Giovedì 27 agosto

Settimana della domenica che precede il martirio – Giovedì

Vangelo

Mt 11, 7b. 11-15
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Il Signore Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elia che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!».

La predicazione racchiusa nel Vangelo di oggi è il proseguimento di quello che abbiamo ascoltato ieri. Gesù non solo aiuta a riconoscere in Giovanni il Battista il più grande dei profeti, ma cerca di spronare chi lo ascolta a capire che per avere fede, occorre rimanere integri e liberi rispetto a qualsiasi “secondo fine”. Gesù è molto chiaro in proposito: “dai giorni di Giovanni il Battista ad ora, il regno di Dio subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono”. A chi si sta riferendo Gesù? Innanzi tutto ai persecutori, a chi vuole chiudere la bocca ai profeti, a chi vuole spazzare via coloro che, invece, cercano di dare voce a Dio e richiamano ai valori della fede. Giovanni ha subito questa fine. La sua bocca è stata chiusa da Erode che ha ucciso Giovanni. Ecco chi si oppone alla fede. Non solo però i persecutori sono al centro del richiamo di Gesù. Oppone violenza al regno di Dio chi pensa di usare della fede per un arricchimento personale, pensiamo a tutti coloro che hanno creato attività parallele a santuari e a luoghi di fede e spingono, in forza del oro interesse economico, a compiere determinate scelte. Oppure pensiamo a chi deride la persone che hanno fede, a chi mette in ridicolo i profeti, come è accaduto realmente a Giovanni il Battista, che è stato trascinato nel ridicolo dai suoi oppositori. Si potrebbero anche fare altri esempi, ma credo che sia facile, per ciascuno di noi, comprendere come il regno di Dio anche oggi subisce violenza e su come i violenti cerchino di impossessarsi delle realtà della fede, manipolandole a loro vantaggio.

La fede è sempre una realtà fragile. I prepotenti, coloro che vogliono prendere il sopravvento su di essa, avranno facile gioco. Ma agli occhi di Dio, ciò che conta è la perseveranza e la fedeltà.

Maccabei

1Mac 10, 1-2. 15-21
Lettura del primo libro dei Maccabei

Nell’anno centosessanta Alessandro Epìfane, figlio di Antìoco, s’imbarcò e occupò Tolemàide, dove fu ben accolto e cominciò a regnare. Quando lo seppe, il re Demetrio radunò un esercito molto grande e gli mosse contro per fargli guerra. Il re Alessandro seppe dell’ambasciata che Demetrio aveva mandato a Giònata; gli narrarono anche le battaglie e gli atti di valore che egli e i suoi fratelli avevano compiuto e le fatiche sopportate. Allora disse: «Troveremo un altro come lui? Facciamocelo amico e nostro alleato». Scrisse e spedì a lui questa lettera: «Il re Alessandro al fratello Giònata, salute! Abbiamo sentito dire di te che sei uomo forte e potente e disposto a essere nostro amico. Noi dunque ti nominiamo oggi sommo sacerdote del tuo popolo e amico del re – gli aveva inviato anche la porpora e la corona d’oro – perché tu favorisca la nostra causa e mantenga amicizia con noi». Giònata indossò le vesti sacre nel settimo mese dell’anno centosessanta, nella festa delle Capanne, arruolò soldati e fece preparare molte armi.

Qualcosa del genere ci viene proposto anche dalla lettura dei Maccabei. Abbiamo sentito dell’elezione di Gionata a sommo sacerdote. Certo non sono i suoi meriti a contare, ma il calcolo politico dell’imperatore di turno che cerca di sfruttare per il proprio vantaggio la situazione che si riesce a creare. Dal conto suo abbiamo letto che è proprio il nuovo sommo sacerdote a pensare che sia solo con la guerra e con la violenza che sarà concesso ad Israele di recuperare la sua libertà. Siamo proprio nella linea di ciò che diceva il Vangelo: vi sono alcuni violenti che cercano di impossessarsi del regno di Dio. Vi sono alcuni violenti che cercano di opporsi, con violenza, al regno di Dio e alla persona di Cristo.

Per noi

Penso che il solo rileggere queste due scritture, anche velocemente, ci descriva un po’ il nostro tempo. Anche noi viviamo in un tempo nel quale non è difficile vedere chi vorrebbe manipolare le cose della fede, chi vorrebbe modificare ciò che la chiesa fa e dice, chi vorrebbe indirizzare il corso della vita della Chiesa a suo favore. Non è così che si diventa davvero credenti! Non è così che si vive quella pratica di Chiesa che aiuta la Chiesa stessa a crescere e i fedeli a vivere meglio!

Chiunque si opponga con violenza al Vangelo, cercando di piegarlo a proprio favore, non sta vivendo una realtà che aiuta la fede né, tantomeno, sta aderendo al progetto di evangelizzazione del suo tempo.

Chiediamo al Signore questa grazia: la grazia di non opporci mai alle realtà dell’uomo, la forza di non opporci mai alla rivelazione di Dio che, anche oggi, ci chiede di essere docili al suo insegnamento. Chiediamo al Signore la grazia di smascherare anche tutti coloro che vengono con violenza contro il regno di Dio. Solo così salveremo la nostra fede, solo così serviremo la Chiesa.

2020-08-21T08:05:47+02:00