Sabato 24 ottobre

Settimana dopo la dedicazione – Sabato

Concludiamo la nostra settimana che ci ha fatto rileggere tutte le scritture alla luce dell’essere solidali, con il tema che ci viene assegnato dalle tre scritture odierne, tutte volte a mostrarci la fede incrollabile di alcuni esempi di fede.

Vangelo

Lc 5, 1-11
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, il Signore Gesù, stando presso il lago di Gennesaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

In primo piano c’è la fede di San Pietro che, nonostante le difficoltà della notte arida e senza pesca, prende il largo solo perché il Signore lo chiede e da questa obbedienza di fede nasce quella pesca miracolosa che sostiene lui, il suo cammino, il cammino dei discepoli, la fede di chi vede questo miracolo e comprende che, nel Signore, è all’opera qualcosa di straordinario, clamoroso, unico, irripetibile… questo atteggiamento di Pietro che ascolta e mette in pratica ciò che il Signore dice, sebbene sarebbe ragionevole il contrario, chiama tutti alla solidarietà nella fede. L’essere solidali e uniti nella professione della fede, rende forti e capaci di vivere sorretti dall’Invisibile.

Deuteronomio

Dt 26, 1-11
Lettura del libro del Deuteronomio

In quei giorni. Mosè disse: «Quando sarai entrato nella terra che il Signore, tuo Dio, ti dà in eredità e la possederai e la ti sarai stabilito, prenderai le primizie di tutti i frutti del suolo da te raccolti nella terra che il Signore, tuo Dio, ti dà, le metterai in una cesta e andrai al luogo che il Signore, tuo Dio, avrà scelto per stabilirvi il suo nome. Ti presenterai al sacerdote in carica in quei giorni e gli dirai: “Io dichiaro oggi al Signore, tuo Dio, che sono entrato nella terra che il Signore ha giurato ai nostri padri di dare a noi”. Il sacerdote prenderà la cesta dalle tue mani e la deporrà davanti all’altare del Signore, tuo Dio, e tu pronuncerai queste parole davanti al Signore, tuo Dio: “Mio padre era un Arameo errante; scese in Egitto, vi stette come un forestiero con poca gente e vi diventò una nazione grande, forte e numerosa. Gli Egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù. Allora gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione; il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente e con braccio teso, spargendo terrore e operando segni e prodigi. Ci condusse in questo luogo e ci diede questa terra, dove scorrono latte e miele. Ora, ecco, io presento le primizie dei frutti del suolo che tu, Signore, mi hai dato”. Le deporrai davanti al Signore, tuo Dio, e ti prostrerai davanti al Signore, tuo Dio. Gioirai, con il levita e con il forestiero che sarà in mezzo a te, di tutto il bene che il Signore, tuo Dio, avrà dato a te e alla tua famiglia».

Il tema della fede nell’Invisibile che sostiene il cammino presente è ancora più forte nella lettura del Deuteronomio. È proprio con queste parole che la fede degli antichi ebrei, cercava di educare le nuove generazioni. Nella costante memoria della propria storia, il popolo di Israele cercava di educare tutti a comprendere che alle antiche generazioni furono dati quei segni di fede che resero gloriosa quella generazione di padri che camminò come vedendo l’invisibile. L’autore antico chiedeva a tutti quella solidarietà nel cammino di fede che è capace di generare speranza.

Ebrei

Eb 11, 1-2. 8-9. 23-29
Lettera agli Ebrei

Fratelli, la fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede. Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio. Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava. Per fede, egli soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Per fede, Mosè, appena nato, fu tenuto nascosto per tre mesi dai suoi genitori, perché videro che il bambino era bello; e non ebbero paura dell’editto del re. Per fede, Mosè, divenuto adulto, rifiutò di essere chiamato figlio della figlia del faraone, preferendo essere maltrattato con il popolo di Dio piuttosto che godere momentaneamente del peccato. Egli stimava ricchezza maggiore dei tesori d’Egitto l’essere disprezzato per Cristo; aveva infatti lo sguardo fisso sulla ricompensa. Per fede, egli lasciò l’Egitto, senza temere l’ira del re; infatti rimase saldo, come se vedesse l’invisibile. Per fede, egli celebrò la Pasqua e fece l’aspersione del sangue, perché colui che sterminava i primogeniti non toccasse quelli degli Israeliti. Per fede, essi passarono il Mar Rosso come fosse terra asciutta. Quando gli Egiziani tentarono di farlo, vi furono inghiottiti.

Così l’autore della lettera agli Ebrei. Questo credente in Cristo, comprende che tutti gli esempi dell’antico testamento portarono alla costituzione di un popolo di credenti che camminò nella storia come vedendo l’invisibile. È per questo che la fede dei padri rimane un punto di riferimento assoluto, normativo, costante nel tempo. A maggior ragione, diceva l’autore, dopo la venuta di Cristo occorre camminare nella storia continuando a cercare i segni dell’Invisibile che si rivela, ma anche tenendo nel cuore gli esempi di Cristo che dell’Invisibile Padre è stato rivelazione ed accesso.  Il cammino di fede nasce proprio in questa solidarietà: la solidarietà di un popolo che decide di camminare insieme verso Dio, nonostante le difficoltà del tempo, costantemente attratto da quello che vede nella storia come rivelazione vera ed autentica del volto del Padre.

Per noi

Anche noi camminiamo nella storia, anche noi siamo pellegrini nel tempo, ovviamente come ogni uomo e ogni donna di qualsiasi epoca storica. In questo nostro pellegrinaggio, noi tutti siamo sostenuti proprio dalla fede. Quella fede che è, anzitutto, la fede dei padri. Anche noi dovremmo imparare molto dalla fede di chi ci ha preceduto, dalla fede di chi è venuto prima di noi e che ci è stata trasmessa dalle parole e dagli esempi dei nostri cari. Anche a noi, in qualche modo, è chiesto di continuare a vedere l’invisibile e di continuare a camminare come attratti da una luce che continua a risplendere anche se spesso si cela nelle storture della vita. È in questa fede che noi tutti siamo cresciuti, è in questa fede che noi tutti siamo stati educati, è questa la fede che dobbiamo necessariamente recuperare.

Credo che sia proprio questa la solidarietà di un cammino che a tutti viene proposto e che, adesso, tocca noi fare nostro e rendere sempre più forte. Al Signore e a Maria, che continuiamo a invocare in questo mese del rosario, chiediamo proprio questa grazia, per essere sempre partecipi di quella grande fede che consiste nel camminare sempre e comunque dietro al Signore, come vedendo l’invisibile.

2020-10-24T08:11:43+02:00