Settimana della seconda domenica di Quaresima – mercoledì
La spiritualità di questa settimana
Il brano che leggiamo oggi nella Genesi è davvero complesso e però continua ad aiutarci a riflettere sul tema della vicinanza, dell’amore, che diventa benedizione.
La Parola di questo giorno
GENESI 14, 11-20a
Lettura del libro della Genesi
In quei giorni. Il re dell’Elam e i re che erano con lui presero tutti i beni di Sòdoma e Gomorra e tutti i loro viveri e se ne andarono. Prima di andarsene catturarono anche Lot, figlio del fratello di Abram, e i suoi beni: egli risiedeva appunto a Sòdoma. Ma un fuggiasco venne ad avvertire Abram l’Ebreo, che si trovava alle Querce di Mamre l’Amorreo, fratello di Escol e fratello di Aner, i quali erano alleati di Abram. Quando Abram seppe che suo fratello era stato preso prigioniero, organizzò i suoi uomini esperti nelle armi, schiavi nati nella sua casa, in numero di trecentodiciotto, e si diede all’inseguimento fino a Dan. Fece delle squadre, lui e i suoi servi, contro di loro, li sconfisse di notte e li inseguì fino a Coba, a settentrione di Damasco. Recuperò così tutti i beni e anche Losuo fratello, i suoi beni, con le donne e il popolo. Quando Abram fu di ritorno, dopo la sconfitta di Chedorlaòmer e dei re che erano con lui, il re di Sòdoma gli uscì incontro nella valle di Save, cioè la valle del Re. Intanto Melchìsedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo e benedisse Abram con queste parole: «Sia benedetto Abram dal Dio altissimo, creatore del cielo e della terra, e benedetto sia il Dio altissimo, che ti ha messo in mano i tuoi nemici».
SALMO Sal 118 (119), 41-48
Benedetto il Dio altissimo,
creatore del cielo e della terra.
Venga a me, Signore, il tuo amore,
la tua salvezza secondo la tua promessa.
A chi mi insulta darò una risposta,
perché ho fiducia nella tua parola. R
Non togliere dalla mia bocca la parola vera,
perché spero nei tuoi giudizi.
Osserverò continuamente la tua legge,
in eterno, per sempre. R
Camminerò in un luogo spazioso,
perché ho ricercato i tuoi precetti.
Davanti ai re parlerò dei tuoi insegnamenti
e non dovrò vergognarmi. R
La mia delizia sarà nei tuoi comandi,
che io amo.
Alzerò le mani verso i tuoi comandi che amo,
mediterò i tuoi decreti. R
PROVERBI 6, 16-19
Lettura del libro dei Proverbi
Figlio mio, sei cose odia il Signore, anzi sette gli sono in orrore: occhi alteri, lingua bugiarda, mani che versano sangue innocente, cuore che trama iniqui progetti, piedi che corrono rapidi verso il male, falso testimone che diffonde menzogne e chi provoca litigi tra fratelli.
VANGELO Mt 5, 38-48
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle. Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
Abramo e Melchidesech
Anzitutto è bene sostare sul fatto storico in sé. Abramo e Lot si sono separati. Lot ha scelto la parte di Terra Santa che sembra più fertile e, dunque, la migliore. Insediatosi deve però pensare alla sicurezza della sua gente, come accadeva alle città stato di quel tempo. Lot non è capace e perde la guerra che gli viene mossa. Così viene deportato, secondo un copione abbastanza facile da capire, mentre vengono confiscati tutti i suoi beni. Un fuggiasco avvisa Abramo e il patriarca, in nome della parentela e del profondo legame che lo unisce a Lot – che, come abbiamo sentito, chiama “fratello” – si organizza per muovere guerra contro i vincitori di Lot. Ci sembra strano che Abramo, che è uomo di pace, che invochiamo come esempio e come modello, abbia mosso guerra a qualcuno. Guerra pensata nei minimi dettagli. Lo abbiamo sentito: c’è una preparazione, si adotta una strategia, si insegue il nemico anche molto lontano dalla propria residenza, fino a nord di Damasco, in Siria. Perché la Scrittura conserva questa pagina? Perché Abramo ci viene proposto come modello sebbene sia anche uomo che ha sostenuto e voluto una guerra vera e propria? È il motivo a salvare Abramo! Abramo è un uomo di giustizia. Riconosce che Lot ha subito un torto. Il suo territorio è stato invaso, i suoi beni razziati. Occorre qualcuno che lo difenda, che recuperi Lot e dia di nuovo onore e dignità alla sua vita. Abramo fa questo. Si muove per amore della giustizia. Non è uno che attacca, non è uno che diventa principio di guerre. Abramo è un uomo giusto, che non sopporta il sopruso, la menzogna, la violenza. Abramo è uomo che sostiene il diritto e la pace, ma che sa anche correre in aiuto, in difesa, in sostegno del fratello che ha subito un torto. Abramo ci parla della benedizione che è la fratellanza. Fratellanza che spinge anche a fare cose in sostegno di chi si trova in condizioni di difficoltà e bisogno.
Un secondo spunto di meditazione. Abramo, quando torna, incontra questo personaggio misterioso e inspiegabile. Già il suo nome è un programma di vita: Melchisedek è un nome composto. Melek significa re. Shalom, come sappiamo, pace. Zedaqah significa giustizia. Melchisedek è re di giustizia e di pace. Da dove viene? Dove regna? Qual è la sua storia? Non si sa. La Bibbia non dice. Ancora più misteriosa è la sua preghiera. In un momento in cui il sacrificio è o l’offerta di qualche animale o la libagione, quest’uomo offre al Dio altissimo pane e vino. Impossibile non vedere un rimando all’Eucarestia, dalla cui istituzione siamo lontanissimi. Siamo proprio alle origini della storia della salvezza e i misteri dell’incarnazione e della redenzione operati dal Signore sono ancora lontanissimi. Quest’uomo misterioso offre un sacrificio che è ancora più misterioso. In questo modo la Scrittura ci sta dicendo che un uomo intercede per la pace e per la giustizia e diventa uomo di pace e di giustizia quando sa contemplare il mistero di Dio, quando chiede questi doni a Dio, quando si pone come figura di intercessore per ciò che manca all’umanità. Un personaggio misterioso che ci fa pensare a Cristo, Colui che è il solo e vero Giusto, l’unico che porta la pace, la pace di Dio.
Infine mi pare che sia molto bello capire che anche Abramo, per ringraziare Dio, non abbia fatto tutto da solo, ma si sia rivolto ad un sacerdote. Il che ci ricorda che anche noi, per offrire a Dio la nostra preghiera, possiamo certamente partire dal nostro desiderio e fare ciò che sappiamo fare, ma se vogliamo unirci all’offerta sempre perenne di Cristo, abbiamo necessariamente bisogno della mediazione di un sacerdote.
L’importanza di una benedizione – invito alla riflessione
Un primo spunto di riflessione che ben si addice alla Quaresima che stiamo vivendo, ci porta a chiederci se noi siamo capaci di essere uomini e donne che amano la giustizia e che sanno intervenire per essa. Da Abramo dobbiamo imparare questo: di fronte alle ingiustizie occorre fare un passo avanti. Non possiamo rimanere inerti, non possiamo non dire nulla, fare finta di niente. Occorre alzare la voce, occorre indicare a tutti che l’ingiustizia sperimentata deve essere additata come un male, prima che si diffonda, che attiri altri nella medesima ingiustizia. La fede cristiana invita a vivere la solidarietà con chi sopporta l’ingiustizia, ma non meno la denuncia di essa. Certo non è legittimato ogni ricorso alla forza, almeno non in senso generale. Deve sempre essere l’ultima modalità di intervento, per fatti gravissimi, in modo proporzionato ai torti subiti, solo per ristabilire la giustizia e senza alcun senso di vendetta o di sopraffazione. Il tema è molto complesso. Lo vediamo nella nostra vita di singole persone, lo vediamo nella vita della società degli uomini. Sono tutte considerazioni che ci lasciano molto perplessi, perché non sappiamo mai bene come sia giusto intervenire in situazioni di questo genere. Abramo ci insegna che solo con una preghiera, un discernimento costante, si può fare la cosa giusta.
In secondo luogo credo che sia molto bello che, proprio in Quaresima, ci venga ricordato che, per essere intercessori di pace, abbiamo bisogno di rivolgerci costantemente alla S. Eucarestia, non c’è altra preghiera efficace. Non c’è altro modo efficace di ottenere da Dio quelle cose che ci stanno più a cuore. È solo la preghiera fatta con fede, è solo la preghiera fatta con insistenza a salvare e ad ottenere i risultati che sembrano impossibili. È solo la continua offerta del sacrificio di Cristo che salva l’umanità da errori ancora più grandi. Ecco perché credo profondamente che tutti, sempre, dovremmo vivere la S. Messa non solo con profonda venerazione e rispetto, ma anche confidando nella potenza del Sacramento. A maggior ragione dobbiamo vivere questa fede in Quaresima, che è il momento che ci ricorda anche l’istituzione della S. Eucarestia. In un tempo così importante come quello che stiamo vivendo a livello spirituale e in un tempo storico così privo di pace e sempre pronto a far risorgere tutti i focolai di guerra mai sopiti del tutto, l’unica cosa che possiamo fare per ottenere il dono della pace e qualsiasi altro dono è offrire quel sacrificio di pane e vino che ha tutta la sua efficacia, se crediamo, perché non è fatto dall’uomo bensì da Dio.
Da ultimo tornerei a farvi riflettere sulla necessità della mediazione sacerdotale che, almeno a livello sacramentale, è indispensabile. Eppure non sempre siamo capaci di andare a confessarci, di andare a far celebrare una S. Messa per le nostre intenzioni… proviamo a pensare seriamente cosa potrebbe voler dire questo per la nostra vita.
Per noi e per il nostro cammino
- Sono un uomo che pratica il diritto e la giustizia?
- Sono capace di cercare di dare dignità a tutte quelle persone e a tutti quei casi che mi interpellano da vicino perché è stata lesa la giustizia e la dignità degli uomini?
- Come celebro l’Eucarestia?
- Quanto ricorro ad essa come fonte per alimentare il mio cammino spirituale?
- So ricorrere alla mediazione dei sacerdoti per chiedere la celebrazione dell’Eucarestia e per la confessione?