Settimana della 2 domenica di Avvento – sabato
La spiritualità di questa settimana
Concludiamo anche questa seconda settimana di Avvento che abbiamo dedicato a quella particolare identità del credente che ci fa essere sempre pronti alla conversione continua e alla penitenza.
La Parola di questo giorno
EZECHIELE 7, 1. 15-27
Lettura del profeta Ezechiele
In quei giorni. Mi fu rivolta questa parola del Signore: «La spada all’esterno, la peste e la fame di dentro: chi è in campagna perirà di spada, chi è in città sarà divorato dalla fame e dalla peste. Chi di loro potrà fuggire e salvarsi sui monti, gemerà come le colombe delle valli, ognuno per la sua iniquità. Tutte le mani si indeboliranno e tutte le ginocchia si scioglieranno come acqua. Vestiranno il sacco e lo spavento li avvolgerà. Su tutti i volti sarà la vergogna e tutte le teste saranno rasate. Getteranno l’argento per le strade e il loro oro si cambierà in immondizia, con esso non si sfameranno, non si riempiranno il ventre, perché è stato per loro causa di peccato. Della bellezza dei loro gioielli fecero oggetto d’orgoglio e fabbricarono con essi le abominevoli statue dei loro idoli. Per questo li tratterò come immondizia, li darò in preda agli stranieri e saranno bottino per i malvagi della terra che li profaneranno. Distoglierò da loro la mia faccia, sarà profanato il mio tesoro, vi entreranno i ladri e lo profaneranno. Prepàrati una catena, poiché il paese è pieno di assassini e la città è colma di violenza. Io manderò i popoli più feroci e s’impadroniranno delle loro case, abbatterò la superbia dei potenti, i santuari saranno profanati. Giungerà l’angoscia e cercheranno pace, ma pace non vi sarà. Sventura seguirà a sventura, allarme succederà ad allarme: ai profeti chiederanno responsi, ai sacerdoti verrà meno la legge, agli anziani il consiglio. Il re sarà in lutto, il principe sarà ammantato di desolazione. Tremeranno le mani della popolazione del paese. Li tratterò secondo la loro condotta, li giudicherò secondo i loro giudizi: così sapranno che io sono il Signore».
SALMO Sal 101 (102)
Un popolo nuovo darà lode al Signore.
Signore, ascolta la mia preghiera,
a te giunga il mio grido di aiuto.
Non nascondermi il tuo volto
nel giorno in cui sono nell’angoscia.
Tendi verso di me l’orecchio,
quando t’invoco, presto, rispondimi! R
Svaniscono in fumo i miei giorni
e come brace ardono le mie ossa.
Ma tu, Signore, rimani in eterno,
il tuo ricordo di generazione in generazione. R
Ti alzerai e avrai compassione di Sion:
è tempo di averne pietà, l’ora è venuta!
Questo si scriva per la generazione futura
e un popolo, da lui creato, darà lode al Signore. R
EPISTOLA Eb 8, 6-10
Lettera agli Ebrei
Fratelli, Cristo ha avuto un ministero tanto più eccellente quanto migliore è l’alleanza di cui è mediatore, perché è fondata su migliori promesse. Se la prima alleanza infatti fosse stata perfetta, non sarebbe stato il caso di stabilirne un’altra. Dio infatti, biasimando il suo popolo, dice: «Ecco: vengono giorni, dice il Signore, quando io concluderò un’alleanza nuova con la casa d’Israele e con la casa di Giuda. Non sarà come l’alleanza che feci con i loro padri, nel giorno in cui li presi per mano per farli uscire dalla terra d’Egitto; poiché essi non rimasero fedeli alla mia alleanza, anch’io non ebbi più cura di loro, dice il Signore. E questa è l’alleanza che io stipulerò con la casa d’Israele dopo quei giorni, dice il Signore: porrò le mie leggi nella loro mente e le imprimerò nei loro cuori; sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo».
VANGELO Mt 12, 43-50
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva agli scribi e ai farisei: «Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo, ma non ne trova. Allora dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. E, venuto, la trova vuota, spazzata e adorna. Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora; e l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima. Così avverrà anche a questa generazione malvagia». Mentre egli parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».
Ezechiele
Rileggendo le parole del profeta, credo che in tutti nasca spontanea un’invocazione: allontana da noi queste cose! Il Signore risponde anche a noi. Se noi scegliamo di incatenarci agli idoli, se noi scegliamo di incatenarci alle cose più sbagliate della vita, se noi scegliamo di incatenarci alle realtà meno importanti dell’esistenza facendo di esse le cose che più contano, come potrà Egli liberarci? Chi si incatena a queste cose, fa gravare su di sé e sugli altri la catena del peccato con cui egli stesso si è incatenato. È molto cruda l’immagine della catena, è molto pesante. Il profeta usa questa immagine per dire che chi sceglie il bene si incatena a Dio e giunge alla salvezza, ma chi è freddo, chi non sceglie Dio, chi va nella direzione opposta a quella della sua rivelazione, non può che incatenarsi al male. E il male richiama sempre altro male. Non c’è scampo. Ecco perché il profeta richiama, ancora una volta, alla gioia della conversione. Solo nel cambiamento di modalità di vita si trova la salvezza eterna. Solo in una costante capacità di conversione sta il cuore del proprio itinerario di verità.
Ebrei
Le parole del profeta vengono radicalmente mutate, nello stile, dalla lettera agli Ebrei. Alle parole difficili si sostituiscono parole dolci, alle parole di condanna parole di comprensione, alla rigidità del profeta, l’amabilità di Cristo. È il passaggio dalla prima alla nuova alleanza, dall’alleanza di Abramo a quella di Cristo. L’autore della lettera agli Ebrei ricorda che il sacrificio di Cristo è infinitamente superiore a qualsiasi cosa e che nulla va sprecato di quella forza che proviene da Cristo. Se la prima alleanza non poteva che essere imperfetta, poggiando essa sulla forza dell’uomo, la nuova alleanza poggia invece sulla forza che viene da Cristo e, quindi, non può fallire. È nella nuova alleanza che Cristo riaccende nel cuore dell’uomo non solo il desiderio di Dio ma anche la forza per camminare nella sua volontà e nella costante ricerca della sua presenza.
Vangelo
Abbiamo dedicato tutta la settimana al tema della conversione continua. Il perché è detto proprio in questa pagina di Vangelo; se un uomo inizia a convertirsi, inizia un itinerario di fede ma, poi, lascia a metà il suo percorso, siamo punto e da capo! Non ci sarà mai un itinerario di progressione, di miglioramento, di ascesa. L’itinerario di quest’uomo rischia di assomigliare ad un’altalena, che conosce momenti di altezze grandi ma anche momenti di bassezza estrema. Il Signore ricorda che se la vita di fede è così, c’è spazio per Satana, per il divisore, per colui che vuole dividere l’anima da Dio. Se si vuole fare del proprio itinerario di fede un tentativo di avvicinarsi a Dio, un tentativo di dare stabilità al proprio itinerario, occorre proprio non stancarsi mai di camminare, non fermarsi mai nel proprio itinerario, non smettere mai di camminare dietro al Signore e verso la salvezza eterna. È questo anche il senso proprio dell’Avvento che stiamo vivendo. Se non ci fosse un richiamo a questa verità, noi non potremmo vivere le feste del Signore con quella forza che ci è necessaria, ma ne faremmo solo degli “eventi”. Questo è il rischio che corrono tutti coloro che fanno del Natale una festa, una ricorrenza e non un momento di fede nel quale fare memoria della nascita del Signore perché l’anima trovi salvezza. Almeno noi che ascoltiamo e conosciamo questa parola, vediamo di non perderci nelle cose della vita e cerchiamo di aderire a questa salvezza eterna che deve rendere la nostra anima pronta ad entrare in comunione con Cristo.
Marana Thà, Vieni Signore Gesù!
Così anche noi possiamo dire:
Marana Tha, vieni Signore Gesù nelle nostre vite e ricordaci che solo nella continua conversione sta il segreto di una vita che sa rimettersi nelle tue mani.
Marana Tha, vieni Signore Gesù, anima la nostra Eucarestia domenicale e fa’ che la S. Messa di domani sia davvero occasione di incontro con te nel Sacramento della tua Presenza.
Marana Tha, vieni Signore Gesù e ricordaci di mantenere lo spirito pronto, per non cadere in condizioni peggiori che rovinano la vita dell’anima e l’amicizia con Te.
Marana Tha, vieni Signore Gesù!
Provocazioni dalla Parola
- Faccio miei questi richiami di conversione?
- L’Eucarestia di domani, domenica, giorno centrale della settimana, mi aiuterà a mantenere fede al proposito di Avvento?
- La mia anima è come una casa spazzata e adorna per il Signore?