Settimana della terza domenica di Pasqua – Lunedì
Sarà anche l’esempio di numerosi santi ad aiutarci a comprendere come seguire il Signore risorto. Oggi ricordiamo le beate Caterina e Giuliana del Sacro Monte di Varese, domani Santa Gianna Beretta Molla, mercoledì Santa Caterina da Siena, per poi iniziare, venerdì, il mese di Maggio, con la memoria di San Giuseppe lavoratore ma, soprattutto, con la devozione alla Beata Vergine Maria in questo mese a lei dedicato.
Vangelo
Gv 5, 19-30
✠Lettura del vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Il Signore Gesù riprese a parlare e disse ai Giudei: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato».
Sempre nella logica di questi giorni pasquali, per cui l’Arcivescovo ci chiede di pensare a tutto ciò che il Signore ha detto e fatto prima della Pasqua, per rileggerlo nella luce pasquale, interpretiamo spiritualmente le parole di Giovanni. Gesù dice che egli “fà ciò che vede fare dal Padre”. Cosa vede fare dal Padre? Che cosa ripete Gesù nella sua azione missionaria e apostolica? Il Padre è colui che dà la vita, che crea, che infonde il suo “alito di vita”, per stare alle parole della scrittura, in ogni essere vivente. Lo abbiamo studiato anche nel Credo che abbiamo cercato di approfondire in quaresima. Così il Figlio compie la stessa opera. Con lo sguardo di chi, nella fede post pasquale, rilegge tutta quanta l’opera di Gesù, noi potremmo dire che tutto il ministero di Cristo è stato un dare la vita. È la parola predicata che ha dato la vita a coloro che l’hanno udita di persona dal Verbo della vita e a noi che la leggiamo secoli dopo. Sono stati i miracoli che Gesù ha compiuto a comprendere che Egli è venuto per dare la vita, non solo i miracoli di risurrezione operati, nei quali è più evidente questo suo donare di nuovo la vita ad alcuni uomini, ma anche i diversi miracoli di guarigione e tutti i miracoli in genere, perché testimoniano la fedeltà di Dio all’uomo. La sua stessa morte e risurrezione diventano l’occasione per comprendere come Dio dona vita all’uomo. Dunque, Gesù, con la sua parola e con la sua azione, compie quello che, da sempre, compie il Padre, cioè trasmette vita all’uomo e, con essa, fiducia in ogni cosa della vita. Potremmo dire che ogni cosa, immersa nel dono di amore di Dio Padre, dona fiducia all’uomo e alla sua esistenza.
Atti
At 8, 5-8
Lettura degli Atti degli Apostoli
In quei giorni. Filippo, sceso in una città della Samaria, predicava loro il Cristo. E le folle, unanimi, prestavano attenzione alle parole di Filippo, sentendolo parlare e vedendo i segni che egli compiva. Infatti da molti indemoniati uscivano spiriti impuri, emettendo alte grida, e molti paralitici e storpi furono guariti. E vi fu grande gioia in quella città.
Così anche l’azione degli apostoli. Il libro degli Atti oggi ci mostrava l’azione di Filippo. Egli, obbediente al comando del Signore, scende in Samaria, predica senza sosta, suscita conversione, impone le mani ai malati e, con la potenza del Risorto che opera dentro di lui grazie all’effusione dello Spirito Santo, guarisce zoppi e paralitici. Al di là dei miracoli che Filippo può compiere nella forza e nella grazia della Pentecoste, potremmo dire che l’apostolo dona la vita a chi incontra sul suo cammino: vuoi con la predicazione, vuoi con la condivisione dell’esistenza, vuoi con questi gesti singolari e privilegiati che gli apostoli in genere hanno potuto compiere. Si vede così come l’attività di Gesù passa in toto agli apostoli. La chiesa, quindi, non ha altro compito che continuare a trasmettere la vita come ha fatto il Signore Gesù.
Per noi
Di qui l’indicazione quotidiana per noi che rileggiamo queste parole del Signore e contempliamo questi gesti degli apostoli. Anche noi siamo chiamati ad agire “per imitazione del Signore”, e, quindi, a spendere parole, a compiere gesti, a sostenere opere che “diano la vita”. Una parola che ispira fiducia è una parola che dona vita; una parola che dice una consolazione è una parola benedetta che dona la vita a chi è nello sconforto e nella sfiducia; un gesto di vicinanza, di amore, di comprensione, di benevolenza è un gesto che dona la vita a coloro che ne hanno più bisogno…
Gli esempi potrebbero essere tanti. Per questo anche noi possiamo consacrare questo giorno ad opere che danno la vita. Come opera che dà ancora vita è stata l’opera benedetta delle Sante Caterina e Giuliana, che si ritirarono nella solitudine del Sacro Monte di Varese per meditare la passione del Signore e diedero origine a quel monastero nel quale ancora oggi le monache pregano per il bene del mondo, della chiesa, e della diocesi di Sant’Ambrogio e di San Carlo. Anche noi partecipiamo di quest’opera benedetta! Diamo vita nel nome del Signore morto e risorto, e sperimenteremo la stessa pace!