Domenica 27 novembre

Tempo di avvento – 3° domenica – Le profezie adempiute

Per introdurci

Questa terza domenica di Avvento è la più difficile di tutte le domeniche che celebriamo in questo tempo liturgico. Parlandoci delle profezie che si adempiono nel Cristo, siamo tutti invitati a capire il valore profetico della preghiera.

  • Cosa intendiamo dire quando affermiamo che le profezie si adempiono?
  • In che senso la nostra preghiera ha un valore profetico?

La Parola di questa domenica

LETTURA Is 35, 1-10
Lettura del profeta Isaia

Così dice il Signore Dio: «Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. Come fiore di narciso fiorisca; sì, canti con gioia e con giubilo. Le è data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saron. Essi vedranno la gloria del Signore, la magnificenza del nostro Dio. Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di cuore: “Coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi”. Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto, perché scaturiranno acque nel deserto, scorreranno torrenti nella steppa. La terra bruciata diventerà una palude, il suolo riarso sorgenti d’acqua. I luoghi dove si sdraiavano gli sciacalli diventeranno canneti e giuncaie. Ci sarà un sentiero e una strada e la chiameranno via santa; nessun impuro la percorrerà. Sarà una via che il suo popolo potrà percorrere e gli ignoranti non si smarriranno. Non ci sarà più il leone, nessuna bestia feroce la percorrerà o vi sosterà. Vi cammineranno i redenti. Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore e verranno in Sion con giubilo; felicità perenne splenderà sul loro capo; gioia e felicità li seguiranno e fuggiranno tristezza e pianto».

SALMO Sal 84 (85)

Mostraci, Signore, la tua misericordia
e donaci la tua salvezza.

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli,
per chi ritorna a lui con fiducia.
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra. R

Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo. R

Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino. R

EPISTOLA Rm 11, 25-36
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Non voglio che ignoriate, fratelli, questo mistero, perché non siate presuntuosi: l’ostinazione di una parte d’Israele è in atto fino a quando non saranno entrate tutte quante le genti. Allora tutto Israele sarà salvato, come sta scritto: «Da Sion uscirà il liberatore, egli toglierà l’empietà da Giacobbe. Sarà questa la mia alleanza con loro quando distruggerò i loro peccati». Quanto al Vangelo, essi sono nemici, per vostro vantaggio; ma quanto alla scelta di Dio, essi sono amati, a causa dei padri, infatti i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili! Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia a motivo della loro disobbedienza, così anch’essi ora sono diventati disobbedienti a motivo della misericordia da voi ricevuta, perché anch’essi ottengano misericordia. Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti! O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie! Infatti, «chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi mai è stato suo consigliere? O chi gli ha dato qualcosa per primo tanto da riceverne il contraccambio?». Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen.

VANGELO Mt 11, 2-15
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”. In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. Tutti i profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elia che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!».

Vangelo

Partiamo, anzitutto, dal Vangelo. E’ Gesù stesso che afferma il valore della vita di Giovanni il Battista come vita di profeta. In che senso “egli è un profeta ed anzi più che un profeta?”.

Anzitutto, dice il Signore Gesù, per la sua testimonianza. La testimonianza di chi sta nel deserto e, dunque, sceglie la solitudine. La testimonianza di chi vive una vita da povero e, quindi, la testimonianza di chi sceglie la sobrietà come misura della vita. La testimonianza di chi predica e, dunque, la testimonianza di chi porta la parola di Dio. La testimonianza di chi battezza e, dunque, la testimonianza di chi intercede per i peccatori chiedendo a Dio il perdono dei propri peccati. Con tutti questi elementi, Gesù afferma che la vita di Giovanni e tutto il suo ministero, sono stati profezia. Profezia di colui che prepara la strada. Evidentemente a Lui stesso, a Cristo stesso. Gesù sa che il suo ministero non avrebbe potuto iniziare se non fosse stato introdotto da quello del Battista e, per questo, aiuta la gente a riscoprire con gratitudine il ministero di quel profeta ed anzi più che profeta che lo ha preceduto.

Il Vangelo, dunque, ci dice che la vita di un uomo ha un valore profetico se si rimette sotto la protezione di Dio. La parola di un uomo ha un valore profetico se parla di Dio. La preghiera di un uomo ha sempre un valore profetico, perché ricorda a tutti l’esigenza di conoscere il Signore e di parlare con Lui. Tutto, nella vita di Giovanni, ha assunto un valore profetico.

Isaia

Se tutto questo è avvenuto, è, però, sulla scia dei profeti antichi, ecco allora la pagina di Isaia. Il compito del profeta antico era quello di guardare, con speranza e fiducia, al tempo del Messia, tempo nel quale si sarebbero adempiute le promesse di Dio. Le parole di Isaia di questa mattina sono tutte molto confortanti. Si parla di strada che si apre nel deserto, si parla di una pace universale, dove non c’è più niente da temere nemmeno dalle bestie più selvatiche, si parla di una concordia universale mentre si procede, con passo sicuro verso Gerusalemme. Parole che indicano, con chiarezza, il giudizio di Dio. Il profeta guarda al tempo del Messia con fiducia e speranza e afferma, con chiarezza, che tutto sarà ricostruito in Lui. Anzi, afferma il profeta, coloro che vacillano, coloro che zoppicano, al pari di coloro che non vedono, avranno nuova forza da Dio. Sono tutte immagini che indicano come Dio, a suo tempo, mantiene le sue promesse e rafforza ogni uomo che tende a Lui.

Perché il profeta fa questo? Con quale forza il profeta dice queste parole? Il profeta è un uomo di preghiera. È un uomo che dialoga costantemente con Dio. Nella sua preghiera scopre il senso delle cose, comprende il senso del presente ma, anche, si apre al futuro. Non un futuro generico, ma il futuro che viene da Dio. Il profeta legge nel suo tempo, che è fatto di mancanza di fede, discordie, divisioni, lotte, che tutto è destinato a cambiare. Non per la buona volontà dell’uomo, ma per il giudizio di Dio che entra nella storia, prende per mano ogni uomo, dona a tutti la forza di comprendere il senso della sua presenza e del suo amore.

Romani

È anche alla luce di questa parola dei profeti e di Cristo che San Paolo rilegge il ruolo di Israele all’interno della storia della salvezza e comprende che non solo il singolo profeta ha avuto un ruolo di profezia rispetto alla comunità degli ebrei, ma tutti gli ebrei, nel loro insieme, lo hanno avuto nei confronti del mondo intero. Il popolo ebraico ha avuto un ruolo profetico perché, scelto da Dio per la sua misteriosa elezione ma anche per il suo monoteismo da sempre professato, ha preparato la via del Messia. Messia, riflette San Paolo, come del resto tutti sappiamo, non riconosciuto dal popolo di Israele. Per questo Israele mantiene il suo ruolo profetico, perché dona agli altri il frutto di quella sua elezione originaria che, in questo modo, viene estesa a tutti i popoli. Eppure, anche con questo suo rifiuto, il popolo di Israele non perde la sua elezione. Egli rimane il popolo eletto e, quando si convertirà, sarà la pienezza di benedizione per tutta l’umanità. Dunque, il popolo di Israele ha ancora un ruolo profetico nella storia, anche se questo ruolo viene dato a tutti i cristiani, non solo come singoli ma nel loro insieme, cioè nella formazione della Chiesa di Cristo.

Il nostro cammino alla luce di questa Parola

Ecco il difficile compito del credente alla luce di questa parola di Dio: ciascuno è invitato a scoprire il ruolo profetico della preghiera e della sua stessa vita. In che cosa consiste il ruolo profetico della preghiera? Perché la preghiera ha un ruolo profetico?

La preghiera ha un ruolo profetico perché mette in contatto con Dio. Il compito della preghiera è quello di metterci di fronte a Dio, di permettere al nostro spirito di incontrare la sua presenza, di permettere al nostro spirito di crescere alla luce della sua misericordia. In un mondo sempre più lontano da Dio, in un mondo dove ogni uomo è misura della sua stessa esperienza, la preghiera, che richiama l’apertura al trascendente, il dialogo con il Creatore, ha un ruolo realmente profetico. Chiede all’uomo di alzare il proprio sguardo e di comprendersi alla luce del mistero di Cristo che ha illuminato tutti i popoli della terra, tutte le coscienze, tutti coloro che vogliono rapportarsi a Lui. Ecco il primo compito della preghiera intesa come profezia.

La preghiera ha un ruolo profetico perché permette di sperimentare la benedizione di Dio. San Giovanni Battista ha avuto una speciale benedizione da parte di Dio per il suo ruolo, per il suo compito. Ma anche di San Paolo potremmo dire la stessa cosa, come pure di Isaia. Al di là del loro singolo ministero, parte della vocazione di questi tre uomini, ne viene che ogni credente ha, in sé, un valore profetico. La vita di ogni uomo è, in un certo senso, una profezia di bene, di pace, di riconciliazione, di misericordia. Se ogni uomo imparasse a rileggere la propria esistenza non solo alla luce di quello che uno è o di quello che uno sa fare, ma alla luce del proprio rapporto con Dio, sarebbe molto più evidente che la vita di ogni uomo è chiamata ad essere profezia. Tutto questo si può raggiungere solo nel dialogo con Dio. Ecco perché il compito del cristiano è come quello di Israele: il credente deve richiamare a tutti, con la sua vita interiore, con la sua vita di preghiera, che Dio c’è, attende ciascuno, diventa principio di redenzione per chiunque, dona forza a tutti coloro che non ne hanno più… Tutte queste cose essi possono compiere solamente dove la benedizione di Dio è attesa, chiamata su di sé, invocata con fiducia. È questo il compito della preghiera che stiamo cercando di scoprire con il cammino di avvento.

La preghiera ha un ruolo profetico perché ci permette anche di capire il futuro. La preghiera ha anche il compito di farci comprendere il futuro. Non svelandoci in antecedenza ciò che deve accadere. Questo è un dono di Dio, che molti nella storia hanno sperimentato, ma come dono personale di Dio a quelle anime. Il credente intuisce il futuro, comprende che Dio non abbandonerà, così come tutta la storia del passato rivela che Dio non ha mai abbandonato nessun uomo. Comprendere il futuro alla luce della propria preghiera che diventa una profezia, significa sapere già oggi che la nostra vita è chiamata a realizzarsi pienamente in Cristo. La preghiera del credente fa questo: chiede a Dio di realizzare, in ciascuno, la propria vocazione, lasciando che ciascuno abbia qualche intuizione sul proprio futuro. Come Isaia ha capito alcune cose del suo tempo, come San Paolo ne ha comprese altre, anche noi possiamo comprendere alcune cose del nostro futuro solo rimettendoci in atteggiamento di profonda preghiera. Così come, alla luce della preghiera, possiamo comprendere alcune cose che riguardano la comunità ecclesiale nel suo insieme.

Un testimone

Testimone privilegiato di tutto questo è Benedetto XVI. Questo Benedetto XVI, l’ultimo in ordine cronologico, quello che rimane, come Papa emerito in atteggiamento di preghiera per tutta la Chiesa, ci sta comunicando la stessa cosa che ci dicono le letture. Egli è come un Giovanni il Battista, perché, con la sua adesione a Cristo, egli ci ricorda che è con l’adesione della fede alla rivelazione di Dio che si prepara quel futuro di incontro con Cristo che è l’esito di ogni esistenza. Il suo richiamo all’incontro finale con Dio richiama tutta l’umanità a questa verità: noi siamo fatti per incontrare Dio in Cristo Gesù.

In secondo luogo, richiamiamo che la sua predicazione, la sua parola sempre chiarissima, ha spronato a comprendere che il cristiano deve essere segno e profezia per il mondo in cui vive. Tutto questo non si realizza con le opere, ma con la preghiera. Un cristiano che non prega non è profezia per il suo tempo e per il suo futuro. Un cristiano che prega è richiamo, per tutti, alla conoscenza del mistero di Dio e vive bene quel carisma profetico che è in lui fin dal battesimo.

In terzo luogo, lo è stato con i suoi scritti. Nel 1969, quando qui si era ancora in piena stagione di cristianità e di chiese piene, Benedetto XVI ebbe a dire: “Il futuro della Chiesa può risiedere e risiederà in coloro le cui radici sono profonde e che vivono nella pienezza pura della loro fede. Non risiederà in coloro che non fanno altro che adattarsi al momento presente o in quelli che si limitano a criticare gli altri e assumono di essere metri di giudizio infallibili, né in coloro che prendono la strada più semplice, che eludono la passione della fede, dichiarandola falsa e obsoleta, tirannica e legalistica, tutto ciò che esige qualcosa dagli uomini, li ferisce e li obbliga a sacrificarsi. Per dirla in modo più positivo: il futuro della Chiesa, ancora una volta come sempre, verrà rimodellato dai santi, ovvero dagli uomini le cui menti sono più profonde degli slogan del giorno, che vedono più di quello che vedono gli altri, perché la loro vita abbraccia una realtà più ampia. La generosità, che rende gli uomini liberi, si raggiunge solo attraverso la pazienza di piccoli atti quotidiani di negazione di sé. Con questa passione quotidiana, che rivela all’uomo in quanti modi è schiavizzata dal suo ego, da questa passione quotidiana e solo da questa, gli occhi umani vengono aperti lentamente. L’uomo vede solo nella misura di quello che ha vissuto e sofferto. Se oggi non siamo più molto capaci di diventare consapevoli di Dio, è perché troviamo molto semplice evadere, sfuggire alle profondità del nostro essere attraverso il senso narcotico di questo o quel piacere. In questo modo, le nostre profondità interiori ci rimangono precluse. Se è vero che un uomo può vedere solo col cuore, allora quanto siamo ciechi!”.

Noi abbracceremo questo carisma di profezia sono con la nostra preghiera. Ecco perché, a metà del cammino di avvento, non posso far altro che richiamare alla decisione originaria di vivere questo tempo forte con profondità e attenzione a tutte le dimensioni di preghiera che abbiamo già sottolineato. Solo così riusciremo ad essere uomini e donne la cui preghiera diventa una profezia.

2023-02-03T17:55:22+01:00