Settimana della 3 domenica dopo l’Epifania – venerdì
La spiritualità di questa settimana
Dopo la festa della conversione di San Paolo, vogliamo oggi ricordare i santi Timoteo e Tito.
La Parola di questo giorno
LETTURA Sir 44, 1; 49, 13-16
Lettura del libro del Siracide
Facciamo ora l’elogio di uomini illustri, dei padri nostri nelle loro generazioni. La memoria di Neemia durerà a lungo; egli rialzò le nostre mura demolite, vi pose porte e sbarre e fece risorgere le nostre case. Nessuno sulla terra fu creato eguale a Enoc; difatti egli fu assunto dalla terra. Non nacque un altro uomo come Giuseppe, guida dei fratelli, sostegno del popolo; perfino le sue ossa furono onorate. Sem e Sefurono glorificati fra gli uomini, ma, nella creazione, superiore a ogni vivente è Adamo.
SALMO Sal 47 (48)
Il Signore è colui che ci guida.
O Dio, meditiamo il tuo amore
dentro il tuo tempio.
Come il tuo nome, o Dio,
così la tua lode si estende
sino all’estremità della terra;
di giustizia è piena la tua destra. R
Gioisca il monte Sion,
esultino i villaggi di Giuda
a causa dei tuoi giudizi.
Circondate Sion, giratele intorno,
contate le sue torri. R
Osservate le sue mura,
passate in rassegna le sue fortezze,
per narrare alla generazione futura: questo è Dio,
il nostro Dio in eterno e per sempre;
egli è colui che ci guida in ogni tempo. R
VANGELO Mc 5, 21-24a. 35-43
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco
In quel tempo. Essendo il Signore Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.
Siracide
Il testo di oggi è composito, infatti abbiamo sentito che non viene ricordato solo un uomo, ma sono molti i personaggi citati nel testo. Abbiamo anzitutto la memoria di Neemia, colui che ricostruì le mura di Gerusalemme e le case che sorgevano nei quartieri a ridosso di esse dopo la distruzione degli Assiri; poi si ricordava Enoc, un personaggio mitologico della Genesi, poi ancora Giuseppe, il grande consolatore dei fratelli e del popolo tutto, e infine i grandi personaggi dei primi capitoli della Genesi, tra cui Adamo. Un modo per dire che occorre esaltare sempre la vita dell’uomo che è il dono più grande di Dio. Tutto ciò che viene fatto per gli uomini, per la loro salvezza, per la loro salute, per il loro benessere è di estrema importanza e di grande considerazione non solo davanti a tutti gli uomini ma davanti a Dio Padre. È un modo per dire che la vita è il primo e il grande dono di Dio. Nulla vale più della vita, nulla occorre tenere in considerazione maggiore.
Vangelo
È il contenuto del Vangelo. La vita ha un valore incredibilmente grande, la vita di ogni uomo va rispettata e va difesa, la vita di ogni individuo va promossa. Il Signore lo dice con chiarezza nel suo miracolo. C’è il capo della sinagoga, Giairo, un uomo che è disperato come sono disperati tutti i papà che sono alle prese con la salute dei loro figli, tanto più quando si è in pericolo di morte. Ecco il senso di quel suo chiamare quel maestro che – dicono – risolleva i malati. Ecco il suo andare in prima persona, ecco il suo supplicare, ecco la sua gioia già nel vedere che il maestro accetta di scendere, con lui, nella sua casa. Un segno graditissimo di condivisione, di vicinanza, di speranza. Speranza che sembra interrompersi quando viene portata la notizia della morte della fanciulla. Speranza che rimane salda solo per la parola di Gesù che continua il suo gesto: egli va con Giairo, entra nella casa, entra nella stanza della ragazza con i genitori ed è lì, nel segreto di questa stanza, che accade il miracolo per cui il corpo esanime di una fanciulla ritorna alla vita. Un miracolo che dice, con estrema chiarezza, che la vita è dono di Dio, che la vita va sempre difesa, rispettata, circondata di tutte quelle grandi attenzioni che occorre sempre avere, perché la vita di ciascuno merita sempre la più grande attenzione.
La vita dell’uomo va sempre guardata con tenerezza, rispetto, amore, pronti a fare qualsiasi cosa per sostenerla, promuoverla, garantirla.
Per noi e per il nostro cammino
- Teniamo alla nostra vita?
- Difendiamo la vita degli altri?
Anche noi tutti dobbiamo confrontarci con questo tema. Anche noi abbiamo ricevuto la vita come un dono e anche noi, per primi, dovremmo vedere nella vita degli altri un dono da difendere e da promuovere. Non ci sono distinzioni. La nostra vita vale esattamente quanto quella degli altri. Così come la vita di un ragazzo, la vita di un vecchio, la vita di un amico, la vita di uno che non conosciamo, la vita di un migrante, la vita di un lavoratore… La vita di un altro uomo è sempre qualcosa di sacro e di inviolabile. Ecco perché il cristiano dovrebbe sempre difendere il valore della vita di tutti, battendosi, chiedendo che siano garantite le condizioni oneste del vivere, cercando di fare in modo che tutti possano avere quelle condizioni oneste dell’esistenza a cui si ha diritto. Noi dovremmo avere l’insistenza di Giairo e la sua speranza su questi temi. Non sempre abbiamo né l’una né l’altra. Qualche volta siamo stanchi, sfiduciati, non abbiamo più fiducia nella vita e non speriamo più niente né per la nostra esistenza né per quella degli altri. Molte volte siamo un po’ scettici, su molte cose, altre volte siamo rassegnati. Non dovrebbe mai accadere questo, perché il cristiano, forte della vita di Cristo che risorge, dovrebbe sempre essere pronto a difendere la vita di ciascuno. È questa la grazia da chiedere oggi. Difendiamo e sosteniamo la vita di tutti, senza mai fare alcuna distinzione e differenza. Anche la vita dell’uomo che ci sembra meno difendibile, anche la vita dell’uomo che, a nostro avviso, non merita attenzione, è, comunque, una vita da difendere. Anche noi saremo sapienti se arriveremo a questa apertura di mente che farà di noi dei credenti che sanno difendere la vita in nome di Dio.
Ci stiamo anche preparando alla domenica della vita e alla festa del Cav. Cerchiamo, davvero, di difendere sempre la vita dell’uomo senza mettere nessuna specificazione. Lasciamo davvero che sia la nostra fede a guidarci e a farci crescere in un rispetto sempre più profondo della vita umana.