Settimana della 3 domenica dopo l’Epifania – giovedì – Santi Timoteo e Tito
La spiritualità di questo giorno
La capacità di inglobare
La Parola di questo giorno
LETTURA Sir 44, 1; 49, 4-7
Lettura del libro del Siracide
Facciamo ora l’elogio di uomini illustri, dei padri nostri nelle loro generazioni. Se si eccettuano Davide, Ezechia e Giosia, tutti agirono perversamente; poiché avevano abbandonato la legge dell’Altissimo, i re di Giuda scomparvero. Lasciarono infatti il loro potere ad altri, la loro gloria a una nazione straniera. I nemici incendiarono l’eletta città del santuario, resero deserte le sue strade, secondo la parola di Geremia, che essi però maltrattarono, benché fosse stato consacrato profeta nel seno materno, per estirpare, distruggere e mandare in rovina, ma anche per costruire e piantare.
SALMO Sal 75 (76)
Fate voti al Signore, vostro Dio, e adempiteli.
Tu sei davvero terribile;
chi ti resiste quando si scatena la tua ira?
Dal cielo hai fatto udire la sentenza. R
Sbigottita tace la terra,
quando Dio si alza per giudicare,
per salvare tutti i poveri della terra.
Persino la collera dell’uomo ti dà gloria;
gli scampati dalla collera ti fanno festa. R
Fate voti al Signore, vostro Dio, e adempiteli,
quanti lo circondano portino doni al Terribile,
a lui che toglie il respiro ai potenti,
che è terribile per i re della terra. R
VANGELO Mc 5, 1-20
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco
In quel tempo. Il Signore Gesù e i discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare. I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.
L’atteggiamento di sapienza
Il concetto di vicinanza, solidarietà, inclusione è visto in modo molto differente da tutti noi. Lasciamoci ispirare, anzitutto, dalle Scritture.
Come si vede bene, alla base della prima Scrittura c’è un forte giudizio. Un giudizio molto negativo sulle persone che hanno svolto il compito di re nei regni di Israele. Il Siracide diceva con grandissima forza che non se ne salvò nemmeno uno di quelli che vennero dopo Salomone! In teoria sembra un giudizio molto esagerato, ma, in realtà, la storia di Israele non ci presenta davvero grandi uomini, ma figure piuttosto mediocri di politici che curarono più i loro affari che non quelli del regno, più le loro persone che non il popolo a loro affidato. Il Siracide pone un confine molto preciso e divide molto bene gli uomini che hanno lavorato per il bene di tutto il popolo da coloro che hanno curato solo i propri interessi.
Così come è nel Vangelo. Siamo in presenza di un caso molto singolare. Un uomo che è stato indemoniato, un uomo che ha vissuto l’oppressione di Satana. Un uomo infelice, che ha vissuto da infelice, che ha avuto la vita rovinata. Un uomo che viene sanato dal Signore, un uomo che viene recuperato dalla sua forza, un uomo che era stato isolato dalla comunione con gli altri uomini e che, ora, dopo il miracolo, può essere finalmente reintegrato. Ci sarebbe di che gioire. Ci sarebbe da applaudire alla forza di Dio che opera in Gesù, invece ecco che uomini molto meschini, uomini ripiegati su loro stessi, fanno i calcoli, considerano ciò che hanno perso, cercano di porre una pezza a quello che Gesù ha fatto… insomma, si lasciano andare a calcoli umani, molto umani, dimostrando così di non avere grande sapienza di vita. Essi mirano più alla cura dei loro beni che non a quella delle persone. Solo l’indemoniato, sapendo ciò che ha passato, sa ringraziare Gesù e chiede come può cambiare vita nel nome di quella forza che lo ha salvato.
Così vediamo come la capacità di inglobare non è semplice. La capacità di includere non è facile da vivere. Anche quando si è in presenza di opere di grandissimo bene, non sempre si è disposti ad ammettere che ci sono segni di Dio e ad avvicinarsi alle persone, è più facile difendere i propri interessi che non dedicarsi all’accoglienza.
Il nostro cammino di fede
Così, in fondo, è anche per noi. Non tutti siamo capaci di avere segni di attenzione per gli altri. Non tutti siamo capaci di includere gli altri nelle nostre scelte, decisioni, che siano personali o che siano anche comunitarie. Spesso è la logica di un gruppo chiuso a prevalere e, purtroppo, spesso non vediamo nemmeno noi il bene che è presente nelle altre persone. Cosa dobbiamo fare?
Anzitutto credo che sia chiesto a ciascuno di noi di cambiare logica e di diventare più capaci di vivere e di valorizzare quelle forme di bene che vediamo presenti tra noi, anche se non provengono dal nostro gruppo o da chi la pensa come noi. In secondo luogo chiederei al Signore un cuore davvero grande, capace di vedere che c’è molto bene accanto a noi. Questa è una forma particolarissima di sapienza che anche noi dovremmo incentivare e valorizzare. Infine credo che sia importantissimo chiedere al Signore la capacità di valutare i segni di bene che ci sono tra noi andando oltre gli effetti “economici” delle vicende di cui anche noi siamo testimoni.
In terzo luogo penso che sia chiesto a ciascuno di noi di valorizzare questa sapienza proprio a partire da chi vive con noi, da chi è accanto a noi, così da dare seria testimonianza di ciò che si muove nel nostro mondo.
Intenzioni di preghiera
Anche oggi possiamo cercare di applicare queste indicazioni di sapienza alle realtà di preghiera che stiamo valorizzando in questo mese.
Penso alla pace. Valorizziamo tutti i passi e gli sforzi di pace che ci sono nel mondo e chiediamo al Signore di mandare a noi uomini e donne di pace, che sappiano seriamente impiegarsi per questo bene comune imprescindibile.
In secondo luogo penso alla comunità dei cristiani. Un vero ecumenismo passa solo per la valorizzazione del bene che c’è negli altri. Chiediamo al Signore questo dono imprescindibile per ogni cammino, il dono di chi sa valorizzare i segni di bene che sono presenti nelle altre comunità e confessioni cristiane.
Infine penso alla famiglia: impariamo a fare circolare tutti i segni di bene che ci sono nelle famiglie. Questo servirà per vivere meglio la chiamata alla testimonianza di Dio che abita i nostri giorni.