Settimana della 4 domenica dopo il martirio – mercoledì
La spiritualità di questa settimana
Essere Chiesa memore dei benefici ricevuti non è facile. Perché, anche come Chiesa e non solo come singoli credenti, ci viene più spontaneo lamentarci per quello che manca che per quello che si ha. Così anche come Chiesa forse siamo un po’ nostalgici, forse ripensiamo a tempi più gloriosi che non ci sono più, forse ci lasciamo un poco prendere la mano da quello che dovrebbe, invece, essere un invito alla preghiera per la Chiesa che è chiamata a vivere il suo splendore nel tempo presente, secondo quello che è permesso da Dio. La festa di sant’Anatalo dovrebbe essere un momento nel quale questa possibilità diventa più concreta e più vera.
La Parola di questo giorno
LETTURA Ger 33, 17-22
Lettura del profeta Geremia
Così dice il Signore: «Non mancherà a Davide un discendente che sieda sul trono della casa d’Israele; ai sacerdoti leviti non mancherà mai chi stia davanti a me per offrire olocausti, per bruciare l’incenso in offerta e compiere sacrifici tutti i giorni». Fu rivolta poi a Geremia questa parola del Signore: «Dice il Signore: Se voi potete infrangere la mia alleanza con il giorno e la mia alleanza con la notte, in modo che non vi siano più giorno e notte, allora potrà essere infranta anche la mia alleanza con il mio servo Davide, in modo che non abbia più un figlio che regni sul suo trono, e quella con i leviti sacerdoti che mi servono. Come non si può contare l’esercito del cielo né misurare la sabbia del mare, così io moltiplicherò la discendenza di Davide, mio servo, e i leviti che mi servono».
SALMO Sal 8
Li hai coronati di gloria e di onore.
O Signore, Signore nostro,
quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!
Voglio innalzare sopra i cieli la tua magnificenza. R
Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissato,
che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell’uomo, perché te ne curi? R
Davvero l’hai fatto poco meno di un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi. R
EPISTOLA Eb 13, 7-17
Lettera agli Ebrei
Fratelli, ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunciato la parola di Dio. Considerando attentamente l’esito finale della loro vita, imitatene la fede. Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e per sempre! Non lasciatevi sviare da dottrine varie ed estranee, perché è bene che il cuore venga sostenuto dalla grazia e non da cibi che non hanno mai recato giovamento a coloro che ne fanno uso. Noi abbiamo un altare le cui offerte non possono essere mangiate da quelli che prestano servizio nel tempio. Infatti i corpi degli animali, il cui sangue viene portato nel santuario dal sommo sacerdote per l’espiazione, vengono bruciati fuori dell’accampamento. Perciò anche Gesù, per santificare il popolo con il proprio sangue, subì la passione fuori della porta della città. Usciamo dunque verso di lui fuori dell’accampamento, portando il suo disonore: non abbiamo quaggiù una città stabile, ma andiamo in cerca di quella futura. Per mezzo di lui dunque offriamo a Dio continuamente un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome. Non dimenticatevi della beneficenza e della comunione dei beni, perché di tali sacrifici il Signore si compiace. Obbedite ai vostri capi e state loro sottomessi, perché essi vegliano su di voi e devono renderne conto, affinché lo facciano con gioia e non lamentandosi. Ciò non sarebbe di vantaggio per voi.
VANGELO Mt 7, 24-27
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
Vangelo
Anzitutto perché, come diceva il Vangelo, noi capiamo che la nostra Chiesa è una Chiesa benedetta. Non sono molte le diocesi, le Chiese, che possono vantare la fondazione apostolica e nemmeno quelle che, dall’epoca apostolica ai nostri giorni, possono dire di non essere mai state abbandonate da Dio. Non sono molte le Chiese che possono dire che non si sa nemmeno bene quanti siano i santi che le hanno edificate. Noi siamo questa Chiesa, la Chiesa che Dio ha sempre reso gloriosa e splendida non solo per le “cose” sacre, per le chiese o per altri monumenti della storia, ma soprattutto per la presenza di santi e, tra questi, di santi pastori. Se S. Anatalo è il primo, c’è poi tutta una serie di pastori santi che ci ha “governato” spendendo la vita per quel popolo cristiano che siamo noi. Così credo che nei prossimi anni vedremo certamente elevati agli onori degli altari altri nostri pastori, anche pastori che abbiamo conosciuto di persona, perché Dio non smette mai di essere fedele a questa Chiesa che, nonostante i suoi limiti e il peccato di tutti i suoi figli, tra cui noi, gode sempre di quella protezione unica, singolare, indefettibile che Dio non smette di donare.
Geremia
Ad assicurarci che questa benedizione, questa fedeltà non può venire meno è, poi, Geremia, che ci dice che come non si può spezzare, come non si può fermare l’alternanza di giorno e di notte che si susseguono l’un l’altro fin dalla fondazione del tempo, così non si può fermare la fedeltà di Dio, anche di fronte ad un uomo infedele. La fedeltà di Dio non è il premio promesso ai buoni, o ciò che gli uomini buoni si meritano con il loro impegno, ma ciò che Dio promette a tutti, indistintamente, non è un merito ma una garanzia. I santi pastori che sono presenti in una chiesa sono solo il segno di questa alleanza che mai viene meno e che mai si può spezzare.
Ebrei
Se le promesse di Dio sono esempio dell’uomo, possiamo allora capire anche le parole della lettera agli Ebrei. I cristiani che hanno presente questa fedeltà di Dio e la onorano, i credenti che sanno meditare sulla vita di Cristo, che è l’incarnazione della fedeltà di Dio, cercano di vivere qualcosa che assomigli a ciò che hanno ricevuto. Ad imitazione di Cristo i fedeli forti della sua parola e colmi della sua grazia, sanno sempre rimettere nelle mani di Dio il loro impegno e il loro esempio. Tra questi, ovviamente, i santi pastori che hanno edificato una chiesa, sono esempio assai chiaro di ciò che diventa possibile quando la natura dell’uomo cerca di fare tesoro di quella grazia che le viene donata.
Per noi e per il nostro cammino di fede
Oggi, quindi, non solo vogliamo fare nostro questo esempio di fede che diventa invito al ringraziamento e alla lode. Noi vogliamo anche cercare di imitare un poco l’esempio grande di questi santi uomini che hanno dato la vita per la Chiesa che è a Milano. Certo noi ricordando i santi pastori ricordiamo gli uomini di chiesa, i vescovi. Ma la nostra meditazione dovrebbe anche allargarsi ed andare, almeno con il pensiero grato che si fa preghiera, a tutti quegli uomini e a quelle donne, magari anche nascosti, magari anche non noti che, con il loro esempio e la loro preghiera, hanno fatto grande questa Chiesa. Non solo per andare orgogliosi di questa appartenenza – noi milanesi certamente siamo maestri anche in questo ritenendoci, in fondo, la Diocesi numero uno al mondo! – ma per imitarli. Ricordare i santi pastori, pregare per gli attuali pastori, deve farci dire: anch’io voglio dare il mio contributo per la santità di questa Chiesa di cui, per grazia, faccio parte. Anch’io voglio dare il mio contributo per rendere questa Chiesa sempre più santa! Ci aiutino Sant’Anatalo e tutti i santi vescovi milanesi.
Provocazioni dalla Parola
- Sono consapevole di vivere in una Chiesa gloriosa per la storia dei suoi santi pastori?
- Come vivo il mio impegno di santificazione sul loro esempio?
- Come posso pregare oggi, pensando ai pastori di oggi? Cosa chiedere per loro e per tutto il nostro popolo di cristiani milanesi?