Venerdì 28 febbraio

Settimana dell’ultima domenica dopo l’Epifania – venerdì

Meditiamo insieme le Scritture.

Qoelet

Qo 12, 1-8. 13-14
Lettura del libro del Qoèlet

Ricòrdati del tuo creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che vengano i giorni tristi e giungano gli anni di cui dovrai dire: «Non ci provo alcun gusto»; prima che si oscurino il sole, la luce, la luna e le stelle e tornino ancora le nubi dopo la pioggia; quando tremeranno i custodi della casa e si curveranno i gagliardi e cesseranno di lavorare le donne che macinano, perché rimaste poche, e si offuscheranno quelle che guardano dalle finestre e si chiuderanno i battenti sulla strada; quando si abbasserà il rumore della mola e si attenuerà il cinguettio degli uccelli e si affievoliranno tutti i toni del canto; quando si avrà paura delle alture e terrore si proverà nel cammino; quando fiorirà il mandorlo e la locusta si trascinerà a stento e il cappero non avrà più effetto, poiché l’uomo se ne va nella dimora eterna e i piagnoni si aggirano per la strada; prima che si spezzi il filo d’argento e la lucerna d’oro s’infranga e si rompa l’anfora alla fonte e la carrucola cada nel pozzo, e ritorni la polvere alla terra, com’era prima, e il soffio vitale torni a Dio, che lo ha dato. Vanità delle vanità, dice Qoèlet, tutto è vanità. Conclusione del discorso, dopo aver ascoltato tutto: temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché qui sta tutto l’uomo. Infatti, Dio citerà in giudizio ogni azione, anche tutto ciò che è occulto, bene o male.

I giorni dell’uomo non sono tutti uguali. Ci sono i giorni dell’ardore, ci sono i giorni della forza, ci sono i giorni della giovinezza e ci sono i giorni della vecchiaia. Bellissima la descrizione dell’occhio che pian piano si spegne, dell’udito che pian piano viene meno, del gusto che diventa sempre più incerto… Tutti segni che vediamo nelle persone anziane o che stiamo già sperimentando anche noi, se siamo avanti con gli anni. Cosa fare in questi giorni? Sono questi giorni da temere? Per la scrittura no, perché sono i giorni che ci vengono concessi, nella grande sapienza di Dio, per prepararci all’incontro con Lui. Sono giorni benedetti, perché giorni pieni di quell’ultimo desiderio che dovrebbe essere nella mente dell’uomo. Giorni in cui desiderare di avvicinarsi a Dio, giorni in cui desiderare la vita eterna. Purtroppo non tutti capiscono, non tutti comprendono, non tutti sanno ricordarsi, almeno all’ultimo, di Dio creatore e Padre.

Vangelo

Mc 13, 28-31
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il Figlio dell’uomo è vicino, è alle porte. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».

Lo dice con chiarezza anche Gesù. C’è modo e modo di vivere il tempo. C’è modo e modo di interpretare anche questo dono di Dio. C’è modo e modo di avvicinarsi a quell’ultimo giorno di vita che immetterà tutti nella vita eterna. Poiché almeno questo giorno non lo conosce nessuno, a meno che siamo noi stessi ad attentare alla nostra vita, occorre vivere con senso di vigilanza. Questo ultimo giorno della settimana liturgica ci lascia, quindi, con un invito a considerare come il tempo sia un prezioso dono di Dio che ci viene dato perché noi sappiamo ritornare a Lui. Sapiente è colui che vive il tempo come un progressivo ritorno a Dio. Sapiente è chi vive il tempo come qualcosa di prezioso, da non sprecare in vista di quella conversione che deve immettere tutti nella vita in Cristo.

Domenica, aprendo il tempo di quaresima, vedremo come Gesù vive il proprio tempo e come Gesù cerca di insegnare ad ogni uomo a “saper contare i giorni della propria vita”, perché nessuno giunga impreparato a quell’appuntamento finale che attende ogni uomo e che deve essere giorno atteso, amato, preparato perché giorno della Verità di tutta un’esistenza.

Solo chi sa confidare nella Parola di Dio che non passa, come diceva la finale di questa pagina, vive con questa sapienza nel cuore: la sapienza che salva l’anima.

Per Noi

A conclusione di questo lungo periodo dopo l’Epifania, credo che sia gusto che io suggerisca un esame di coscienza prima che entriamo in quaresima. Anche se tutti siamo un po’ presi dallo spirito del carnevale e oggi, venerdì grasso, non abbiamo proprio in mente di farci un esame della coscienza, credo che sia giusto indicare qualche pista di riflessione per non buttare via il tempo e per entrare in quaresima con lo spirito preparato.

  • Cosa riesco ad apprendere da tutta la riflessione sapienziale che abbiamo affrontato?
  • Quale sapienza di vita sto cercando di seguire?
  • Cosa significa, per me, cercare la sapienza di tutta l’esistenza?
  • Guardo con spirito di attesa ai miei giorni?
  • So prepararmi a quell’incontro con Dio alla luce del quale si comprende il mio modo di vivere attuale?
  • Quale scelte sto facendo per prepararmi a questo incontro con Dio?
2020-02-21T18:58:12+01:00