Settimana della 3 domenica di Avvento – lunedì
La spiritualità di questa settimana
Nella terza settimana di Avvento vogliamo soffermarci a riflettere sull’identità del cristiano che è quella di essere come una lampada che arde. Il riferimento al Vangelo di domenica ci aiuterà a vivere tutti i giorni di questa settimana. Il lezionario di Avvento si interromperà solo giovedì per la festa di Sant’Andrea, apostolo.
La Parola di questo giorno
EZECHIELE 9, 1-11
Lettura del profeta Ezechiele
In quei giorni. Una voce potente gridò ai miei orecchi: «Avvicinatevi, voi che dovete punire la città, ognuno con lo strumento di sterminio in mano». Ecco sei uomini giungere dalla direzione della porta superiore che guarda a settentrione, ciascuno con lo strumento di sterminio in mano. In mezzo a loro c’era un altro uomo, vestito di lino, con una borsa da scriba al fianco. Appena giunti, si fermarono accanto all’altare di bronzo. La gloria del Dio d’Israele, dal cherubino sul quale si posava, si alzò verso la soglia del tempio e chiamò l’uomo vestito di lino che aveva al fianco la borsa da scriba. Il Signore gli disse: «Passa in mezzo alla città, in mezzo a Gerusalemme, e segna un tau sulla fronte degli uomini che sospirano e piangono per tutti gli abomini che vi si compiono». Agli altri disse, in modo che io sentissi: «Seguitelo attraverso la città e colpite! Il vostro occhio non abbia pietà, non abbiate compassione. Vecchi, giovani, ragazze, bambini e donne, ammazzate fino allo sterminio: non toccate, però, chi abbia il tau in fronte. Cominciate dal mio santuario!». Incominciarono dagli anziani che erano davanti al tempio. Disse loro: «Profanate pure il tempio, riempite di cadaveri i cortili. Uscite!». Quelli uscirono e fecero strage nella città. Mentre essi facevano strage, io ero rimasto solo. Mi gettai con la faccia a terra e gridai: «Ah! Signore Dio, sterminerai quanto è rimasto d’Israele, rovesciando il tuo furore sopra Gerusalemme?». Mi disse: «L’iniquità d’Israele e di Giuda è enorme, la terra è coperta di sangue, la città è piena di violenza. Infatti vanno dicendo: “Il Signore ha abbandonato il paese; il Signore non vede”. Ebbene, neppure il mio occhio avrà pietà e non avrò compassione: farò ricadere sul loro capo la loro condotta». Ed ecco, l’uomo vestito di lino, che aveva la borsa al fianco, venne a rendere conto con queste parole: «Ho fatto come tu mi hai comandato».
SALMO Sal 85 (86)
Tu sei buono, Signore, e perdoni.
Mostrami, Signore, la tua via,
perché nella tua verità io cammini;
tieni unito il mio cuore,
perché tema il tuo nome. R
Signore, Dio misericordioso e pietoso,
lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà,
volgiti a me e abbi pietà:
dona al tuo servo la tua forza,
salva il figlio della tua serva. R
Dammi un segno di bontà;
vedano quelli che mi odiano e si vergognino,
perché tu, Signore, mi aiuti e mi consoli. R
PROFETI Ml 3, 13-18
Lettura del profeta Malachia
In quei giorni. Malachia disse: «Duri sono i vostri discorsi contro di me – dice il Signore – e voi andate dicendo: “Che cosa abbiamo detto contro di te?”. Avete affermato: “È inutile servire Dio: che vantaggio abbiamo ricevuto dall’aver osservato i suoi comandamenti o dall’aver camminato in lutto davanti al Signore degli eserciti? Dobbiamo invece proclamare beati i superbi che, pur facendo il male, si moltiplicano e, pur provocando Dio, restano impuniti”. Allora parlarono tra loro i timorati di Dio. Il Signore porse l’orecchio e li ascoltò: un libro di memorie fu scritto davanti a lui per coloro che lo temono e che onorano il suo nome. Essi diverranno – dice il Signore degli eserciti – la mia proprietà particolare nel giorno che io preparo. Avrò cura di loro come il padre ha cura del figlio che lo serve. Voi allora di nuovo vedrete la differenza fra il giusto e il malvagio, fra chi serve Dio e chi non lo serve».
VANGELO Mt 13, 53-58
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Terminate le parabole, il Signore Gesù partì di là. Venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.
Ezechiele
La parola del profeta di quest’oggi è particolarmente violenta. Abbiamo letto il comando di Dio che viene dato al suo angelo sterminatore: egli deve uccidere tutti coloro che hanno deviato dal proprio cammino. La visione si rende ancora più terribile nella seconda parte, quando è esplicitamente detto di non avere pietà nemmeno per gli anziani. Solo chi ha il segno del tau sulla fronte sarà degno di rimanere in vita. Cosa intendono dire queste parole così drastiche? Il profeta ha ricevuto una visione che lo ha portato a capire che il compito di ogni uomo è quello di non perdere la propria fede, anzi, caso mai il compito è quello di approfondirla, di renderla più salda, di vivere cercando il mistero di Dio. Magari con le proprie fatiche, magari con molte domande nel cuore, ma tenendo sempre accesa quella fiammella del cuore che può illuminare la coscienza. La visione dello sterminio si riferisce a coloro che, invece, sono vissuti senza Dio, spegnendo questa fiammella della coscienza, vivendo come se Dio non ci fosse. Costoro hanno perso il senso della loro vita e, per questo, non possono che andare incontro alla morte. La visione intende dire anche di più: costoro sono stati cattivo esempio per altri. Non solo hanno deviato dal proprio cammino ma hanno fatto deviare altri. In fondo la vera colpa è questa: essi hanno portato altri a vivere come loro, cioè senza Dio. Così tutti hanno perso la via della felicità, della realizzazione della propria vocazione, del senso della vita. A differenza di loro, coloro che hanno il segno del tau sulla fronte, sono coloro che hanno vissuto con fede, cercando il mistero di Dio presente nella loro vita e nella storia del mondo ed hanno insegnato a fare altrettanto. Il profeta ci ricorda che il compito del credente è essere così: una persona che ha il segno del tau sulla fronte perché appartiene a Dio.
Malachia
Le parole del profeta Malachia sono del medesimo tenore. Anche questa pagina biblica ci riproponeva il confronto tra gli empi, che vivono come se Dio non esistesse e i “timorati di Dio”, cioè coloro che hanno nel loro cuore la parola di Dio e la osservano. Sono proprio questi timorati di Dio a rimettere nella giusta direzione coloro che si lasciano raggiungere dai loro appelli e dalla loro testimonianza. L’appello di chi indica in Dio il senso compiuto della vita di ogni uomo, la testimonianza di chi si sforza di vivere con giustizia, nonostante le difficoltà della vita quotidiana. Costoro sono come una lampada che arde e che risplende, esattamente come lo è stato Giovanni il Battista che, con la sua parola ruvida e la sua testimonianza limpida, ha dato gloria a Dio e ha richiamato molti allo splendore della verità.
Vangelo
Abbiamo sentito più volte questa pagina che ci ha ricordato che anche i concittadini di Gesù hanno vissuto al modo degli ingrati. Essi non hanno cercato per nulla di corrispondere agli appelli alla fede che sono stati loro rivolti e non hanno cercato di vivere mettendo a frutto quegli appelli alla conversione che hanno avuto la grazia di sentire dalla stessa parola del Signore. Così il Vangelo ci ricorda che essere come lampade che ardono e che risplendono non dipende dal tempo in cui viviamo, dal luogo in cui ci troviamo, ma dipende dalla nostra libertà che può accogliere l’invito di Dio ad una vita santa o che, al contrario, può rifiutarlo. L’appello del Vangelo è per un’accoglienza forte e pronta di questo richiamo di fede, perché il cammino personale prenda una direzione decisa e si possa offrire a tutti una solida testimonianza di fede.
Marana Thà, Vieni Signore Gesù!
Così anche noi possiamo dire:
Marana Tha, vieni Signore Gesù e ricordaci che anche noi siamo pellegrini che desiderano avere il segno del tau che tu metti sulla fronte di coloro che ti ricercano con intensità e costanza.
Marana Tha, vieni Signore Gesù, ricordaci che solo nell’essere “timorati di Dio” risplende quella forza di fede che viene data a tutti coloro che cercano, sinceramente, di compiere un cammino di fede autentico.
Marana Tha, vieni Signore Gesù e ricordaci che la fede dipende in minima parte dalle condizioni esteriori del vivere mentre, per la massima parte, dipende dalle disposizioni di un cuore che attende. Donaci, Signore, un cuore così!
Marana Tha, vieni Signore Gesù!
Provocazioni dalla Parola
- Faccio mio il richiamo ad essere lampada che arde?
- Cosa significa per me avere il timore di Dio?
- Vivo con serenità le condizioni del vivere che mi sono date e ne faccio un itinerario verso il Signore?