Settimana della 2 domenica dopo Pentecoste – sabato – natività di San Giovanni Battista
Introduzione
Al termine di questa settimana, nel giorno successivo a quello consueto a motivo della solennità del Sacro Cuore che abbiamo celebrato ieri, viviamo il ricordo annuale della nascita di Giovanni il Battista. Lo facciamo in questo giorno che è il cuore di questa settimana che il Papa ha voluto dedicare alla famiglia e mentre siamo in attesa, questa sera, della grande veglia del Papa con i rappresentanti di tutte le famiglie del mondo a Roma. Conosciamo molto bene anche i testi liturgici di questa festa, alla quale diamo sempre molto risalto nel nostro rito. Come possiamo pregare in questo giorno così solenne, mentre attendiamo la veglia di questa sera?
La Parola di Dio per questo giorno
LETTURA Ger 1, 4-19
Lettura del profeta Geremia
In quei giorni. Mi fu rivolta la parola del Signore: «Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni». Risposi: «Ahimè, Signore Dio! Ecco, io non so parlare, perché sono giovane». Ma il Signore mi disse: «Non dire: “Sono giovane”. Tu andrai da tutti coloro a cui ti manderò e dirai tutto quello che io ti ordinerò. Non aver paura di fronte a loro, perché io sono con te per proteggerti». Oracolo del Signore. Il Signore stese la mano e mi toccò la bocca, e il Signore mi disse: «Ecco, io metto le mie parole sulla tua bocca. Vedi, oggi ti do autorità sopra le nazioni e sopra i regni per sradicare e demolire, per distruggere e abbattere, per edificare e piantare». Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Che cosa vedi, Geremia?». Risposi: «Vedo un ramo di mandorlo». Il Signore soggiunse: «Hai visto bene, poiché io vigilo sulla mia parola per realizzarla». Mi fu rivolta di nuovo questa parola del Signore: «Che cosa vedi?». Risposi: «Vedo una pentola bollente, la cui bocca è inclinata da settentrione». Il Signore mi disse: «Dal settentrione dilagherà la sventura su tutti gli abitanti della terra. Poiché, ecco, io sto per chiamare tutti i regni del settentrione. Oracolo del Signore. Essi verranno e ognuno porrà il proprio trono alle porte di Gerusalemme, contro le sue mura, tutt’intorno, e contro tutte le città di Giuda. Allora pronuncerò i miei giudizi contro di loro, per tutta la loro malvagità, poiché hanno abbandonato me e hanno sacrificato ad altri dèi e adorato idoli fatti con le proprie mani. Tu, dunque, stringi la veste ai fianchi, àlzati e di’ loro tutto ciò che ti ordinerò; non spaventarti di fronte a loro, altrimenti sarò io a farti paura davanti a loro. Ed ecco, oggi io faccio di te come una città fortificata, una colonna di ferro e un muro di bronzo contro tutto il paese, contro i re di Giuda e i suoi capi, contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese. Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti». Oracolo del Signore.
SALMO Sal 70 (71)
La mia lingua, Signore, proclamerà la tua giustizia.
In te, Signore, mi sono rifugiato.
Sii tu la mia roccia,
una dimora sempre accessibile.
Mio Dio, liberami dalle mani del malvagio. R
Sei tu, mio Signore, la mia speranza,
la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza.
Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,
dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno. R
La mia bocca racconterà la tua giustizia,
ogni giorno la tua salvezza.
Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito
e oggi ancora proclamo le tue meraviglie. R
EPISTOLA Gal 1, 11-19
Lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati
Vi dichiaro, fratelli, che il Vangelo da me annunciato non segue un modello umano; infatti io non l’ho ricevuto né l’ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo. Voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo nel giudaismo: perseguitavo ferocemente la Chiesa di Dio e la devastavo, superando nel giudaismo la maggior parte dei miei coetanei e connazionali, accanito com’ero nel sostenere le tradizioni dei padri. Ma quando Dio, che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia, si compiacque di rivelare in me il Figlio suo perché lo annunciassi in mezzo alle genti, subito, senza chiedere consiglio a nessuno, senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco. In seguito, tre anni dopo, salii a Gerusalemme per andare a conoscere Cefa e rimasi presso di lui quindici giorni; degli apostoli non vidi nessun altro, se non Giacomo, il fratello del Signore.
VANGELO Lc 1, 57-68
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Zaccaria, suo padre, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: «Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo».
Sperare in qualche novità
Rileggendo in forma comune i tre testi, io credo che le tre parole di Dio che abbiamo ascoltato ci insegnino a desiderare di vedere quali sono le novità che Dio opera nel tempo. I tre testi biblici ci hanno detto che Dio ha operato grandissime novità con persone che Lui stesso ha scelto. Persone che ha formato fin dal seno materno, come ci dicevano i tre testi, perché avessero, nella storia della salvezza, un ruolo del tutto particolare e fossero dotate anche di una forza singolare, la forza che veniva loro data direttamente dal mistero di Dio che anche in loro si rivelava. Credo che il nostro tempo abbia bisogno di questo, di famiglia, di madri, di padri, di figli, di nonni, di uomini e donne che sanno dare la testimonianza di cosa Dio crea in loro e attraverso di loro. La storia sacra, se riletta nel suo insieme, ci aiuta a dire che Dio è sempre intervenuto nei diversi momenti della storia della salvezza, specie quando tutto sembrava fermo, o perduto, o pericolosamente traballante, creando novità che nessuno sarebbe stato in grado di immaginare. Credo che il nostro tempo sia così. Un tempo nel quale assistiamo al tramonto di molte cose del passato, eppure un tempo ricco di tutte quelle novità che lo Spirito di Dio sa suscitare nel cuore dell’uomo. È proprio a queste novità che dovremmo guardare. Non a quelle novità che crea il costume, la “moda” che anche a proposito delle famiglie viviamo. La novità di Dio è altra cosa. È quella chiamata alla salvezza, alla gioia, alla forza della testimonianza che Dio suscita sempre nel mondo. Noi abbiamo bisogno di questo e io voglio sperare e credere che non solo questo incontro, ma più in generale tutta l’attenzione che la Chiesa dona alla famiglia, sia espressione della ricerca di questa novità che viene dallo Spirito di Dio e che non cessa mai di accompagnare ogni tempo, ogni situazione. Occorre però saperla vedere. Preghiamo per noi perché sappiamo riconoscerla e preghiamo per la Chiesa, per tutto il popolo di Dio, perché sappia fare altrettanto, non mortificando la voce dello Spirito che si esprime sempre attraverso ciò che accade.
Imparare a lodare
Vorrei poi che, come Zaccaria, noi fossimo capaci di dire: “Benedetto il Signore, Dio di Israele perché ha visitato e redento il suo popolo”. Il riferimento del cantico di San Luca è alla storia della salvezza che giunge al suo culmine in Gesù Cristo, annunciato dai profeti ed introdotto nel mondo dalla venuta di Giovanni il Battista. Noi dobbiamo riconoscere che ogni tempo della storia è visitato da Dio, anche il nostro. Se ci fu, come è vero, un tempo in cui questa visita raggiunse il suo culmine, il suo apice e questo è il tempo di Gesù Cristo, è altrettanto vero che Dio visita sempre il suo popolo, non lascia mancare mai, in ogni tempo, quella visita che dona consolazione agli afflitti, forza agli sfiduciati, sostegno ai vacillanti. Credo che dovremmo proprio guardare così all’evento di questi giorni. Noi, infatti, non parliamo di “eventi”, non ci lasciamo trasportare dall’onda delle emozioni sempre mutevoli e sempre ingannevoli. Noi credenti sappiamo che il Signore ci dona, attraverso le cose che viviamo, forza, coraggio, spirito di discernimento e ogni altro bene che ci è necessario per continuare a camminare con Lui e a vivere per Lui.
Ecco la seconda grazia da chiedere per questo giorno rileggendo questa Parola di Dio così bella e così illuminante.
Che sarà mai?
Penso sia utile anche un terzo spunto di riflessione. Zaccaria, guardando al bambino che gli è stato donato e conoscendo che è destinatario di una grazia particolare che è anche una vocazione singolare, si domanda: “che sarà mai di questo bambino?”. Lo sguardo dei profeti è sempre rivolto al futuro. Lo sguardo degli uomini e delle donne di Dio è sempre in grado di interrogarsi su quello che avverrà. Noi moderni abbiamo un po’ l’atteggiamento contrario. Guardiamo al passato. Ci domandiamo magari sì: cosa avverrà? Ma per dire che oggi, intanto non è più come un tempo. Non è più come quando il modello di famiglia era uno, non è più come quando si era uniti, non è più come quando il matrimonio era onorato, rispettato, cercato e vissuto come vocazione… e la lista delle lamentele potrebbe andare avanti. Tutto questo ci tiene con gli occhi rivolti, pericolosamente, al passato. Noi dobbiamo guardare al futuro, chiedendoci dove ci sta portando Dio, quali sono gli effetti di grazia che ci saranno, come ci accompagnerà verso quelle mete che Lui, comunque, ha predisposto per noi.
Celebrare la natività di Giovanni il Battista è ricordare che Dio non si stanca dell’umanità e crea sempre cose nuove che sanno vedere, notare, vivere, coloro che hanno fede, coloro che si fidano di Dio e che si affidano a Dio.
Cerchiamo di pregare, oggi, perché anche attraverso questo incontro noi tutti impariamo a vivere bene ciò che la storia ci riserva, sapendo che Dio non si stanca di amarci e non si stanca di accompagnarci sulle strade, talvolta polverose, della vita.
- Quale preghiera posso offrire a Dio per le famiglie nella festa di Giovanni il Battista?
- Come seguirò la parola del Papa?