Martedì 27 febbraio

Settimana della seconda domenica di Quaresima – martedì

La spiritualità di questa settimana

Nell’ambito della riscoperta dell’amore come forma di benedizione data all’uomo, entriamo in comunione con un secondo momento fondamentale della storia di Abramo: quello del rapporto con Lot, suo zio.

La Parola di questo giorno

GENESI 13, 1b-11
Lettura del libro della Genesi

In quei giorni. Lot era con Abram. Abram era molto ricco in bestiame, argento e oro. Abram si spostò a tappe dal Negheb fino a Betel, fino al luogo dov’era già prima la sua tenda, tra Betel e Ai, il luogo dove prima aveva costruito l’altare: lì Abram invocò il nome del Signore. Ma anche Lot, che accompagnava Abram, aveva greggi e armenti e tende, e il territorio non consentiva che abitassero insieme, perché avevano beni troppo grandi e non potevano abitare insieme. Per questo sorse una lite tra i mandriani di Abram e i mandriani di Lot. I Cananei e i Perizziti abitavano allora nella terra. Abram disse a Lot: «Non vi sia discordia tra me e te, tra i miei mandriani e i tuoi, perché noi siamo fratelli. Non sta forse davanti a te tutto il territorio? Sepàrati da me. Se tu vai a sinistra, io andrò a destra; se tu vai a destra, io andrò a sinistra». Allora Lot alzò gli occhi e vide che tutta la valle del Giordano era un luogo irrigato da ogni parte – prima che il Signore distruggesse Sòdoma e Gomorra – come il giardino del Signore, come la terra d’Egitto fino a Soar. Lot scelse per sé tutta la valle del Giordano e trasportò le tende verso oriente. Così si separarono l’uno dall’altro.

SALMO Sal 118 (119), 33-40

Guidami, Signore, sulla tua via.

Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti
e la custodirò sino alla fine.
Dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge
e la osservi con tutto il cuore. R

Guidami sul sentiero dei tuoi comandi,
perché in essi è la mia felicità.
Piega il mio cuore verso i tuoi insegnamenti
e non verso il guadagno. R

Distogli i miei occhi dal guardare cose vane,
fammi vivere nella tua via.
Con il tuo servo mantieni la tua promessa,
perché di te si abbia timore. R

Allontana l’insulto che mi sgomenta,
poiché i tuoi giudizi sono buoni.
Ecco, desidero i tuoi precetti:
fammi vivere nella tua giustizia. R

PROVERBI 5, 15-23
Lettura del libro dei Proverbi

Figlio mio, bevi l’acqua della tua cisterna e quella che zampilla dal tuo pozzo, perché non si effondano al di fuori le tue sorgenti e nelle piazze i tuoi ruscelli, ed essi siano per te solo e non per degli estranei che sono con te. Sia benedetta la tua sorgente, e tu trova gioia nella donna della tua giovinezza: cerva amabile, gazzella graziosa, i suoi seni ti inebrino sempre, sii sempre invaghito del suo amore! Perché, figlio mio, perderti per la straniera e stringerti al petto di una sconosciuta? Poiché sono davanti agli occhi del Signore le vie dell’uomo, egli bada a tutti i suoi sentieri. L’empio è preda delle sue iniquità, è tenuto stretto dalle funi del suo peccato. Egli morirà per mancanza d’istruzione, si perderà per la sua grande stoltezza.

VANGELO Mt 5, 31-37
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio. Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”, “No, no”; il di più viene dal Maligno».

Abramo e Lot

Rileggendo il testo di oggi, pare che non ci sia nessuna benedizione a cui fare riferimento. La storia è molto chiara e molto semplice. Sia Abramo che lo zio Lot sono ricchissimi. In questo loro tempo, in questa loro parte di mondo, la ricchezza si misura in persone che compongono il clan, in animali da spostare con il clan stesso, in tende. Sia Abramo che Lot sono ricchissimi e il territorio che dividono diventa troppo piccolo per entrambe le tribù. Sorgono continuamente liti e tensioni e i due capi tribù devono continuamente intervenire. Una vita snervante. Ecco allora l’idea di Abramo: dividersi. Può sembrare un’idea pessima: si rompe l’unità di un popolo, si rompe l’unità di una famiglia. Ogni separazione non è mai indolore, tutti lo sanno benissimo. Eppure questa soluzione pare ad Abramo una vera benedizione. Perché? Perché Abramo legge la storia con gli occhi di Dio e sa che non sarebbe possibile stare insieme per lungo tempo. Sa che la concordia che Dio richiama, la pace che Dio ispira, non potranno essere presenti tra loro fino a che la condivisione rimane forzata. Abramo, in tutto questo, non mostra solo la sua intelligenza, ma anche la sua generosità. O forse per rispetto, forse perché abituato a rimettersi in tutto e per tutto nelle mani di Dio, lascia scegliere allo zio Lot la parte di terra che vuole avere. Lascia che sia lui a scegliere dove stare, dove andare. Egli si dice disposto, e in effetti lo è, a prendere quello che l’altro scarta.

Sembra un non senso. Non è Abramo l’erede della promessa? Non è Abramo l’interlocutore di Dio? Non è Abramo colui che deve essere il primo a comprendere dove Dio porterà tutto il popolo? Perché questa precedenza di Lot? Perché Abramo è un uomo della provvidenza, un uomo che si rimette sempre, in tutto e per ogni aspetto, nelle mani di Dio. Giudica, ma non pretende. Discerne, ma non vuole prevalere. Sa che Dio è tutto per lui e questo gli basta.

Il testo è anche molto fortemente critico di Lot. Ovviamente Lot sceglie la parte più bella della terra, la più fertile, la migliore in assoluto, la zona di Sodoma e di Gomorra. Il territorio che, come vedremo, basa tutta la sua ricchezza e la sua stabilità sull’apparenza, ma anche sull’ingiustizia. Povero Lot. Rimarrà senza nulla. Poco dopo perderà tutto. Avendo cercato ciò che appare e non ciò che è vero, ciò che appaga e non ciò che scomoda per una Verità più grande, egli rimarrà senza nulla. Solo Abramo, che si ritirerà nella parte più difficile, quella meno fertile, avrà, invece, tutto ciò che cerca e anche molto di più.

L’importanza di una benedizione – invito alla riflessione

La divisione è per noi tutti qualcosa di molto negativo. Forse abbiamo provato qualcosa del genere nella vita, forse anche a noi è capitato, per qualche verso, di doverci dividere da qualcuno. Certamente ne avremo sofferto. Perché, Abramo, addirittura dice che questa sua divisione è stata buona? Cosa ci sta dicendo il testo biblico? Ci sta insegnando che non si può sempre tergiversare, che alcune volte le cose vanno prese di petto. Con carità, come abbiamo detto, ma anche con ferma decisione. È il Vangelo che ci mostra il Signore estremamente deciso a salire a Gerusalemme per la sua Pasqua. La Scrittura ci sta insegnando che, talvolta, ci sono decisioni dolorose ma liberatorie; difficili, eppure intuibili con semplicità; difficili da fare da soli, ma quando si avverte l’aiuto di Dio perché si abita nella consolazione della preghiera, tutto diventa possibile! Impariamo, in Quaresima, a prendere decisioni vere, anche se difficili o impegnative.

In secondo luogo, vorrei che ci soffermassimo proprio sul tema della generosità di Abramo. Abramo capisce che il suo compito è quello di salvare la sua tribù, è quello di tenere il timone saldo perché il suo popolo ne tragga un beneficio. Non disdegna gli altri, non vuole disinteressarsi degli altri, ma sa bene che egli è responsabile del suo popolo, non solo di fronte agli uomini, ma di fronte a Dio. Quella che abbiamo chiamato la “generosità” di Abramo, è una realtà che nasce in questo contesto di vita e dentro queste riflessioni. Abramo è l’uomo che sa dare il giusto ordine alle cose e che sa rispettare le giuste priorità. Quaresima è anche il tempo per queste cose, per questo ordine interiore che fa nascere, poi, l’ordine esteriore, l’ordine delle cose. Abramo, che si mantiene attento alle priorità del suo compito, insegna anche a noi a discernere e a mantenere le giuste priorità.

A proposito del terzo spunto di meditazione del testo, credo che tutti sappiamo bene che la Quaresima sia momento forte per ri-centrarci su Dio, avendo anche noi subito il fascino di molti richiami che, in sintesi, possiamo dire “del mondo”. Anche noi siamo attratti da ciò che appare più che da ciò che è vero, da ciò che appaga rispetto a ciò che ci fa crescere maggiormente, da ciò che immediatamente sembra realizzare una promessa, rispetto a qualche strada più difficile e più dura. Forse anche noi rischiamo di commettere l’errore di Lot…

In sintesi, per la giornata di oggi, direi che occorre tenere in fortissima considerazione la fondamentale capacità di fare scelte giuste. Una scelta è giusta quando nasce da un discernimento che è il dialogo con Dio nella preghiera; una scelta è giusta quando un uomo non antepone nessun interesse alla verità; una scelta è giusta se non ferisce mai gli altri; una scelta è giusta se tutto viene inteso come servizio di Dio e servizio all’uomo.

Per noi e per il nostro cammino

  • Abbiamo la forza del discernimento di Abramo? Ci sforziamo, per lo meno, di chiederla?
  • Sto rispettando le giuste priorità in questa Quaresima?
  • Sappiamo impegnarci e scegliere ciò che è vero più che ciò che appaga?
  • Sappiamo fare “scelte giuste”?
2024-02-23T22:30:52+01:00