Settimana dell’ultima domenica dopo l’Epifania – giovedì
Meditiamo insieme le Scritture.
Qoelet
Qo 8, 16 – 9, 1a
Lettura del libro del Qoèlet
Io, Qoèlet, quando mi dedicai a conoscere la sapienza e a considerare le occupazioni per cui ci si affanna sulla terra – poiché l’uomo non conosce sonno né giorno né notte – ho visto che l’uomo non può scoprire tutta l’opera di Dio, tutto quello che si fa sotto il sole: per quanto l’uomo si affatichi a cercare, non scoprirà nulla. Anche se un sapiente dicesse di sapere, non potrà scoprire nulla. A tutto questo mi sono dedicato, ed ecco tutto ciò che ho verificato: i giusti e i sapienti e le loro fatiche sono nelle mani di Dio.
La descrizione del sapiente antico è anche la descrizione del nostro mondo. Anche oggi “l’uomo si affanna e non conosce né giorno né notte!”. Forse anche noi siamo così o c’è stato un tempo della nostra vita in cui abbiamo vissuto così: lavorando molto, concedendoci pochissime cose, cercando di vivere al massimo delle possibilità che ci sono state donate. Per un verso c’è della sapienza in questo: il mettere a frutto i talenti che abbiamo ricevuto. Ma, se si esagera, si rischia di buttare via tutto e di non conquistare nulla, anzi, si rischia di perdere tutta una vita cercando realtà che non si potranno mai possedere. Il sapiente antico ci sta dicendo che una vita sapiente è anche quella che si sa fermare, è anche quella che sa prendere le distanze dalle cose, è anche quella che sa rimettere tutto in ordine partendo dal tempo che deve essere dato a Dio, alla conoscenza della fede, da cui proviene ogni criterio per dire ciò che vale la pena di vivere e cosa, invece, si potrebbe anche tralasciare. “I giusti, i sapienti e le loro fatiche, sono nelle mani di Dio”. Speriamo di poter dire anche noi queste parole! Speriamo di poter dire anche noi questa verità! Speriamo che si possa dire anche di noi che siamo stati uomini e donne di Dio perchè abbiamo rimesso in Lui le nostre fatiche!. Questo direbbe il senso di una vita spesa bene! Una vita spesa per Dio e, quindi, una vita sapiente!
Vangelo
Mc 13, 9b-13
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi consegneranno ai sinedri, sarete percossi nelle sinagoghe e comparirete davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro. Ma prima è necessario che il vangelo sia proclamato a tutte le nazioni. E quando vi condurranno via per consegnarvi, non preoccupatevi prima di quello che direte, ma dite ciò che in quell’ora vi sarà dato: perché non siete voi a parlare, ma lo Spirito Santo. Il fratello farà morire il fratello, il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato».
Una vita spesa per Dio è una vita che non teme alcun genere di persecuzione. Una vita spesa per Dio è quella nella quale la testimonianza non è mai frutto solamente della riflessione personale, o sostenuta dall’ambiente in cui si vive. Una vita sapiente è quella di chi si lascia “suggerire” dallo Spirito Santo cosa deve dire, cosa deve fare. Nella testimonianza di molti martiri noi vediamo brillare proprio questa verità. Vediamo uomini umili, miti, deboli secondo molti criteri, avere una forza sovraumana, sostenere prove indicibili, parlare come grandi oratori… tutto questo è stato reso possibile dallo Spirito Santo che ha dato a ciascuno la parola, o la forza per vivere bene quello che gli è stato chiesto di vivere. Così sarà anche per noi. Se il nostro intento principale di vita sarà quello di cercare Dio, nello stato di vita in cui siamo e secondo le possibilità di ciascuno, tutto il resto verrà di conseguenza e non dovremo temere nulla. Anche a noi sarà data una forza e una sapienza che non sono altro che il frutto dello Spirito Santo che lavora dentro di noi.
Sapienza, ci dice infine il Vangelo, è la perseveranza, è questo il valore che salva l’anima. Perseverare vuol dire continuare ad avere fiducia in Dio nonostante quello che capita. Anche se i giusti hanno ciò che meriterebbero gli ingiusti e viceversa, anche se sembra trionfare chi non se lo merita, anche se la furbizia diventa un criterio di vita, invece della sapienza…
L’uomo di fede persevera nel rimettere nelle mani di Dio tutto quello che fa parte del suo mondo e non si preoccupa altro che di questo: di dare lode a Dio con la sua vita, con il suo esempio, con il suo comportamento.
Per Noi
- Per che cosa mi affatico?
- So rispettare i tempi della mia vita e cerco sempre un tempo per Dio?
- Rimetto le mei fatiche nelle mani di Dio?
- Lascio che le mie fatiche siano abitate da Dio?
Ecco, quasi alla fine della settimana, credo che sia giusto interrogarci sul nostro desiderio di lasciare più spazio nella vita a Dio. Solo questo è quell’atteggiamento di sapienza che ci viene continuamente proposto dalla scrittura, solo questo è l’atteggiamento del sapiente che inizia, di nuovo, il tempo della quaresima.