giorno, ci dona la possibilità di fare un piccolo passo in più verso il Signore, senza temere la fatica del cammino e lasciandosi condurre da Lui che è la fonte della vita eterna.
Atti
At 8, 1b-4
Lettura degli Atti degli Apostoli
In quel giorno. Scoppiò una violenta persecuzione contro la Chiesa di Gerusalemme; tutti, ad eccezione degli apostoli, si dispersero nelle regioni della Giudea e della Samaria. Uomini pii seppellirono Stefano e fecero un grande lutto per lui. Saulo intanto cercava di distruggere la Chiesa: entrava nelle case, prendeva uomini e donne e li faceva mettere in carcere. Quelli però che si erano dispersi andarono di luogo in luogo, annunciando la Parola.
Questa forza è quella che ha sostenuto anche le prime comunità che si sentono perseguitate da Paolo. La comunità di Gerusalemme ha molto sofferto per la morte di Stefano, ma non si perde d’animo e, con l’aiuto del Signore, dovendosi disperdere e andare lontano dalla grande città, trasforma la disfatta della dispersione in occasione di evangelizzazione. Coloro che sono, in qualche modo, cacciati da Gerusalemme, fondano nuove comunità, sostengono il cammino di altra gente, si immettono su strade che non avrebbero mai pensato di percorrere. Il discepolo che riflette alla luce dell’Eucarestia che riceve scopre che quello che gli uomini considerano una disfatta diventa, per la grazia di Dio, una benedizione e un nuovo inizio.
Corinzi
1Cor 15, 21-28
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita. Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza. È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte, perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi. Però, quando dice che ogni cosa è stata sottoposta, è chiaro che si deve eccettuare Colui che gli ha sottomesso ogni cosa. E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anch’egli, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.
Sarà proprio il persecutore convertito a dare una mirabile interpretazione sintetica di quello che accade. Gli uomini devono sempre lottare contro non poche realtà negative della vita. In tutto questo Dio è presente e, con la sua presenza mirabile del Sacramento, sostiene coloro che si affidano a Lui. I “nemici” dell’uomo e soprattutto della sua vita spirituale possono essere molti e molto potenti: l’ultimo nemico è la morte, l’ultima realtà che l’uomo incontra nella sua vita. Eppure anche questo “nemico” dell’uomo è già vinto nella Pasqua del Signore. Cibarsi del corpo di Cristo anche prima di affrontare quell’ultimo combattimento sarà ciò che l’uomo potrà fare per vincere anche quel nemico. Invincibile con le proprie forze – ciascun uomo deve necessariamente incontrare la morte – eppure vincibile con la forza di Cristo. È nel ricevere l’Eucarestia come sacramento di vita eterna che l’uomo si avvicina a Dio, desiderando la visione piena del suo volto e arrivando perfino a non temere quell’ultimo e temibile nemico che è la morte. La presenza del Risorto dipana anche questa paura atavica dell’uomo.
Per noi
Anche noi siamo invitati a riflettere:
- vivo la speranza della vita eterna?
- Lascio che la presenza dell’Eucarestia diventi, per me, occasione per pensare al tempo di Dio e sostegno per il presente?
Credo che queste letture ci aiutino ad entrare nel giorno della domenica, giorno del Signore, giorno del Risorto. Accostiamoci così, soprattutto domani, alla Santa Eucarestia. Chiediamo il dono della pace e della tranquillità dell’anima anche nell’affrontare la morte. Il Signore che vede nel segreto dei cuori ci sosterrà con la sua grazia.