Settimana della 4 domenica dopo il martirio – sabato
La spiritualità di questa settimana
Concludiamo la settimana mentre tutti coloro che di noi l’hanno desiderato, stanno vivendo la salita al Sacro Monte per iniziare la festa della Madonna del rosario e, quest’anno, anche per immetterci più da vicino nella festa dell’oratorio. Salita che ci riporta sempre all’impegno di cercare il volto di Dio attraverso quello di Maria, Madre che ci guida e che ci avvicina alla salvezza eterna.
La Parola di questo giorno
LETTURA Dt 15, 12-18b
Lettura del libro del Deuteronomio
In quei giorni. Mosè disse: «Se un tuo fratello ebreo o una ebrea si vende a te, ti servirà per sei anni, ma il settimo lo lascerai andare via da te libero. Quando lo lascerai andare via da te libero, non lo rimanderai a mani vuote. Gli farai doni dal tuo gregge, dalla tua aia e dal tuo torchio. Gli darai ciò di cui il Signore, tuo Dio, ti avrà benedetto. Ti ricorderai che sei stato schiavo nella terra d’Egitto e che il Signore, tuo Dio, ti ha riscattato; perciò io ti do oggi questo comando. Ma se egli ti dice: “Non voglio andarmene da te”, perché ama te e la tua casa e sta bene presso di te, allora prenderai la lesina, gli forerai l’orecchio contro la porta ed egli ti sarà schiavo per sempre. Anche per la tua schiava farai così. Non ti sia grave lasciarlo andare libero, perché ti ha servito sei anni».
SALMO Sal 97 (98)
Acclamate al nostro re, il Signore.
Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore. R
Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani. R
Esultino insieme le montagne
davanti al Signore che viene a giudicare la terra:
giudicherà il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine. R
EPISTOLA Fm 1, 8-21
Lettera di san Paolo apostolo a Filèmone
Carissimo, pur avendo in Cristo piena libertà di ordinarti ciò che è opportuno, in nome della carità piuttosto ti esorto, io, Paolo, così come sono, vecchio, e ora anche prigioniero di Cristo Gesù. Ti prego per Onèsimo, figlio mio, che ho generato nelle catene, lui, che un giorno ti fu inutile, ma che ora è utile a te e a me. Te lo rimando, lui che mi sta tanto a cuore. Avrei voluto tenerlo con me perché mi assistesse al posto tuo, ora che sono in catene per il Vangelo. Ma non ho voluto fare nulla senza il tuo parere, perché il bene che fai non sia forzato, ma volontario. Per questo forse è stato separato da te per un momento: perché tu lo riavessi per sempre; non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come fratello carissimo, in primo luogo per me, ma ancora più per te, sia come uomo sia come fratello nel Signore. Se dunque tu mi consideri amico, accoglilo come me stesso. E se in qualche cosa ti ha offeso o ti è debitore, metti tutto sul mio conto. Io, Paolo, lo scrivo di mio pugno: pagherò io. Per non dirti che anche tu mi sei debitore, e proprio di te stesso! Sì, fratello! Che io possa ottenere questo favore nel Signore; da’ questo sollievo al mio cuore, in Cristo! Ti ho scritto fiducioso nella tua docilità, sapendo che farai anche più di quanto ti chiedo.
VANGELO Mt 8, 5-15
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Entrato in Cafàrnao, venne incontro al Signore Gesù un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito. Entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera di lui che era a letto con la febbre. Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e lo serviva.
Vangelo
Abbiamo meditato anche in una domenica estiva, la 13esima dopo Pentecoste, su questo Vangelo, che ci ha ricordato che il centurione ottiene quello che chiede in forza di relazioni vere e profonde che ha saputo instaurare con gli uomini che dipendono da lui, ma anche con gli abitanti del luogo che intercedono per lui presso il Signore. Se la sua preghiera è stata ascoltata è anche per questo, per la bontà di tutte le relazioni che egli ha saputo intrattenere e sostenere presso il popolo di Dio.
Deuteronomio
La pagina del Vangelo richiama a sé anche quella del Primo Testamento che prende in considerazione proprio il caso della schiavitù. Cosa che, al tempo, era normale, accettata da tutti, anche nel mondo della fede. La spiritualità del Primo Testamento era, però, molto più avanzata di tutti gli ordinamenti giuridici dell’epoca. Così, come abbiamo sentito, prescriveva che chi si vendeva come schiavo aveva comunque diritto alla sua dignità e il suo servizio non poteva durare più di sei anni. Il settimo anno, l’anno del riposo, doveva essere rimesso in libertà. Avesse anche scelto di rimanere presso la famiglia come schiavo, doveva portare nel corpo i segni della sua scelta e, comunque, doveva sempre veder onorata la sua dignità e la sua persona.
Filemone
Abbiamo poi un brano famoso di San Paolo dove viene presa in considerazione la stessa situazione: la situazione di uno schiavo cristiano che scappa dal suo padrone e che si mette al servizio di Paolo. Paolo lo accoglie, ma poi lo rimanda al suo padrone perché, essendo anche lui cristiano, possa scegliere quale bene fare al suo servo, ricordando che tutti gli uomini, schiavi del peccato, sono stati resi liberi, affrancati da esso, nella vita, morte e risurrezione di Cristo. La vera libertà del cristiano sta in questo: consapevole della sua provenienza, consapevole della sua vita, il cristiano cerca di fare il bene che può e si mette a disposizione degli altri cercando, in ogni modo possibile, di approfondire e di far progredire il bene di tutti.
Per noi e per il nostro cammino di fede
Prepararci alla festa dell’oratorio ma, soprattutto, iniziare la festa della Madonna del rosario, che è la festa più importante, a livello religioso, della città e della nostra comunità ci deve portare a riflettere. In tante forme possibili. Però questa mattina io suggerirei a tutti di chiederci: quali sono le forme di schiavitù che riconosco presenti in me? Da quale di esse dovrei liberarmi? Cosa faccio per giungere a questo risultato? Certo ciascuno potrà dare la sua risposta. Io vi porto verso una risposta comune, che ci servirà già per introdurci nella settimana prossima che sarà la settimana degli esercizi spirituali parrocchiali. La schiavitù che spesso tutti viviamo è quella della mancanza di speranza. Siamo così presi dalle cose, siamo così immersi nel nostro tempo che, davvero, molto spesso non sappiamo guardare alla speranza alla quale siamo chiamati. Spesso siamo così piegati sotto il peso delle cose che non sappiamo nemmeno bene quale sia la speranza alla quale siamo chiamati né, tantomeno, come raggiungerla. Credo che sia fondamentale, oggi, mettere nelle mani di Dio questa forma di schiavitù e la nostra mancanza di speranza. Il Signore ci aiuti nel percorso che vorremo fare insieme per vivere di speranza. E, soprattutto, ci aiuti la beata Vergine Maria, che chiamiamo Madre della speranza. Lei che è la Madre della speranza cristiana che è Gesù Cristo, illumini il nostro cammino e ci guidi a vivere bene e con fiducia rinnovata questo concreto rimetterci davanti al Figlio suo per ottenere quella speranza di vita che è benedizione per i nostri giorni.
Provocazioni dalla Parola
- Quali sono le forme di schiavitù che riconosco presenti in me?
- Da quale di esse dovrei liberarmi?
- Cosa faccio per giungere a questo risultato?