Mercoledì 25 marzo

Settimana della quarta domenica di Quaresima – mercoledì – Annunciazione del Signore

Isaia

 Is 7, 10-14
Lettura del profeta Isaia

In quei giorni. Il Signore parlò ad Acaz: «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall’alto». Ma Acaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore». Allora Isaia disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele».

La festa dell’annunciazione, proprio mentre siamo nel mezzo della quaresima, ci rimanda al mistero dell’incarnazione. Questa festa ci mostra così l’intima unione tra il mistero dell’Incarnazione e quello della redenzione. Vorrei allora cercare di rileggere le scritture di questo giorno partendo sempre dall’articolo del credo che abbiamo in studio questa settimana.

L’accesso più facile alle scritture di oggi è garantito dal profeta Isaia. Egli si sta confrontando con Acaz, questo re di Israele che è in crisi perché non ha discendenza, non ha eredi e, come tutti i re in queste condizioni, è seriamente preoccupato per quello che sarà, per quello che accadrà a lui e al suo regno. Ecco l’intervento del profeta: egli assicura che Dio si prenderà carico di questa vicenda e concederà un figlio. La giovane sposa del re, la “vergine”, partorirà un figlio che garantirà continuità sul trono di Israele. Il profeta, d’altro canto, rimprovera il re, come uomo, perché ha poca fede e non osa chiedere a Dio un segno: “non vi basta stancare gli uomini perché ora stanchiate anche la pazienza del nostro Dio?”. Se, da un lato, è chiaro che i politici “stancano la pazienza degli uomini”, dall’altro lato è messo a tema un peccato a cui forse pensiamo poco: “stancare la pazienza di Dio”. Stanca la pazienza di Dio chi lo invoca solo quando serve, stanca la pazienza di Dio chi è del tutto concentrato sulla sua situazione e non comprende l’agire di Dio; stanca la pazienza di Dio chi non osa chiedere a Dio un segno, dubitando della sua presenza; stanca Dio chi non si dispone al compimento della sua volontà; stanca Dio chi dubita sempre della presenza di Dio in mezzo alle vicende degli uomini. Forse non ci abbiamo mai pensato, ma anche noi potremmo stancare la pazienza di Dio!

Ebrei

Eb 10, 4-10
Lettera agli Ebrei

Fratelli, è impossibile che il sangue di tori e di capri elimini i peccati. Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice: «Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: “Ecco, io vengo – poiché di me sta scritto nel rotolo del libro – per fare, o Dio, la tua volontà”». Dopo aver detto: Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato, cose che vengono offerte secondo la Legge, soggiunge: Ecco, io vengo a fare la tua volontà. Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre.

Chi segna il tempo della pazienza di Dio con gli uomini è Cristo, venuto, come diceva bene il testo, per redimere il mondo, per togliere il peccato del mondo, patendo nel suo corpo. “Un corpo mi hai preparato”, diceva l’autore di questo scritto, ricordandoci così che è proprio a partire dalla festa che celebriamo oggi, è proprio a partire dall’Annunciazione che Dio, nel grembo della Vergine Madre, incomincia a preparare quel corpo che porterà su di sé il peccato di tutti e a tutti garantirà la salvezza. La seconda lettura ci parla di quei corpi senza peccato – il corpo della Vergine e il corpo del Signore – così voluti da Dio perchè si realizzasse quella pienezza della manifestazione del volto del Padre che, perdonando ad ogni uomo, salva ogni anima.

La seconda lettura ci ricordava anche che l’unica salvezza viene da Cristo, non da altro. Non dai sacrifici, non dalle offerte! È solo il corpo di Cristo che assume si di sé il peccato del mondo, che viene la salvezza all’uomo. Ci è data una bellissima possibilità di contemplare la Croce di Cristo, lo strumento da cui venne la nostra salvezza.

Vangelo

Lc 1, 26b-38
✠ Lettura del vangelo secondo Luca

In quel tempo. L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Il Vangelo di oggi ci parla di quell’evento, a Nazareth. Evento misterioso, evento che noi possiamo cercare di rappresentare, di immaginare, di comprendere, ma non riusciremo mai a svuotarlo, tanta è la sua densità e la sua importanza per la storia della salvezza. La Vergine Madre, udendo la parola dell’Angelo, comprende che le antiche profezie si stanno avverando. La promessa antica che il Signore aveva fatto di essere presente nel suo popolo è, ora, realtà. Quel bisogno di redenzione che avevano sentito i padri, quel bisogno di perdono sui cui avevano riflettuto i profeti, ora è storia. Ora il Verbo della vita entra nel mondo. Giorno di gioia, il giorno dell’annunciazione, perché da questo giorno prende piede la salvezza.

In preghiera

Vergine Maria, Madre del Verbo della vita, tu hai accolto la Parola che in te si è fatta carne. Tu hai accolto la Parola che è diventata principio di salvezza per coloro che credono. Aiutaci a fare tesoro di questa salvezza eterna e donaci la tua pace, perché possiamo aderire alla volontà di salvezza che si compie nel Figlio Tuo, Gesù Cristo, che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

Esame di coscienza

  • Quando stanco anch’io la pazienza del mio Dio?
  • Sento il bisogno di mettermi davanti al Crocifisso per pregare e ringraziare per l’umana redenzione?
  • Gioisco, come la Vergine Maria, per questo annuncio dato all’umanità?
2020-03-20T16:47:56+01:00