Mercoledì 27 aprile

Settimana della 2 domenica di Pasqua – mercoledì 

La Parola di Dio per questo giorno

LETTURA At 4, 1-12
Lettura degli Atti degli Apostoli

In quei giorni. Pietro e Giovanni stavano ancora parlando al popolo, quando sopraggiunsero i sacerdoti, il comandante delle guardie del tempio e i sadducei, irritati per il fatto che essi insegnavano al popolo e annunciavano in Gesù la risurrezione dai morti. Li arrestarono e li misero in prigione fino al giorno dopo, dato che ormai era sera. Molti però di quelli che avevano ascoltato la Parola credettero e il numero degli uomini raggiunse circa i cinquemila. Il giorno dopo si riunirono in Gerusalemme i loro capi, gli anziani e gli scribi, il sommo sacerdote Anna, Caifa, Giovanni, Alessandro e quanti appartenevano a famiglie di sommi sacerdoti. Li fecero comparire davanti a loro e si misero a interrogarli: «Con quale potere o in quale nome voi avete fatto questo?». Allora Pietro, colmato di Spirito Santo, disse loro: «Capi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato a un uomo infermo, e cioè per mezzo di chi egli sia stato salvato, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d’Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi risanato. Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d’angolo. In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati».

SALMO Sal 117 (118)

La pietra scartata dai costruttori
ora è pietra angolare.
oppure Alleluia, alleluia, alleluia.

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre». R

Dica la casa di Aronne:
«Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre». R

Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.
Grida di giubilo e di vittoria
nelle tende dei giusti. R

Ti rendo grazie, perché mi hai risposto,
perché sei stato la mia salvezza.
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi. R

VANGELO Gv 3, 1-7
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo. Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò dal Signore Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio». Gli disse Nicodèmo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto».

Atti

Oggi vogliamo iniziare la nostra riflessione partendo dagli Atti. Pietro si trova di fronte a uomini di fede. Non solo sono uomini importanti, uomini che hanno un ruolo preciso nella compagine religiosa. Pietro sa di essere davanti a persone che hanno da sempre avuto fede, persone che sono state formate nell’ambito della fede, persone che hanno saputo mettere attenzione, impegno, cuore, nella propria formazione. Potremmo dire persone che parlano di Dio tutto il giorno e che, in nome di Dio, si occupano di diversi aspetti della vita religiosa di tutto Israele. Sa anche che queste persone non hanno voluto credere alla rivelazione del Signore, non si sono lasciate coinvolgere in quella proclamazione del Vangelo che è stata la luce di Israele, la salvezza di molti che hanno già creduto. Pietro non giudica. Anzi, guarda alle persone che ha davanti e che lo stanno interrogando, come persone alle quali dare una seconda chance. Persone che meritano che ci sia qualcuno che annunci loro il nome di Gesù Cristo, partendo da quella rivelazione di Dio che già le ha raggiunte e coinvolte. Ecco perché Pietro non teme l’autorità, non teme cosa accadrà alla sua persona o alla vita di chi è con lui. Pietro giudica opportuno utilizzare l’occasione che la vita gli offre per annunciare il nome del Signore proprio a coloro che lo hanno rifiutato, a coloro che lo hanno già condannato. Pietro vorrebbe che anche queste persone potessero rinascere, potessero avere una seconda generazione di fede, un secondo momento nel quale mettersi di fronte al mistero di Gesù Cristo per aderire alla sua parola e alla sua proposta di fede. Questo episodio degli Atti degli Apostoli ci dice quanto è mutato il cuore di Pietro. Egli ha aderito perfettamente al Vangelo e vive la parola di Gesù che invita a non giudicare e a dare a ciascuno una possibilità nuova per aderire alla Parola di vita che allieta il cuore di tutti i credenti.

Vangelo

Come del resto era accaduto anche a Nicodemo. Anche lui era un membro del Sinedrio. Anche lui era persona di fede. Anche lui era persona in vista. Eppure non aveva sdegnato di essere seguace di Gesù, andando, di notte, a capire come la proposta del Signore portava a compimento quel percorso che lui stesso aveva già in larga parte compiuto. Forse, memore di quello che era accaduto proprio a Nicodemo, che, ora, dopo la Pasqua, faceva parte del piccolo gruppo di credenti in Gerusalemme, Pietro trovò il coraggio di presentarsi davanti al Sinedrio nel nome del Signore. Ciò che caratterizza la pagina di Vangelo è una grande fiducia. Una fiducia nel cuore dell’uomo, capace di riconoscere la Verità di Dio che si propone agli uomini, una grande fiducia nella capacità dell’uomo di cambiare e di volgersi lì dove la verità si dona. Gesù, dialogando con Nicodemo, scommette proprio su questa capacità dell’uomo e la incentiva, portando, effettivamente, quest’uomo alla fede. Pietro è il grande imitatore di questa lezione.

Per noi 

Credo che, per noi tutti, diventi bello capire se anzitutto abbiamo noi per primi questa capacità di cambiare. Credo che, spesso, questo non accada. Spesso noi ci fossilizziamo nelle cose che riguardano la fede. Ripetiamo le stesse cose, andiamo alle stesse celebrazioni, facciamo sempre gli stessi cammini. Abbiamo poca fantasia e poca voglia di cambiare quelle che, prima o poi, finiscono per diventare delle abitudini. Dovremmo essere più attenti e molto più propositivi! Dovremmo avere il coraggio di andare a vedere cosa accade in un altro gruppo, dovremmo avere il coraggio di andare a frequentare qualche altra celebrazione, dovremmo avere il coraggio di leggere qualcosa che non viene proposto solo a quelli del gruppo di cui facciamo parte. Insomma, dovremmo proprio aprire gli orizzonti. Come Nicodemo, che non rimane confinato nel gruppo del Sinedrio e, per questo, diviene esempio. Anzi, propriamente dovremmo dire, proprio per questo si salva! Sarebbe altrimenti rimasto imbrigliato nelle morse del Sinedrio stesso e, quindi, non avrebbe fatto altro che chiudersi in un atteggiamento di sfida nei confronti della Chiesa nascente che, ben presto, sarebbe diventato opposizione. Poiché, invece, si interroga sulla figura di Cristo, diverrà un seguace proprio della Chiesa che il suo gruppo perseguita! È un procedimento che solo menti illuminate possono capire. Gli altri si trincerano dietro la comune appartenenza a gruppi che, prima o poi, finiscono per diventare forme di schiavitù dell’anima. E noi? Avremo questo coraggio di cambiare?

2022-04-27T16:58:43+02:00