Settimana della 2 domenica dopo l’Epifania – sabato
La spiritualità di questa settimana
Oggi concludiamo la settimana già tenendo in grandissima considerazione la festa della Santa Famiglia che domani ci vedrà attenti e fervorosi nella preghiera.
La Parola di questo giorno
LETTURA Es 19, 3-8
Lettura del libro dell’Esodo
In quei giorni. Mosè salì verso Dio, e il Signore lo chiamò dal monte, dicendo: «Questo dirai alla casa di Giacobbe e annuncerai agli Israeliti: “Voi stessi avete visto ciò che io ho fatto all’Egitto e come ho sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatto venire fino a me. Ora, se darete ascolto alla mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete per me una proprietà particolare tra tutti i popoli; mia infatti è tutta la terra! Voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa”. Queste parole dirai agli Israeliti». Mosè andò, convocò gli anziani del popolo e riferì loro tutte queste parole, come gli aveva ordinato il Signore. Tutto il popolo rispose insieme e disse: «Quanto il Signore ha detto, noi lo faremo!». Mosè tornò dal Signore e riferì le parole del popolo.
SALMO Sal 95 (96)
Popoli tutti, date gloria al Signore!
Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome.
Portate offerte ed entrate nei suoi atri,
prostratevi al Signore nel suo atrio santo. R
Tremi davanti a lui tutta la terra.
Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
È stabile il mondo, non potrà vacillare!
Egli giudica i popoli con rettitudine. R
Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude,
davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli. R
EPISTOLA 2Cor 1, 18-20
Seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, Dio è testimone che la nostra parola verso di voi non è «sì» e «no». Il Figlio di Dio, Gesù Cristo, che abbiamo annunciato tra voi, io, Silvano e Timòteo, non fu «sì» e «no», ma in lui vi fu il «sì». Infatti tutte le promesse di Dio in lui sono «sì». Per questo attraverso di lui sale a Dio il nostro «Amen» per la sua gloria.
VANGELO Gv 12, 31-36a
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Il Signore Gesù disse alla folla: «Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire. Allora la folla gli rispose: «Noi abbiamo appreso dalla Legge che il Cristo rimane in eterno; come puoi dire che il Figlio dell’uomo deve essere innalzato? Chi è questo Figlio dell’uomo?». Allora Gesù disse loro: «Ancora per poco tempo la luce è tra voi. Camminate mentre avete la luce, perché le tenebre non vi sorprendano; chi cammina nelle tenebre non sa dove va. Mentre avete la luce, credete nella luce, per diventare figli della luce».
Esodo
Il primo testo è determinante per la comprensione anche degli altri. Abbiamo letto questa parola di Dio rispetto al popolo di Israele: “Voi sarete per me una proprietà particolare”. In ebraico questo concetto è espresso da una sola parola: “segullà”. La “segullà” è la proprietà particolarmente cara, è quella che il possessore non perde mai di vista, è quella proprietà particolare per la quale il possessore è disposto a fare qualsiasi cosa pur di mantenerla. Israele è tutto questo per Dio. È il popolo eletto, è il popolo per il quale egli si sacrifica, è il popolo che rappresenta ogni credente. Dio è disposto a fare qualsiasi cosa purché Israele rimanga al suo fianco.
Vangelo
Comprendiamo allora il Vangelo. Molte volte Gesù ha parlato della sua morte e risurrezione, della sua crocifissione, del suo andare liberamente incontro alla morte per poi donare a tutti la speranza della risurrezione. Queste realtà non valgono soltanto per Israele ma per tutti. Dio, in Gesù, dona la vita per ogni uomo, per ogni credente, di qualsiasi luogo, di qualsiasi tempo, così che ogni uomo, ogni credente diventa, per Gesù, una “segullà”, una realtà preziosissima per la quale Dio è disposto a dare la vita. Tutti dovremmo comprendere davvero ciò che dicevano gli antichi padri della Chiesa: se tu fossi l’unico uomo al mondo, se tu fossi l’unico uomo da redimere, Dio, per te, si incarnerebbe lo stesso! Dio si incarnerebbe per un solo uomo da salvare, Dio farebbe le stesse cose anche se l’anima da salvare fosse una sola. Questo accade perché, per Dio, tutte le anime sono una “segullà”, una proprietà trattata con particolare attenzione, con uno sguardo di intensità unica.
Corinti
Così capiamo ancor meglio le parole di San Paolo ai Corinti: Dio ha pronunciato il suo sì per l’uomo in Cristo Gesù. Non c’è nulla di più che Dio possa fare, non c’è nulla di più che Dio debba dire, non c’è altra cosa che Dio debba mettere in campo. Dio ha già dato tutto sé stesso per l’uomo, Dio ha già dato tutto quello che doveva dare, Dio ha già messo in campo ogni cosa in Cristo, perché Dio non lesina mai i suoi beni e, anzi, dona al suo popolo tutto ciò che è necessario perché ogni singolo uomo possa tornare a lui. Il cristiano celebra tutto questo ogni volta che celebra l’Eucarestia. Il dono che si celebra sull’altare è sempre un nuovo “sì!” di Dio detto all’uomo perché egli possa giungere alla salvezza.
Per noi e per il nostro cammino
- Abbiamo anche noi questa consapevolezza nel cuore?
- Celebriamo l’Eucarestia come il “sì” di Dio detto a noi?
Credo che, se comprendessimo realmente il significato di queste Scritture, ci comporteremmo in modo molto più responsabile e molto più attento. Dio, in Gesù Cristo, viene a salvarci e, invece non prestiamo attenzione, svuotiamo del loro significato alcuni momenti importanti della vita di fede, non siamo attenti a come trattiamo le cose sacre. Insomma, tutti noi non siamo molto attenti a comprendere che, davvero, in Gesù Cristo Dio ha già pronunciato il suo sì per noi, senza condizioni, senza se e senza ma.
Credo davvero che rileggendo questa Scrittura noi tutti dovremmo cambiare punto di vista e migliorare la nostra attenzione e il nostro rispetto per tutte le realtà della fede. Se davvero comprendiamo che in Gesù Cristo, Dio viene incontro a ciascuno di noi, tutti dovremmo essere molto più attenti a come viviamo le singole realtà della fede.
Comunque suggerirei di uscire da questa celebrazione sentendo la vicinanza e la consolazione di Dio per ciascuno di noi. Dio, anche oggi, sta dicendo a ciascuno dei presenti la sua vicinanza, il suo sostegno, il suo amore, la sua condiscendenza, la sua benevolenza, il suo rispetto…
E noi cosa vogliamo dire a Dio mentre lui ci comunica tutto questo?