Settimana della 3 domenica di Avvento – martedì
La spiritualità di questa settimana
Nella terza settimana di Avvento vogliamo soffermarci a riflettere sull’identità del cristiano che è quella di essere come una lampada che arde. Il riferimento al Vangelo di domenica ci aiuterà a vivere tutti i giorni di questa settimana. Il lezionario di Avvento si interromperà solo giovedì per la festa di Sant’Andrea, apostolo.
La Parola di questo giorno
EZECHIELE 10, 1-10. 12-14. 18-19. 21-22a
Lettura del profeta Ezechiele
In quei giorni. Io guardavo, ed ecco, sul firmamento che stava sopra il capo dei cherubini, vidi come una pietra di zaffìro e al di sopra appariva qualcosa che aveva la forma di un trono. Disse il Signore all’uomo vestito di lino: «Va’ fra le ruote che sono sotto il cherubino e riempi il cavo delle mani di carboni accesi, che sono fra i cherubini, e spargili sulla città». Egli vi andò, mentre io lo seguivo con lo sguardo. Ora i cherubini erano fermi alla destra del tempio, quando l’uomo vi andò, e una nube riempiva il cortile interno. La gloria del Signore si alzò sopra il cherubino verso la soglia del tempio e il tempio fu riempito dalla nube e il cortile fu pieno dello splendore della gloria del Signore. Il fragore delle ali dei cherubini giungeva fino al cortile esterno, come la voce di Dio onnipotente quando parla. Appena ebbe dato all’uomo vestito di lino l’ordine di prendere il fuoco fra le ruote in mezzo ai cherubini, questi avanzò e si fermò vicino alla ruota. Il cherubino tese la mano per prendere il fuoco che era fra i cherubini; ne prese e lo mise nel cavo delle mani dell’uomo vestito di lino, il quale lo prese e uscì. [ Nei cherubini appariva la forma di una mano d’uomo sotto le loro ali. Guardai, ed ecco che al fianco dei cherubini vi erano quattro ruote, una ruota al fianco di ciascun cherubino. Quelle ruote avevano l’aspetto del topazio. Sembrava che tutte e quattro fossero di una medesima forma, come se una ruota fosse in mezzo all’altra. Tutto il loro corpo, il dorso, le mani, le ali e le ruote erano pieni di occhi tutt’intorno, tutti e quattro con le loro ruote. Io sentii che le ruote venivano chiamate Tùrbine. Ogni cherubino aveva quattro sembianze: la prima quella di cherubino, la seconda quella di uomo, la terza quella di leone e la quarta quella di aquila. ] La gloria del Signore uscì dalla soglia del tempio e si fermò sui cherubini. I cherubini spiegarono le ali e si sollevarono da terra sotto i miei occhi; anche le ruote si alzarono con loro e si fermarono all’ingresso della porta orientale del tempio del Signore, mentre la gloria del Dio d’Israele era in alto su di loro. [ Ciascuno aveva quattro aspetti e ciascuno quattro ali e qualcosa simile a mani d’uomo sotto le ali. Il loro aspetto era il medesimo che avevo visto lungo il fiume Chebar.]
SALMO Sal 88 (89)
I cieli cantano le tue meraviglie, Signore.
Chi sulle nubi è uguale al Signore,
chi è simile al Signore tra i figli degli dèi?
Dio è tremendo nel consiglio dei santi,
grande e terribile tra quanti lo circondano. R
Tu hai un braccio potente,
forte è la tua mano, alta la tua destra.
Giustizia e diritto sono la base del tuo trono,
amore e fedeltà precedono il tuo volto. R
Beato il popolo che ti sa acclamare:
camminerà, Signore, alla luce del tuo volto;
esulta tutto il giorno nel tuo nome,
si esalta nella tua giustizia. R
PROFETI Ml 3, 19-24
Lettura del profeta Malachia
In quei giorni. Il Signore parlò, dicendo: «Ecco: sta per venire il giorno rovente come un forno. Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà – dice il Signore degli eserciti – fino a non lasciar loro né radice né germoglio. Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia e voi uscirete saltellanti come vitelli dalla stalla. Calpesterete i malvagi ridotti in cenere sotto le piante dei vostri piedi nel giorno che io preparo, dice il Signore degli eserciti. Tenete a mente la legge del mio servo Mosè, al quale ordinai sull’Oreb precetti e norme per tutto Israele. Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore: gli convertirà il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri, perché io, venendo, non colpisca la terra con lo sterminio».
VANGELO Mt 15, 1-9
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo alcuni farisei e alcuni scribi, venuti da Gerusalemme, si avvicinarono al Signore Gesù e gli dissero: «Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Infatti quando prendono cibo non si lavano le mani!». Ed egli rispose loro: «E voi, perché trasgredite il comandamento di Dio in nome della vostra tradizione? Dio ha detto: “Onora il padre e la madre” e inoltre: “Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte”. Voi invece dite: “Chiunque dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è un’offerta a Dio, non è più tenuto a onorare suo padre”. Così avete annullato la parola di Dio con la vostra tradizione. Ipocriti! Bene ha profetato di voi Isaia, dicendo: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”».
Ezechiele
La visione del fuoco è una delle visioni cardine della Scrittura. Essa può avere un’accezione positiva, come è il fuoco della lampada che arde e che risplende. È l’accezione che abbiamo letto domenica riferendoci a Giovanni il Battista. Altre volte il fuoco nella Scrittura ha un’accezione totalmente negativa ed indica la lontananza da Dio che è come una tortura ardente. Altre volte ha il significato di una purificazione. Così è della visione che abbiamo ascoltato oggi. Il fuoco che arde nei carboni che i cherubini raccolgono serve proprio a questo: è un fuoco che deve purificare coloro che non sono puri ma possono entrare nella gloria di Dio. Il richiamo è molto forte anche per noi, perché ci ricorda che anche noi siamo anime chiamate alla visione di Dio ma tutti abbiamo bisogno della purificazione del Signore per divenire come lampade che ardono e che risplendono. L’identità del cristiano è quella di conoscere questa verità e di vivere con serenità e frutto le diverse forme di purificazione che ci possono riguardare.
Malachia
Le parole del profeta Malachia completano quelle del profeta Ezechiele. Anche il giorno del giudizio viene inteso come giorno di fuoco, come giorno di purificazione. Il giorno del Signore sarà il giorno in cui sarà definitivamente separato il bene dal male. Giorno in cui non ci sarà più quella confusione che, invece, regna nella storia. Giorno però in cui risplenderà la luce di coloro che hanno operato per il bene, ma anche giorno dell’allontanamento di tutti coloro che avranno operato il male e insegnato a fare altrettanto. Anche questa visione del profeta ci ricorda che l’identità del cristiano consiste nel saper attendere il giorno del Signore. Realtà che noi tutti, molto spesso, dimentichiamo. Viviamo come se il domani fosse solo l’attesa di futuro che tutti abbiamo e non la meta finale da raggiungere: il giorno del Signore come giorno della verità di ogni cosa.
Vangelo
Il Vangelo spinge la nostra riflessione in un’altra direzione. La Parola di Dio dovrebbe essere parola rovente, parola purificante come un carbone ardente, che il credente trattiene dentro di sé e porta nel suo cuore. Gesù richiama apertamente che il comportamento di molti uomini che stava incontrando non diceva più questa verità. Così molti uomini non ricordavano che avrebbero dovuto portare nel cuore quella parola rovente che indicava un comportamento differente da quello di tutti i non credenti circa la vecchiaia, circa la fine della vita. La Parola di Dio aveva prescritto che ogni figlio deve essere custode della vita dei propri genitori nella fragilità della vecchiaia, nella stagione del tramonto. Chi non vive questo, non vive da figlio di Dio, non vive conservando nel cuore questa verità e questa novità. Gesù ricorda che tutti si diventa abili nel cercare scuse per sottrarsi a questo compito, dimenticando l’insegnamento di fede che è come una luce che risplende, come una lampada che richiama, come un carbone che purifica.
Tre testi diversi che ci ricordano che Avvento è anche tempo utile per lasciarsi purificare, per continuare l’impegno dei giorni feriali nella ricerca del bene, ed è anche attesa di quel giorno nel quale appare la verità delle cose, delle intenzioni, dei cuori.
Le tre Scritture di oggi, nel loro insieme, vogliono essere un invito alla fiducia, la fiducia in Dio. Noi che leggiamo la Parola, noi che non vediamo miracoli, siamo chiamati ad affidare il nostro cammino e tutta la nostra vita al Dio che risponde sempre alla voce degli uomini che lo chiamano, offrendo la sobrietà della vita e la penitenza sincera come segni che avvalorano l’attesa. L’attesa di quell’incontro con il Signore che ha aperto il nostro Avvento e che deve far crescere in noi il desiderio di questa visione man mano che si avvicina il prezioso Natale di Cristo.
Marana Thà, Vieni Signore Gesù!
Così anche noi possiamo dire:
Marana Tha, vieni Signore Gesù e ricordaci che la nostra vita ha una meta precisa e finale: l’incontro con te!
Marana Tha, vieni Signore Gesù, ricordaci che il mistero della purificazione della vita è mistero che ci aiuta a purificare il nostro modo di vedere le cose, di pensare, di parlare, di vivere.
Marana Tha, vieni Signore Gesù e ricordaci che noi siamo chiamati tutti a ricercare la novità di comportamento che il comandamento accende dentro le nostre vite. Novità che dobbiamo testimoniare a tutti perché sia, anche per altri, richiamo alla forza misteriosa della fede che agisce nei cuori.
Marana Tha, vieni Signore Gesù!
Provocazioni dalla Parola
- In questo Avvento, il continuo ricordo del giorno del giudizio e il richiamo alla sua attesa trasformano la mia vita?
- Vivo quella novità di vita che i comandamenti accendono nel cuore?
- Quale percorso di purificazione ho inteso intraprendere e come lo sto portando avanti in questo Avvento?