Giovedì 27 gennaio

Settimana della 3 domenica dopo l’Epifania – giovedì

La Parola di Dio per questo giorno

LETTURA Sir 44, 1; 49, 8-10
Lettura del libro del Siracide

Facciamo ora l’elogio di uomini illustri, dei padri nostri nelle loro generazioni. Ezechiele contemplò una visione di gloria, che Dio gli mostrò sul carro dei cherubini. Si ricordò dei nemici nell’uragano, beneficò quanti camminavano nella retta via. Le ossa dei dodici profeti rifioriscano dalla loro tomba, perché essi hanno consolato Giacobbe, lo hanno riscattato con la loro confidente speranza.

SALMO Sal 104 (105)

Proclamate fra i popoli le opere del Signore.

Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere.
Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto. R

È lui il Signore, nostro Dio.
Si è sempre ricordato della sua alleanza,
dell’alleanza stabilita con Abramo
e del suo giuramento a Isacco.
L’ha stabilita per Giacobbe come decreto,
per Israele come alleanza eterna. R

Disse: «Ti darò il paese di Canaan
come parte della vostra eredità».
Quando erano in piccolo numero,
pochi e stranieri in quel luogo,
non permise che alcuno li opprimesse
e castigò i re per causa loro:
«Non toccate i miei consacrati,
non fate alcun male ai miei profeti». R

VANGELO Mc 5, 1-20
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco

In quel tempo. Il Signore Gesù e i discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi! ». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti ». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare. I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.

Vangelo

Nel Vangelo di oggi ci sono dei dialoghi mirabili. Il primo dialogo è anche quello che incuriosisce ciascuno di noi ed è il più strano dei dialoghi, quello tra Gesù e i demoni.

È un dialogo davvero molto singolare. Intanto si parla di demoni che ascoltano il Signore e che si mettono a dialogare con lui. Demoni che sono consapevoli dell’infinita superiorità di Gesù, sanno che saranno cacciati dall’anima che stanno infestando e devastando e, per questo, chiedono quasi il permesso di andare in una mandria di porci. Porci che, raggiunti dai demoni, si gettano nel lago. Credo che l’evangelista ci stia dicendo che la forza del demonio è sempre distruttiva, distrugge la vita degli uomini ma distrugge anche la vita in senso più generale. La forza del demonio è questa: essere una forza devastante di distruzione.

Questo dialogo con i demoni permette poi al Signore di accedere ad un altro dialogo, quello con l’uomo che era stato indemoniato. Dialogo di pace, dialogo di ri-creazione, dialogo che svela anche il senso di quel miracolo che è poi il senso della vita di quest’uomo: egli è chiamato a rivelare la grandezza di Dio a quelli di casa sua. Egli dovrà essere testimone della misericordia di Dio per i suoi famigliari, per quelli che vivono con lui. Cosa che avviene.

Infine c’è il terzo dialogo, quello con gli abitanti di quella regione che, invece di accogliere il segno di Gesù, invece di gioire per l’uomo che è stato salvato, si precipitano a chiedergli di andarsene! Hanno paura di una potenza così grande! Hanno paura di vedere altri segni! Hanno paura della vita. Hanno paura che Gesù rovini le loro cose, avendo egli permesso a una moltitudine enorme di maiali, che sono una ricchezza grande, di buttarsi nel lago. La cura delle cose vale più della cura delle relazioni e delle persone! Così il terzo dialogo del Vangelo ci mostra un Gesù che deve davvero andarsene. Se il dialogo con i demoni aveva visto Gesù vittorioso sulle forze del male, se il dialogo con l’indemoniato sanato ci ha mostrato il volto di Gesù misericordioso, questo terzo dialogo si conclude in una sconfitta per Gesù che viene cacciato dagli uomini. Ciò che nemmeno i demoni hanno potuto fare, lo hanno fatto gli uomini!

Gesù, che è vittorioso sulle forze del male, rispetta la libertà dell’uomo lasciando al peccatore il suo spazio di vita! Catechesi bellissima sul rispetto che il Signore dona all’uomo.

Siracide

Bellissima, poi, oggi, la lettura sapienziale. L’elogio del Siracide riguarda Ezechiele, il profeta che leggiamo nel tempo di Avvento. Un uomo che ha ascoltato la voce di Dio per essere, per così dire, il portavoce di Dio nel suo tempo, nella sua società, nella sua storia. Il profeta è uomo di consolazione, uomo di pace, uomo di speranza. L’autore sapienziale si augurava una risurrezione dei profeti, perché possa continuare quella predicazione della speranza che rende vera, bella, completa la vita di ogni uomo. È bellissima l’immagine di chi è un profeta: è un uomo che ascolta la Parola di Dio per donarla agli uomini, ma è anche un uomo che ascolta il grido degli uomini per portarlo a Dio. Ritornano tutti i punti chiave del Vangelo che ascoltiamo in questa settimana.

Per noi

Per noi è utile rileggere questa parola. Intanto per chiarirci cosa può fare la forza di Dio, la sua presenza in mezzo agli uomini, la sua azione sanante. In secondo luogo per essere anche noi edificati dalla figura di questo Dio che combatte il demonio e lo vince, ma si arresta davanti alla parola degli uomini, nel rispetto grande della libertà che Lui stesso ha creato, anche quando questa libertà si oppone a Lui e alla sua rivelazione di amore.  In terzo luogo perché questa parola di Dio ci dice quanto bisogno abbiamo di profeti, di uomini che parlino con Dio ma anche che ci parlino di Dio. Senza profeti la nostra esperienza di fede è essenzialmente più povera e meno capace di condurci alla salvezza.

  • Siamo consapevoli di queste verità?
  • Come viviamo tutto questo nel nostro itinerario di fede?

Chiediamo al Signore di custodirci mentre camminiamo in questa settimana verso la festa della famiglia che celebreremo domenica con tutta la Chiesa ambrosiana.

2022-01-20T14:15:34+01:00