Lunedì 27 settembre

Settimana della 4 domenica dopo il martirio – Lunedì

San Vincenzo de’ Paoli, i Santi Arcangeli Michele, Gabriele, Raffaele, San Girolamo, e, iniziando il mese di ottobre, Santa Teresina con i Santi Angeli custodi contraddistingueranno il tempo di questa settimana che ci immetterà, con il pellegrinaggio di sabato al Sacro Monte, nella settimana della festa della Madonna del Rosario. Seguiamo i testi liturgici per approfondire il nostro itinerario di fede.

Vangelo

Lc 18, 28-30
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Pietro disse: «Noi abbiamo lasciato i nostri beni e ti abbiamo seguito». Ed egli rispose: «In verità io vi dico, non c’è nessuno che abbia lasciato casa o moglie o fratelli o genitori o figli per il regno di Dio, che non riceva molto di più nel tempo presente e la vita eterna nel tempo che verrà».

Noi abbiamo lasciato i nostri beni e ti abbiamo seguito”. Anche nel Vangelo di oggi è sempre San Pietro a parlare, con quel senso pratico che emerge sempre dalle sue parole e che ritroviamo anche nella prima lettura di oggi. Il senso pratico di Pietro che lo pone di fronte a Gesù per fare un’affermazione di buon senso che sottintende una domanda: cosa avremo in cambio? Noi che abbiamo lasciato ogni cosa per te, cosa avremo in cambio da te? Gesù non si lascia prendere in contropiede ma risponde. Differenziano i tempi. Adesso, in questo tempo, dice il Signore, riceverete “molto di più”, senza specificare oltre. La frase è detta non solo per Pietro ma per tutti quelli che lasceranno qualcosa per amore del Signore. A tutti è promessa una ricompensa, anche se inquantificabile. Ognuno avrà la sua, secondo quello che la vita di ciascuno permette.

Gesù non pensa solo a questo tempo, ma anche “alla vita eterna”, vera ricompensa per tutti coloro che, per amore del Signore, lasciano qualcosa. Occorre attendere “il mondo che verrà” e avvicinarsi a quella vita come ad una promessa di bene e di fede che si riceverà da Dio.

2 Petri

2Pt 1, 12-16
Lettura della seconda lettera di san Pietro apostolo

Carissimi, penso di rammentarvi sempre queste cose, benché le sappiate e siate stabili nella verità che possedete. Io credo giusto, finché vivo in questa tenda, di tenervi desti con le mie esortazioni, sapendo che presto dovrò lasciare questa mia tenda, come mi ha fatto intendere anche il Signore nostro Gesù Cristo. E procurerò che anche dopo la mia partenza voi abbiate a ricordarvi di queste cose. Infatti, vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole artificiosamente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza.

È così che Pietro deve aver sempre ricordato questo insegnamento del Signore se, come sentivamo nella prima lettura, poteva dire: “io credo giusto di tenervi desti con le mie esortazioni, sapendo che presto dovrò lasciare questa mia tenda, come anche mi ha fatto intendere il Signore nostro Gesù Cristo”. Certo San Pietro aveva in mente anche le altre parole del Signore, quelle con le quali lo aveva salutato dicendogli che quando sarebbe stata l’ora avrebbe teso le mani e un altro lo avrebbe vestito e condotto. Parole indimenticabili che Pietro ha portato nel cuore, oltre a quelle convinzioni personali che ciascuno sente, per grazia, nel proprio cuore. Pietro è dunque persuaso che si sta incamminando verso la vita eterna, che è il premio per ciò che ha fatto, per avere seguito il Signore e per aver cercato di corrispondere al suo amore in quella vocazione unica, straordinaria, forte, bella che ha vissuto.

Avendo questa intima persuasione nel cuore, San Pietro esorta anche gli altri fedeli a fare altrettanto e a mettersi nelle mani di Dio con la fiducia di chi sa di essere destinato all’eternità beata.

Pietro mostra anche la certezza della sua fede: “vi abbiamo fatto conoscere la potenza del Signore nostro Gesù Cristo non perché siamo andati dietro a favole artificiosamente inventate, ma perché siamo testimoni della sua grandezza”. La fede è apostolica. Noi non fondiamo la nostra fede in modo artificioso, ma basandoci sulla testimonianza di coloro che hanno vissuto quella rivelazione che rimane il punto fermo e saldo, la prospettiva dalla quale guardare ogni cosa.

Certezza del fondamento della fede e attesa della vita eterna, sono i due cardini che non dobbiamo mai perdere.

Per noi

Così anche credeva e sperava San Vincenzo che, dopo essersi messo al servizio della corona francese, ha cercato un’altra via per dare certezza al suo cammino di perfezione e di santità. San Vincenzo ha scelto i poveri, ha voluto creare congregazioni religiose moderne e al passo con i tempi, per servire gli ultimi, i poveri, gli indifesi. Servire non significava solamente dare cose, piuttosto accendere nel cuore degli sfiduciati il sentimento della vita eterna.

Anche noi possiamo essere partecipi di quest’opera. Lo saremo tanto quanto la nostra fede sarà saldamente fondata nella Parola di Dio che diventa promessa di vita eterna.

Chiediamo al Signore questa grazia, mentre iniziamo la nostra settimana, per fondare la nostra fede in Cristo, salvezza del Padre, potenza di eternità.

2021-09-24T09:32:52+02:00