Mercoledì 27 luglio

Settimana della 6 domenica dopo Pentecoste – mercoledì 

La Parola di Dio per questo giorno

LETTURA Gdc 1, 1-8
Lettura del libro dei Giudici

In quei giorni. Dopo la morte di Giosuè, gli Israeliti consultarono il Signore dicendo: «Chi di noi salirà per primo a combattere contro i Cananei?». Il Signore rispose: «Salirà Giuda: ecco, ho messo la terra nelle sue mani». Allora Giuda disse a suo fratello Simeone: «Sali con me nel territorio che mi è toccato in sorte, e combattiamo contro i Cananei; poi anch’io verrò con te in quello che ti è toccato in sorte». Simeone andò con lui. Giuda dunque salì, e il Signore mise nelle loro mani i Cananei e i Perizziti; sconfissero a Bezek diecimila uomini. A Bezek trovarono Adonì-Bezek, l’attaccarono e sconfissero i Cananei e i Perizziti. Adonì-Bezek fuggì, ma essi lo inseguirono, lo catturarono e gli amputarono i pollici e gli alluci. Adonì-Bezek disse: «Settanta re, con i pollici e gli alluci amputati, raccattavano gli avanzi sotto la mia tavola. Dio mi ripaga quel che ho fatto». Lo condussero poi a Gerusalemme, dove morì. I figli di Giuda attaccarono Gerusalemme e la presero; la passarono a fil di spada e l’abbandonarono alle fiamme.

SALMO Sal 17 (18)

Sei tu, Signore, la mia potente salvezza.

Ti amo, Signore, mia forza,
perché tu salvi il popolo dei poveri.
Con te mi getterò nella mischia,
con il mio Dio scavalcherò le mura. R

La via di Dio è perfetta,
egli è scudo per chi in lui si rifugia.
Ha addestrato le mie mani alla battaglia,
le mie braccia a tendere l’arco di bronzo. R

Hai spianato la via ai miei passi,
i miei piedi non hanno vacillato.
Viva il Signore e benedetta la mia roccia,
sia esaltato il Dio della mia salvezza. R

VANGELO Lc 9, 51-56
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, il Signore Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.

Giudici

Come spesso accade le due letture hanno un senso letterale molto diverso. Da un lato abbiamo letto il libro di Giosuè che ci sta tenendo una lezione storica e cioè ci ricorda le grandi guerre con le quali, pian piano, il popolo di Israele conquistò fisicamente la terra della promessa. Guerre poco più che tribali, molto spesso legate anche a quei segni un po’ tradizionali che ci lasciano perplessi. Siamo molto distanti dalla logica del Vangelo. Eppure sono letture che ci dicono qualcosa di spirituale che è, per tutti noi, molto importante. Le Scritture, infatti, ci stanno dicendo che quando un credente mette tutto nelle mani di Dio, nessuna realtà umana diventa a lui aliena. Quando Dio rischiara con la sua luce le miserie degli uomini, nascono i miracoli. Eppure non abbiamo ancora capito molto se la guerra è ancora, e tristemente, una realtà che ci appartiene.

Vaangelo

Guerra che si può fare in diversi modi e non solo combattendo con le armi! Lo sapeva bene anche il Signore Gesù che “prese la ferma decisione di andare a Gerusalemme”. È “la” decisione della vita di Gesù perché quella sarà l’ultima salita a Gerusalemme e, in quella salita Gesù compirà la sua vita e la sua rivelazione. Sarà la salita della Pasqua, sarà la salita che porterà il Signore a donare la sua vita per noi. Questa decisione sconvolge i samaritani, storici oppositori dei Giudei che, per ripicca, non accolgono il Signore, sapendo che la sua decisione è quella di salire nella città santa, dalla quale loro hanno, ormai, preso ogni distanza. I discepoli vorrebbero incenerirli per questo loro comportamento ostile. Il Signore, invece, mostra tutta la sua mitezza. Egli non prende posizione contro di loro, non interviene affatto contro di essi, anzi, piuttosto guarda con occhio compassionevole questa miseria umana e decide di portare anche questa sulla Croce perché gli uomini, attratti dal bene che egli rivela, sappiano davvero essere pronti a vivere in modo diverso. Cosa che, pure, non accade, se è vero che noi continuiamo a vivere di calcoli, di simpatie, di opposizioni, di ripicche…

Per noi 

È proprio su questi temi che ci vuole far lavorare la Parola di Dio di oggi. Come è possibile che l’uomo spirituale che vive un rafforzamento interiore si limiti, poi, a queste cose? Come è possibile che ci si lasci andare a miserie di ogni genere, se prima si è cercato, in qualche modo, di seguire Dio? Come è possibile che chi cerca di rafforzare l’uomo interiore viva di simpatie e di antipatie? Come è possibile che si viva di ripicche?

Cose che noi vediamo bene nella nostra esistenza e nella vita della nostra chiesa. I gruppi fanno fatica a collaborare l’un con l’altro e lo fanno solamente quando non vedono altra chance di fronte a loro; le associazioni e i movimenti stentano a riconoscere il bene che c’è nei movimenti diversi; anche noi abbiamo divisioni di ogni genere e tipo e, spesso, assomigliamo a quei samaritani che si rifiutano di fare qualcosa perché vedono solo nella limitatezza del proprio sguardo. Cosa fare? Credo che anche questa lectio divina ci serva per continuare quella con la quale abbiamo iniziato la settimana. Continuiamo ad offrire a Dio la nostra pochezza, la nostra creaturalità, la nostra povertà. Continuiamo ad offrire a Dio i nostri limiti, i nostri errori, i nostri peccati. Dio ne farà certamente qualcosa di bello, di grande, di vero. A noi, però, è chiesto di vivere così, rafforzandoci mentre passiamo anche attraverso queste cose. Non ci è chiesto di giustificarci per queste miserie, ma di essere attenti a correggerci pian piano. Non ci è chiesto di tollerare queste cose, ma di uscire pian piano da quella logica di opposizione che genera, prima o poi, la guerra. Così non dovrebbe mai essere facile, per noi, invocare la pace del mondo, perché sappiamo bene che essa non dipende solamente dalla volontà degli stati e degli uomini di potere, ma dipende da tutti noi. La pace dipende dal modo con cui noi impostiamo le relazioni, dal modo con il quale noi impostiamo la vita, dal modo con cui giudichiamo gli altri… è questa la logica di pace che noi dovremmo vivere per primi. Se faremo questo, poi, non tarderà a mancare anche il risultato. Chiediamo questa grazia, mentre continuiamo a considerare l’esempio dei grandi santi che in questi giorni riceviamo. La loro statura spirituale levi anche noi tutti a comprendere a cosa siamo chiamati e perché.

2022-07-22T12:17:16+02:00