Settimana della 1 domenica dopo la dedicazione – Mercoledì
Vangelo
Mt 19, 9-12
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio». Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».
Anche oggi segno e profezia mi sembrano le categorie adatte per interpretare questa pagina del Vangelo. C’è un segno che riguarda la verità matrimoniale e che diventa profezia: la fedeltà. Ogni matrimonio fedele è segno dell’amore di Dio. Ogni matrimonio nel quale si procede insieme ogni giorno, diventa profezia dell’amore di Dio, segno di quell’Amore nel quale tutti siamo stati creati e nel quale tutti siamo attesi.
Ma c’è un altro segno che risplende perché diventa profezia: il segno della verginità consacrata. Chi si consacra nella verginità a Dio, diventa segno del mondo che verrà, dove non si prende né moglie né marito. La verginità per il regno di Dio non è superiore al matrimonio: ogni via di vocazione, se ben vissuta, diventa segno dell’amore di Dio e richiamo alla sua verità. Chi vede il mondo dalla prospettiva cristiana, comprende l’uno e l’altro segno. Sa bene che il matrimonio è segno dell’amore di Dio e della sua vicinanza, come pure chi si consacra nella verginità sa bene che questo segno nasce dall’amore di Dio e porta alla verità di Dio.
Apocalisse
Ap 6, 1-11
Lettura del libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo
In quel giorno. Vidi, quando l’Agnello sciolse il primo dei sette sigilli, e udii il primo dei quattro esseri viventi che diceva come con voce di tuono: «Vieni». E vidi: ecco, un cavallo bianco. Colui che lo cavalcava aveva un arco; gli fu data una corona ed egli uscì vittorioso per vincere ancora. Quando l’Agnello aprì il secondo sigillo, udii il secondo essere vivente che diceva: «Vieni». Allora uscì un altro cavallo, rosso fuoco. A colui che lo cavalcava fu dato potere di togliere la pace dalla terra e di far sì che si sgozzassero a vicenda, e gli fu consegnata una grande spada. Quando l’Agnello aprì il terzo sigillo, udii il terzo essere vivente che diceva: «Vieni». E vidi: ecco, un cavallo nero. Colui che lo cavalcava aveva una bilancia in mano. E udii come una voce in mezzo ai quattro esseri viventi, che diceva: «Una misura di grano per un denaro, e tre misure d’orzo per un denaro! Olio e vino non siano toccati». Quando l’Agnello aprì il quarto sigillo, udii la voce del quarto essere vivente che diceva: «Vieni». E vidi: ecco, un cavallo verde. Colui che lo cavalcava si chiamava Morte e gli inferi lo seguivano. Fu dato loro potere sopra un quarto della terra, per sterminare con la spada, con la fame, con la peste e con le fiere della terra. Quando l’Agnello aprì il quinto sigillo, vidi sotto l’altare le anime di coloro che furono immolati a causa della parola di Dio e della testimonianza che gli avevano reso. E gridarono a gran voce: «Fino a quando, Sovrano, tu che sei santo e veritiero, non farai giustizia e non vendicherai il nostro sangue contro gli abitanti della terra?». Allora venne data a ciascuno di loro una veste candida e fu detto loro di pazientare ancora un poco, finché fosse completo il numero dei loro compagni di servizio e dei loro fratelli, che dovevano essere uccisi come loro.
Anche i martiri, coloro che sono morti per Cristo, diventano segno del suo amore, della sua vicinanza, del suo essere accanto ad ogni uomo che, nel mondo, vive, lotta, spera, prega. Tra loro ci sono uomini e donne, consacrati e laici, vergini e celibi per il regno e donne e uomini sposati. Nel numero dei martiri che hanno edificato la Chiesa e che hanno benedetto il mondo, ci sono tutti quegli spiriti eletti che hanno ricevuto una vocazione unica e singolare nella quale brilla l’amore di Dio per il suo popolo. I martiri sono coloro che hanno saputo affrontare, nel nome del Signore, tutto ciò che il maligno suscita nel mondo: divisioni, guerre, rivalità, ostilità, insidie di ogni tipo e genere, carestie, limitazioni di ogni sorta… i martiri hanno affrontato tutto con lo spirito di chi supplica sempre l’amore di Dio per gli uomini e di chi, anche nella morte, sa affidarsi a Dio, datore di ogni bene. Ecco perché i martiri sono anime così gradite a Dio.
San Giovanni ci diceva poi che, in ogni tempo, ci saranno dei martiri. In ogni tempo ci saranno uomini e donne che si consegneranno ai nemici dell’uomo, per amore di Dio e per la fede in Cristo. Essi avranno un posto privilegiato nella risurrezione, ma prima di splendere come luci davanti a Dio, dovranno attendere “che il loro numero sia completo”. Dovranno cioè attendere fino all’ultimo, perché ogni tempo avrà i suoi martiri, avrà i suoi testimoni eletti della fede.
Per noi
- La verginità consacrata è per noi ancora un valore?
In un mondo dove tutto gira vorticosamente e dove il riferimento alla sensualità è sempre in aumento, non credo che sia facile, per un giovane, capire che nella verginità consacrata c’è un valore di attesa, di profezia, di richiamo a valori del regno di Dio. Tocca noi compiere questa opera di presentazione della bellezza di questo ideale di vita. Tocca noi dare nuovo slancio, impulso a questo tema, se non vogliamo chiudere definitivamente il capitolo della proposta vocazionale da fare ai giovani.
- Che valore do ai martiri?
Credo che anche oggi i martiri abbiano un ruolo fondamentale nella vita della Chiesa e del mondo stesso. Forse non sappiamo bene chi sono i martiri di oggi, eppure ogni anno sono moltissimi coloro che vengono martirizzati a causa della fede. Anime elette che, sicuramente, già vedono il volto di Dio. Benedizione sul mondo, perché l’esempio dei martiri, da sempre, richiama nuovi fedeli. Il sangue dei martiri è seme dei cristiani, dicevano gli autori antichi. Ma noi abbiamo ancora così stima di questo segno che diviene profezia per il mondo?