Sabato 26 ottobre

Settimana dopo la dedicazione – sabato 

La spiritualità di questa settimana

Siamo alla vigilia della festa missionaria, ovvero della domenica nella quale tutti, magari stringendoci anche intorno ai missionari che conosciamo, siamo invitati a capire cosa sia la partecipazione al carisma missionario di ogni vocazione. Le letture intendono rispondere: a quale condizione si può essere missionari dell’amore di Dio?

La Parola di questo giorno

LETTURA Dt 26, 1-11
Lettura del libro del Deuteronomio

In quei giorni. Mosè disse: «Quando sarai entrato nella terra che il Signore, tuo Dio, ti dà in eredità e la possederai e là ti sarai stabilito, prenderai le primizie di tutti i frutti del suolo da te raccolti nella terra che il Signore, tuo Dio, ti dà, le metterai in una cesta e andrai al luogo che il Signore, tuo Dio, avrà scelto per stabilirvi il suo nome. Ti presenterai al sacerdote in carica in quei giorni e gli dirai: “Io dichiaro oggi al Signore, tuo Dio, che sono entrato nella terra che il Signore ha giurato ai nostri padri di dare a noi”. Il sacerdote prenderà la cesta dalle tue mani e la deporrà davanti all’altare del Signore, tuo Dio, e tu pronuncerai queste parole davanti al Signore, tuo Dio: “Mio padre era un Arameo errante; scese in Egitto, vi stette come un forestiero con poca gente e vi diventò una nazione grande, forte e numerosa. Gli Egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù. Allora gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione; il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente e con braccio teso, spargendo terrore e operando segni e prodigi. Ci condusse in questo luogo e ci diede questa terra, dove scorrono latte e miele. Ora, ecco, io presento le primizie dei frutti del suolo che tu, Signore, mi hai dato”. Le deporrai davanti al Signore, tuo Dio, e ti prostrerai davanti al Signore, tuo Dio. Gioirai, con il levita e con il forestiero che sarà in mezzo a te, di tutto il bene che il Signore, tuo Dio, avrà dato a te e alla tua famiglia».

SALMO Sal 96 (97)

Il Signore è l’Altissimo su tutta la terra.

Si vergognino tutti gli adoratori di statue
e chi si vanta del nulla degli idoli.
A lui si prostrino tutti gli dèi!
Ascolti Sion e ne gioisca,
esultino i villaggi di Giuda
a causa dei tuoi giudizi, Signore. R

Perché tu, Signore,
sei l’Altissimo su tutta la terra,
eccelso su tutti gli dèi.
Odiate il male, voi che amate il Signore:
egli custodisce la vita dei suoi fedeli,
li libererà dalle mani dei malvagi. R

Una luce è spuntata per il giusto,
una gioia per i retti di cuore.
Gioite, giusti, nel Signore,
della sua santità celebrate il ricordo. R

EPISTOLA Eb 11, 1-2. 8-9. 23-29
Lettera agli Ebrei

Fratelli, la fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede. Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio. Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava. Per fede, egli soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Per fede, Mosè, appena nato, fu tenuto nascosto per tre mesi dai suoi genitori, perché videro che il bambino era bello; e non ebbero paura dell’editto del re. Per fede, Mosè, divenuto adulto, rifiutò di essere chiamato figlio della figlia del faraone, preferendo essere maltrattato con il popolo di Dio piuttosto che godere momentaneamente del peccato. Egli stimava ricchezza maggiore dei tesori d’Egitto l’essere disprezzato per Cristo; aveva infatti lo sguardo fisso sulla ricompensa. Per fede, egli lasciò l’Egitto, senza temere l’ira del re; infatti rimase saldo, come se vedesse l’invisibile. Per fede, egli celebrò la Pasqua e fece l’aspersione del sangue, perché colui che sterminava i primogeniti non toccasse quelli degli Israeliti. Per fede, essi passarono il Mar Rosso come fosse terra asciutta. Quando gli Egiziani tentarono di farlo, vi furono inghiottiti.

VANGELO Lc 5, 1-11
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, il Signore Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Deuteronomio

Anzitutto a condizione che si ricordi la propria origine e si faccia sempre memoria di essa. Il racconto che abbiamo sentito nella prima lettura e che corrisponde al racconto di fede che, in famiglia, i più vecchi facevano ai giovani, per ricordare che l’origine di tutto era in Dio. Compresa l’origine di Israele come popolo, chiamato a vivere una fede di risposta. Ovvero, all’amore di Dio che si rivelava dinanzi a loro, essi erano invitati a vivere, come risposta, una testimonianza di quell’amore con il quale erano stati amati per primi. Ricordare la vicenda di Abramo, ricordare la vicenda dei patriarchi, ricordare la venuta in Egitto e tutto ciò che ne conseguì, è un modo per educare continuamente alla ripetizione dei benefici di Dio. Il ripetersi anche solo nella mente, come sono andate le cose, rende certi della propria identità ed apre alla missione per il bene della comunità.

Ebrei

Così la lettera agli Ebrei che, in una visione molto sintetica, riprendeva i medesimi contenuti ed insegnava che è per fede che i patriarchi partirono e fecero tutto ciò che fu loro chiesto. Solo la fede li sostenne e solo la fede seppe essere la loro consolazione. Fu per fede che essi diventarono missionari dell’amore di Dio e fu solo grazie ad essa che essi stessi trovarono, per primi, quei tesori che poi seppero dare anche ad altri. Quello che fecero i grandi patriarchi è ciò che deve fare ogni cristiano che, animato dalla fede in Dio, si dispone a dare ragione della sua fede portando ad altri il seme della sua testimonianza.

Vangelo

Così capiamo anche il Vangelo. La pesca miracolosa, che sta ad indicare ciò che la Chiesa avrebbe vissuto portando il Vangelo agli uomini, è frutto solo di un atto di fede. Un atto di fede nella Parola del Signore, un atto di fede a vivere con fiducia ciò che il Signore ha rivelato come cuore del suo vangelo. Se vogliamo anche un atto di obbedienza, che diventa generativo per tutti. La fede genera la missione e ogni missione è sostenuta dalla fede. Senza di essa non esiste possibilità di essere testimoni, davanti agli uomini, dell’amore di Dio.

Per noi e per il nostro cammino di fede

Queste considerazioni valgono per ciascuno di noi. Cosa ci permetterà di essere veramente testimoni dell’amore di Dio? Cosa ci permetterà di essere missionari? Solo un continuo ricordare le nostre origini. Noi siamo tutti figli di uomini dalla fede grande, adulta, profonda. Noi siamo tutti figli di uomini e donne che seppero conservare la fede, ma anche seppero trasmetterla ad altri, confidando solo nella provvidenza di Dio. Uomini e donne che seppero fidarsi della parola ricevuta, diventando obbedienti ad essa. Così anche noi saremo missionari solo se obbediremo alla medesima parola, solo se saremo fedeli ad essa, solo se sapremo, in qualche modo, essere imitatori della fede di chi ci ha preceduto. Invochiamo questa grazia per noi e per la Chiesa. La domenica missionaria che celebreremo domani non sia solamente un modo per vivere una ritualità che si ripete, ma sia un momento di presa di coscienza di chi siamo e del compito al quale siamo tutti chiamati. Maria Santissima ci assista, ci sostenga e renda la nostra Chiesa veramente missionaria.

Provocazioni dalla Parola

  • Vivo questa passione per la missione?
  • Il ricordare la nostra identità, ci rende sempre più missionari dell’amore di Dio?
2024-10-17T14:46:31+02:00