Settimana della 4 domenica di quaresima – sabato – Annunciazione del Signore
La spiritualità di questo giorno di quaresima
Nove mesi prima del Natale, noi viviamo la festa dell’Annunciazione. Anche in mezzo alla Quaresima, la Chiesa solennizza questo giorno per ricordarci la profonda unione dei due misteri, quello dell’Incarnazione e quello della Pasqua del Signore.
La Parola di questo giorno
LETTURA Is 7, 10-14
Lettura del profeta Isaia
In quei giorni. Il Signore parlò ad Acaz: «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall’alto». Ma Acaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore». Allora Isaia disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele».
SALMO Sal 39 (40)
Ecco, io vengo, Signore, per fare la tua volontà.
Non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato.
Allora ho detto: «Ecco, io vengo.
Nel rotolo del libro su di me è scritto
di fare la tua volontà:
mio Dio, questo io desidero». R
Ho annunciato la tua giustizia nella grande assemblea;
vedi: non tengo chiuse le labbra, Signore, tu lo sai.
Non ho nascosto la tua giustizia dentro il mio cuore,
la tua verità e la tua salvezza ho proclamato. R
Non ho celato il tuo amore
e la tua fedeltà alla grande assemblea.
Esultino e gioiscano in te quelli che ti cercano;
dicano sempre: «Il Signore è grande!»
quelli che amano la tua salvezza. R
EPISTOLA Eb 10, 4-10
Lettera agli Ebrei
Fratelli, è impossibile che il sangue di tori e di capri elimini i peccati. Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice: «Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: “Ecco, io vengo – poiché di me sta scritto nel rotolo del libro – per fare, o Dio, la tua volontà”». Dopo aver detto: Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato, cose che vengono offerte secondo la Legge, soggiunge: Ecco, io vengo a fare la tua volontà. Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre.
VANGELO Lc 1, 26b-38
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Isaia
Nella lettura abbiamo ascoltato una parola profetica molto dura. È il profeta Natan a parlare. Dopo aver ricordato al re ciò che sta per avvenire, vedendo l’incredulità stessa del re, il profeta domanda a lui, alla corte, ma anche ad ogni uomo di Israele: “Non vi basta stancare la pazienza degli uomini per stancare anche il mio Dio?”. La parola del profeta è dura, provocatoria, chiama in causa i politici del tempo ma, in fondo, ogni uomo. Al politico preoccupato per la mancanza di un erede, il profeta ricorda che Dio manterrà fede alla sua promessa: egli non abbandonerà Israele e ci sarà un erede della tribù di Giuda che sarà il Messia. Parola profetica che si adempie con la venuta del Signore.
Vangelo
Il Vangelo è l’attuazione di questa parola profetica. Molti secoli dopo, l’Angelo Gabriele presentandosi a Maria, dimostra che Dio non perde la pazienza, Dio non si stanca degli uomini, nonostante tutto. Sono passati secoli di guerre, di ingiustizie, di rapine, di mancanza di rispetto per gli uomini e le donne, come accade in tutti i tempi. Eppure, con quell’evento nascosto nella città di Nazareth, Dio dimostra che non si è ancora stancato degli uomini. C’è ancora, è ancora presente, si carica delle cose degli uomini, vuole condividere con loro la storia e tutto quello che è la loro vita e, per questo, decide di farsi uno di loro. Quell’annuncio pieno di gioia segna la pienezza dei tempi. Ciò che i profeti avevano vaticinato, ciò che i giusti di Israele avevano sospirato, è ora realtà. Con l’annuncio alla Vergine inizia quella storia benedetta che è la venuta del Messia, colui che sarà il segno del perpetuo essere presente di Dio in mezzo agli uomini. L’annuncio dell’Angelo alla Vergine diventa l’occasione per un ulteriore segno di Dio. Dio, che sempre parla con segni, visioni, apparizioni, indica chiaramente che la sua presenza nella storia degli uomini non viene meno mai! Necessita, però, di fede.
Ebrei
È la fede della Vergine che dice il suo sì! È la fede di Maria che la spinge ad accettare ciò che umanamente non era nemmeno comprensibile. È la fede di questa ragazza giovane ed umile di Nazareth che le permette di accettare ciò che è inimmaginabile, indicibile, perfino, per certi aspetti, incomprensibile. Il sì della Vergine non è, però, isolato. È dentro quella catena ininterrotta di sì di altri uomini e donne che sono coloro che hanno composto e preso parte alla fede di Israele. Sono uomini e donne che hanno capito che Dio era presente nel suo popolo. Sono uomini e donne che hanno, in qualche modo, per rivelazione o per grazia, ascoltato la voce di Dio che ha rivelato qualcosa del suo mistero e del suo venire nel mondo. Sono uomini e donne, tutti santi e tutti peccatori, tranne la Vergine, che hanno aderito come hanno potuto, come hanno saputo, alla vicenda di Dio che parla al suo popolo, che conduce la “sua” storia, che attira a sé tutte le genti, in modo incomprensibile, senza perdere mai la pazienza, messa a dura prova dal comportamento degli uomini.
Il nostro cammino di fede
La pazienza di Dio
Nel giorno solenne dell’Annunciazione, tutti siamo chiamati a contemplare la pazienza di Dio. La pazienza del Dio che non si stanca, la pazienza del Dio che non mette mai freno alla sua passione per gli uomini, la pazienza del Dio che non perde mai la fiducia nell’uomo, nemmeno quando sono gli uomini a perdere fiducia nella loro stessa forza, nella loro libertà, nella grazia che illumina il loro comportamento, il loro essere uomini e donne di Dio. Noi oggi siamo in presenza della pazienza di Dio che non viene mai meno! Mai! Nemmeno quando l’uomo non si ricorda di Dio! Nemmeno quando l’uomo non vuole comprendere ciò che Dio fa proprio per lui! Dio non perde mai la pazienza!
Intenzioni di preghiera
Vorrei che oggi, in questo “sabato del tempo” che è anche un sabato di Quaresima, ormai quasi alla fine di questo tempo sacro e solenne, noi tutti pregassimo in silenzio. Oggi non vorrei suggerire parole da dire davanti a Dio, ma vorrei suggerire un atteggiamento di preghiera da vivere in concreto. Mettiamoci davanti al Crocifisso o mettiamoci di fronte alla Vergine. Chiediamo al Signore di farci percepire davvero la forza, l’importanza, la bellezza della sua presenza tra noi e, soprattutto, della sua pazienza. A Maria che porta Cristo nel mondo ogni giorno chiediamo di avere questo dono. Dinnanzi al crocifisso contempliamo la pazienza di un Dio che si lascia crocifiggere per amore. Di fronte a questi segni dell’amore, della misericordia, della presenza di Dio, chiediamo al Signore di non fermarsi mai di fronte ai nostri peccati, rinnegamenti, rinunce a vivere la fede. Chiediamo al Signore la grazia di non avere paura a capire che la sua pazienza, che è poi un altro nome della sua misericordia, non ha davvero fine. Chiediamo al Signore e a Maria queste grazie, non solo per vivere bene questa festa, ma per capire che senza la pazienza di Dio noi tutti saremmo perduti.