Domenica 25 ottobre

1 Domenica dopo la dedicazione – il mandato missionario

C’è  una sapienza anche nella missione. C’è una sapienza che riguarda il modo di annunciare il Vangelo, c’è una sapienza che riguarda ogni missionario. Qual è la sapienza del missionario e della missione?

Atti

At 10, 34-48a
Lettura degli Atti degli Apostoli

In quei giorni. Pietro prese la parola e disse: «In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga. Questa è la Parola che egli ha inviato ai figli d’Israele, annunciando la pace per mezzo di Gesù Cristo: questi è il Signore di tutti. Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret, il quale passo beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui. E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome». Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo discese sopra tutti coloro che ascoltavano la Parola. E i fedeli circoncisi, che erano venuti con Pietro, si stupirono che anche sui pagani si fosse effuso il dono dello Spirito Santo; li sentivano infatti parlare in altre lingue e glorificare Dio. Allora Pietro disse: «Chi può impedire che siano battezzati nell’acqua questi che hanno ricevuto, come noi, lo Spirito Santo?». E ordinò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo.

2 Timoteo

1Cor 1, 17b-24
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Fratelli, Cristo mi ha mandato ad annunciare il vangelo, non con sapienza di parola, perché non venga resa vana la croce di Cristo. La parola della croce infatti è stoltezza per quelli che si perdono, ma per quelli che si salvano, ossia per noi, è potenza di Dio. Sta scritto infatti: «Distruggerò la sapienza dei sapienti e annullerò l’intelligenza degli intelligenti». Dov’è il sapiente? Dov’è il dotto? Dov’è il sottile ragionatore di questo mondo? Dio non ha forse dimostrato stolta la sapienza del mondo? Poiché infatti, nel disegno sapiente di Dio, il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio salvare i credenti con la stoltezza della predicazione. Mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio.

Vangelo

Lc 24, 44-49a
✠ Lettura del vangelo secondo Luca

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso».

Vangelo

C’è una sapienza che riguarda il credente che diventa missionario, dal momento che ogni credente è costituito anche missionario per il bene di tutto il popolo di Dio che è la chiesa.

Allora aprì loro la mente a comprendere le scritture”. Così diceva il Signore Gesù nel Vangelo. C’è una apertura della mente per comprendere la scrittura che è l’origine, la fonte della sapienza del credente che diventa missionario. È la sapienza di chi interroga costantemente la scrittura per comprendere la vita di Cristo. È la sapienza di coloro che continuano ad approfondire la legge, i profeti, i salmi, per comprendere sempre di più quello che rimane un mistero e che deve essere comunque predicato al mondo. La sapienza del credente che diventa missionario è questa: la sapienza di chi si lascia coinvolgere in un itinerario di fede che porta a conoscere la persona di Cristo e, mentre si progredisce in questo itinerario, si trasmette ad altri quello che già si è conosciuto, capito, contemplato. In che cosa consiste questa sapienza? Qual è il cuore della sapienza tramandata dalla Scrittura?

Saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati”. Ecco la sapienza del credente che diventa missionario: predicare la passione, morte, risurrezione del Signore che diventano la prima causa di salvezza per tutti coloro che credono. Il cuore della missione altro non è che questo annuncio. L’annuncio missionario di chi crede è semplicemente questo.

Ecco, io mando su di voi Colui che il Padre mio ha promesso”. Il credente che diventa missionario non è solo, non vive un compito dettato dalla volontà, non si limita a pensare alle proprie forze. Il credente che diventa missionario sa che lo Spirito di Dio lo accompagna e, per questo, invoca lo Spirito perché sempre lo assista nelle cose che riguardano l’annuncio e la missione. È lo Spirito che dona forza, coraggio ma soprattutto quella fantasia di annuncio che serve ad ogni testimone del Vangelo per vivere appieno il proprio compito.

Corinzi

La sapienza del credente che diventa missionario è la sapienza di San Paolo. Egli sa bene che diverse forme di sapienza si incontrano nel mondo. Sapiente è colui che studia, sapiente è colui che impara dall’esperienza e dai viaggi, sapiente è chi riesce  a mettere insieme cose di culture diverse per trarne quell’unico tesoro dal quale si trae ogni insegnamento di vita. Questa è la sapienza che Paolo incontra nei suoi viaggi: la sapienza della tradizione e la sapienza del mondo a lui contemporaneo, la sapienza di chi ha reso grande una nazione e la sapienza di chi, con la forza della novità, rinnova il mondo. Paolo prende posizione di fronte a queste forme di sapienza che incontra e afferma, senza mezze misure, che l’unica vera sapienza è quella che rivela Gesù Cristo, dal momento che Dio è la Sapienza per eccellenza, e Cristo la Sapienza incarnata. Ecco perché tra i pagani, i greci, che cercano la sapienza e i giudei che, invece, chiedono sempre segni e miracoli, Paolo va propagando la Sapienza della Croce, cioè la Sapienza di Dio che, incarnatasi in Cristo, rivela proprio sulla croce il desiderio di perdono che il Padre attua nel mondo attraverso il Figlio e il richiamo che, da questo evento, viene ad ogni uomo. Per questo l’Apostolo cerca di ironizzare con i suoi interlocutori che non lo ascoltano. Quale sapienza umana ha mai compreso il mistero di Dio? Quale miracolo non ha rimandato alla richiesta di un altro segno ulteriore? Ecco perché l’uomo non si sazia mai della propria ricerca. Solo la sapienza di Dio che si rivela in Cristo sazia la fame dell’uomo di comprendere la vita e, in essa, avere tracce sufficienti della rivelazione del mistero di Dio per poterlo seguire.

Cristo è sapienza e potenza di Dio”, scrive San Paolo. Vuoi conoscere la sapienza di Dio? Guarda a Cristo! Vuoi comprendere il mistero di Dio? Guarda alla sua rivelazione di misericordia.

Atti

C’è poi la sapienza del missionario Pietro. Pietro non fa la medesima esperienza di Paolo e nemmeno ha la formazione dotta dell’apostolo delle genti. In lui parla l’esperienza del pescatore. In lui parla quella sapienza che Pietro si è costruito giorno dopo giorno, nella tranquillità del tempo della Galilea e nell’arte del pescatore così come nella prima missione della quale diventa protagonista per il bene della Chiesa. Pietro, con vera sapienza, di fronte ad un uomo che si dimostra profondamente credente, si domanda: “ecco cosa impedisce che costoro siano battezzati”. Pietro porta Cornelio, il centurione e tutta la sua famiglia alla fede ragionando solamente su questo aspetto: se ho di fronte persone che si stanno interrogando sul mistero di Dio, se ho di fronte persone che sono in cammino, perché non inserirle, a pieno titolo, nella famiglia dei figli di Dio? Ecco il dono del Battesimo che viene dato a persone che si stanno impegnando in un cammino di seria ricerca del volto del Padre.

Sto rendendomi conto che Dio non fa preferenza di persone”. Ecco un altro attestato della sapienza di Pietro. Egli sa bene che in Dio non vi è preferenza alcuna. Dio si è rivelato in Cristo, il popolo alleato di Dio, perché così doveva essere: è nel popolo di Israele che Dio si è creato una dimora per poter discendere nel mondo. Questa elezione non è, però, esclusiva. Dio non fa preferenza di persone, ma si rivela a tutti coloro che lo cercano con cuore sincero. Anche a Cornelio. Anche a quella famiglia alla quale viene annunciato il perdono dei peccati, la vicinanza di Dio e alla quale viene richiesta una sapienza di vita non pari a prima, ma piena di Dio.

Ecco la sapienza di Cristo, la sapienza dell’Apostolo delle genti e la sapienza del pescatore. Tre esperienze di sapienza che il missionario del Vangelo non può mai ignorare. Sia chi vive qui la sua missione, sia chi parte per altre terre per annunciare il popolo a chi non conosce Cristo.

Per noi

Al credente che diventa missionario è chiesto di annunciare il Vangelo con la propria vita. Al credente che diventa missionario è chiesto di non fare preferenza di persone, di decidere chi merita l’annuncio del Vangelo e chi noi, ma è chiesto di saper riconoscere la potenza dello Spirito che invita a vedere, in chi si ha davanti, un uomo, una donna a cui annunciare il Vangelo con la semplicità dei gesti.

Al credente che diventa missionario è chiesto di saper vivere la misericordia di Dio, di saper credere nel perdono delle colpe, nella remissione dei peccati.

Al credente che diventa missionario è chiesto di non fare preferenza di persone, ma di annunciare a tutti il Vangelo che ci ha raggiunto, il bene che ci ha coinvolto, la vita in Cristo della quale siamo divenuti partecipi.

Al credente che diventa missionario è richiesta questa forma di sapienza, non quella di altre cose, pur belle, vere, lecite, comprensibili, ma oltre la sapienza che Cristo ha scelto e chiesto.

  • Vivo questa sapienza?
  • Guardo alle missioni con l’occhio di chi riconosce che Dio non fa preferenza di persone?
  • Guardo a Cristo Crocifisso per capire che in quel gesto di amore c’è tutta la sapienza di Dio che chiede, poi, di essere imitata?

Vivere la domenica del mandato missionario è accedere a questa sapienza. Con questa sapienza ci è poi possibile vivere la preghiera per  i missionari che sono nel mondo, per i missionari che conosciamo, per tutti i missionari. Preghiamo perché portino nel mondo la sapienza della Croce e la salvezza che viene da Cristo il Crocifisso Risorto.

Maria, madre della missione, guidi noi, tiepidi missionari dell’amore di Cristo e sostenga l’impegno e la generosità missionaria di chi ancora si consacra perché tutti i popoli conoscano il Vangelo. A Lei chiediamo questa sapienza di vita per continuare a vivere e a far conoscere la sapienza incarnata che è Gesù Cristo, rivelatore del volto del Padre, annunciatore della sua misericordia.

2020-10-23T22:47:59+02:00